VERSO IL VOTO

Cantiere Tav e imprenditori nell'agenda di Berlusconi

Il Cav conferma la visita a Chiomonte e con Cirio vuole incontrare il mondo produttivo torinese e piemontese. Regionali ed Europee legate da un unico obiettivo: recuperare il voto moderato e rilanciare le tematiche liberali

“Andremo al cantiere della Tav”, aveva annunciato Silvio Berlusconi al termine dell’incontro, una ventina di giorni fa, con Alberto Cirio appena candidato ufficialmente alla presidenza del Piemonte. Ci andrà a Chiomonte, il Cav, mantenendo la promessa. E sarà a breve. Il candidato governatore aspetta la data certa che, comunque, da Arcore hanno già fatto sapere non cadrà troppo a ridosso del voto. E non sarà quella, fortemente simbolica, là dove si lavora per costruire la Torino-Lione (osteggiata dai Cinquestelle, ma anche cavallo di battaglia, un po’ azzoppato proprio dalla concorrenza dell’avversario azzurro, di Sergio Chiamparino) la sola visita del leader di Forza Italia a sostegno di Cirio e, non di meno, del partito per le regionali del 26 maggio.

Nell’agenda di Berlusconi, si parla del 18 maggio, c’è anche un appuntamento a Torino. Il Cav ha deciso di incontrare quello che nella storia di Forza Italia dalle origini è stato il “suo” elettorato, ovvero quel mondo delle imprese con cui l'ex premier ha deciso di parlare direttamente, senza intermediazioni. “Sarà una sorta di lectio magistralis sull’Europa, sul ruolo di un partito liberale e proiettato nel futuro dove l’Unione Europea deve essere rivista, ma salvaguardata”, il messaggio arrivato a Torino da Arcore dove in questi giorni si stanno mettendo a punto i piani per il voto europeo, senza tralasciare quello concomitante per la Regione dove Forza Italia è riuscita a far mantenere alla Lega quel vecchio patto che assegnava agli azzurri la candidatura a governatore. Patto a tratti parso superato nella visione conquistatrice del Nord di Matteo Salvini, che oggi sarà in Piemonte precedendo di fatto il leader azzurro nella campagna elettorale.

Berlusconi ha dedicato anche la giornata del 25 Aprile a mettere a punto, con il suo cerchio magico-tragico, le strategie per arginare la non improbabile emorragia di voti verso il Carroccio salviniano e uscire dalle europee con un risultato che gli consenta di continuare a sostenere, con Salvini, la tesi della necessità di staccare al più presto la spina al Governo con i Cinquestelle, convinto che “i parlamentari disponibili a sostenere una maggioranza diversa da quella attuale crescono ogni giorno di più”. Una grande manifestazione in ciascuna delle circoscrizioni in cui è capolista, ovvero tutte eccetto il centro dove al suo posto c’è Antonio Tajani: questo è già deciso dal vertice azzurro. Per il Nord-Ovest, difficile immaginare una sede che non sia Milano.

Certo l’idea di spostare anche il messaggio europeo in quel Piemonte dove si vota per la Regione e c’è un candidato governatore di Forza Italia potrebbe piacere al Cav, ma forse non abbastanza al suo più stretto entourage. Basta guardare la lista: i primi cinque sono lombardi (a partire dalla numero due Lara Comi, passando per Massimiliano Salini e la campionessa paralimpica Giusy Versace, siciliana, ma eletta alla Camera in Lombardia, fino alla mantovana Elisa Baroni) e al Piemonte, con Daniela Ruffino, è toccato il sesto posto.

In Piemonte, però c’è la Tav, quell’opera cui Salvini continua a dirsi favorevole dovendo tuttavia fare i conti con l’alleato di Governo e i magheggi per arrivare al voto europeo, ognuno spiegando a modo suo la prosecuzione dell’iter dei bandi e quindi dei lavori. La posizione decisamente più netta di Forza Italia potrebbe consentire al Cav di recuperare, in Piemonte ma anche nel resto del Nord-Ovest, quei voti di chi non vuole rischiare di mettere a repentaglio l’opera e quindi lo sviluppo. Ecco perché l’uno-due preparato ad Arcore con la visita a favor di telecamere a Chiomonte e l’incontro con gli imprenditori a Torino, in entrambe le situazioni con Cirio al fianco di Berlusconi, avranno il duplice scopo di rafforzare il voto azzurro in Piemonte, così come in Europa. Cercando di ridurre quanto più possibile, in tutti e due i casi, la cannibalizzazione dell’elettorato azzurro da parte della Lega. Un rischio da evitare, per Forza Italia, sia a Strasburgo, sia a Torino.

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