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Iren, Bucci avverte Appendino: "Le scelte siano condivise"

Il sindaco di Genova vorrebbe la riconferma del tandem Peveraro-Bianco, esprime perplessità su Boero, ma non si metterà (troppo) di traverso sulle decisioni di Torino. Perché il suo vero obiettivo è, in asse con Reggio Emilia, ridiscutere la ripartizione degli investimenti

Se Chiara Appendino non vuole più Paolo Peveraro alla presidenza dell’Iren, come sembra, piegata ai diktat della sua maggioranza grillina, non troverà messo di traverso il suo collega genovese Marco Bucci, ormai socio di maggioranza del gruppo multiutility, al quale il manager torinese piace e lo avrebbe volentieri riconfermato, condividendo il giudizio positivo col il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi. “Nessuno porrà in discussione il fatto che Torino scelga il presidente, a patto che la figura indicata possieda i requisiti e sia a noi gradita”. Questa la linea indicata da Bucci, nella quale non è difficile notare, insieme alla disponibilità a lasciare alla Appendino la designazione del successore di Peveraro, quel gradimento come conditio sine qua non, insomma una forca caudina dalla quale la sindaca di Torino dovrà passare. E se proverà a farlo con un nome non gradito, rischierà di rimanervi incastrata.

Un’eventualità neppure poi così remota. Il nome di Renato Boero, l’attuale presidente di Iren Energia che la sindaca pare orientata a piazzare al vertice, da quest’ultima non sarebbe stato ancora fatto ufficialmente a Bucci. Questo non significa, però, che il sindaco di Genova non legga i giornali e abbia deciso di attendere la proposta formale per manifestare quelle perplessità – a quanto risulta originate dalla passata esperienza di Boero in A2a, a quanto pare piuttosto controversa – che avrebbe comunque trovato il modo di far arrivare alla Appendino, attraverso canali di una diplomazia riservata e quanto mai opportuna in una vicenda che riguarda pur sempre la futura governance di una società quotata.

La prima cittadina torinese arriverà dunque già edotta sui dubbi del collega genovese all’incontro con lui e con Vecchi, fissato per venerdì, quasi certamente nel capoluogo ligure (oppure in videoconferenza) a ulteriore conferma del peso di Genova rispetto a Torino nel nuovo assetto societario del gruppo. Qualche giorno utile alla Appendino per una riflessione prima della presentazione ufficiale delle liste da parte degli azionisti la cui scadenza è fissata sabato 27 in vista dell’assemblea del 22 maggio. Il futuro cda di Iren, in virtù del nuovo statuto, sale da 13 a 15 componenti: presidente, vicepresidente e amministratore delegato scelti congiuntamente da Genova, Torino e Comuni emiliani, tre consiglieri per ciascuno degli enti locali azionisti, uno indicato da La Spezia e due da Assogestioni.

Sulla riconferma dell’ad Massimiliano Bianco, non ci sono ormai dubbi: Bucci ha deciso da tempo e Vecchi concorda. E proprio Bianchi, nel caso alla presidenza arrivi Boero, potrebbe acquisire ulteriore peso rispetto all’attuale gestione dove Peveraro, mantenendo alcune deleghe (che non è detto Bucci sia disposto ad affidare al manager indicato da Appendino) è di fatto un presidente “operativo”.

Insomma quel che filtra e vien fatto filtrare da Palazzo Tursi è un atteggiamento per nulla conflittuale, tantomeno ostativo, del primo cittadino nei confronti della sua omologa torinese. Ma questo non può significare una rinuncia di Genova (sempre più in asse con i Comuni emiliani anche a dispetto del colore politico) alla gestione da azionista di maggioranza del gruppo. Le stesse indiscrezioni circolate sull’ex preside di Ingegneria e attuale consigliere di Enel, Paola Girdinio come possibile successore di Peveraro nei propositi di Bucci, sono state ridotte a semplici considerazioni dal sindaco, fermo sul punto nel riconoscere a Torino la nomina del presidente. Pur con quei paletti dei requisiti e del gradimento che ancora non è ben chiaro saranno superabili da Boero.

Non l’unico potenziale inciampo per la sindaca, che già non ha mietuto consensi per la terna di consiglieri: due foresti – Sonia Cantoni e Ginevra Virginia Lombardi, rispettivamente di Milano e Pistoia – e un solo torinese, Maurizio Irrera, sul quale grava l’ombra di un’incompatibilità, peraltro subito esclusa dal diretto interessato. Irrera, avvocato, è stato consulente di Fct, la finanziaria del Comune di Torino che detiene le azioni di Iren. Si è occupato in prima persona della stesura dei nuovi patti parasociali tra i Comuni azionisti di Iren.

Nel maggio 2013, con Piero Fassino sindaco, una mozione di accompagnamento alla delibera con la quale la Sala rossa approvava statuto e governance aveva previsto con chiarezza l’esclusione da incarichi in Iren per chi si era occupato dei patti, individuando un potenziale conflitto di interessi. Un divieto che, tuttavia, non sarebbe stato inserito nelle successive norme di regolazione del gruppo. Questo potrebbe, formalmente, spianare la strada a Irrera, anche se il tema sul piano dell’opportunità resta. Così come appare piuttosto debole la tesi dello stesso professionista secondo la quale l’aver lavorato per Fct e non per Iren (peraltro sarebbe stato impossibile, visto che i patti parasociali li fanno gli azionisti e non la società) lo solleverebbe da qualsiasi incompatibilità. Anche su questo, oltre che su quanto Boero possa risultare gradito a Bucci, dovrà riflettere in questi pochi giorni Appendino. Se deciderà di farlo, la sindaca lo farà certamente da una posizione di Torino in Iren decisamente meno di peso rispetto al recente passato. E con un futuro in cui si potrebbero profilare conseguenze tangibili e non certo positive per la città, rispetto a Genova e Reggio Emilia.

Uno dei primi punti che affronterà la nuova governance sarà la ridiscussione delle erogazioni e degli investimenti. Difficile non immaginare l’intenzione di Bucci e Vecchi di affrontare anche il tema della tripartizione a partire dalle società della holding, con Genova nel ruolo del padrone del vapore, come si diceva una volta nella Superba. Quanto l’aver voluto silurare Peveraro (andando in direzione opposta a quella di Bucci e Vecchi) e indicare al suo posto l’ex manager A2a potrà costare non solo alla sindaca, ma soprattutto alla città, forse lo si scoprirà presto.  

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