VERSO IL VOTO

Salizzoni rianima il Pd

Il mago dei trapianti macina incontri e consensi: potrebbe essere proprio lui il valore aggiunto dei dem a Torino. Nella corsa per uno scranno a Palazzo Lascaris Valle e Gallo tra i favoriti. Cattolici e sinistra divisi. La possibile sorpresa è Sarno

Le telefonate arrivano regolari nel quartier generale del Pd, a Torino. La domanda spesso è la stessa: “Come si fa a votare per Salizzoni”? È lui, il mago dei trapianti, il favorito tra i candidati dem alle elezioni regionali del 26 maggio. Un valore aggiunto non solo per il numero di preferenze che sarà in grado di portare al centrosinistra, ma soprattutto per la sua capacità di pescare in un bacino quanto mai eterogeneo e quindi di strappare voti a centrodestra e Movimento 5 stelle. Questo almeno è quel che auspica Sergio Chiamparino, il quale lo ha voluto anche nel listino del presidente tanto è alta la considerazione nei suoi confronti. La sua forza elettorale è stata testata già nelle amministrative di Ivrea dove ha conquistato oltre 400 preferenze, senza quasi fare campagna elettorale. Lui stesso, tra un aneddoto e l’altro, è solito raccontare di quei santini realizzati dal Pd e dimenticati in sede da dove non sono mai stati ritirati. Salizzoni, inoltre, è l’icona di una sanità efficiente al punto da essersi trasformato nel testimonial del Parco della Salute di Torino, il primo punto del programma di Chiamparino e forse è anche per questo che un pezzo tutt’altro che marginale del partito ha deciso di convergere proprio su di lui. Dalla senatrice Anna Rossomando al deputato Andrea Giorgis, gran parte della sinistra che fu orlandiana è su Salizzoni, anche “per annegare in quel mare magnum di preferenze il loro consenso, tutt’altro che smisurato” maligna qualcuno. Dopotutto il chirurgo ha da sempre la foto del Che sulla scrivania, nessuno può negare sia uomo di sinistra e insomma, “fa figo e non impegna”.

Sulle elezioni regionali, nel Pd, i leader locali testano la propria forza e si riposizionano sullo scacchiere politico del partito dopo il congresso che, con il successo di Nicola Zingaretti, ha sovvertito i rapporti di forza. Tra le operazioni più significative c’è certamente quella che ha portato il senatore Mauro Laus a sostenere apertamente il consigliere uscente Daniele Valle, trasformando la sua candidatura in una delle più forti sul campo. Domenica 19, i due saliranno insieme sul palco dello Sporting Dora per sancire un’alleanza in grado di andare oltre l’appuntamento elettorale, soprattutto se l’esito sarà favorevole.

Se il centrosinistra continua ad arrancare nel Piemonte 2 dove la Lega traina la coalizione di Alberto Cirio, a Torino e nel suo hinterland si consolida la posizione di Chiamparino. Se così fosse il Pd potrebbe contare su cinque eletti, tre in meno rispetto alle elezioni precedenti ma almeno uno in più se paragonati alle stime di un paio di mesi fa. A Torino città l’ex sindaco è forte “anche se non siamo riusciti a recuperare la periferia, dai quartieri Aurora a Barriera di Milano, per noi continua a essere difficile penetrare” affermano da via Masserano. Lì a tenere alto il vessillo dem c’è Nadia Conticelli, per la prima volta alla prova delle preferenze dopo essere entrata in via Alfieri, nel 2014, grazie al listino bloccato. Va meglio in quei quartieri cuscinetto, tra il centro e la periferia, zone in cui Chiamparino si concentrerà nell’ultima settimana, battendo tutti i mercati: il 20 maggio quelli di corso Racconigi e via Frejus, il 22 in corso Svizzera e via Madama Cristina, il 23 in via Onorato Vigliani nel cuore di Mirafiori.

Nel Pd la corsa è apertissima. Oltre a Salizzoni e Valle, in pole position compaiono Raffaele Gallo, sostenuto da quel che resta dell’area fassiniana, con i vecchi Giancarlo Quagliotti e Gioacchino Cuntrò pronti per lui ad aprire la loro preziosa agendina dei contatti (oltre alla filiera storica del papà Salvatore, che va da Bardonecchia a Orbassano). Un passo più indietro i due esponenti dell’area cattolica: Alberto Avetta, presidente di Anci Piemonte, forte nel Canavese, sostenuto dal deputato Davide Gariglio e Monica Canalis, vicesegretaria regionale che può contare sul sostegno di Stefano Lepri. A proposito di quest’ultima, hanno indispettito più d’uno le sue recenti affermazioni secondo cui non avrebbe nessuna intenzione, qualora eletta a Palazzo Lascaris, di dimettersi dal Consiglio comunale di Torino e neanche dall’assemblea della Città Metropolitana. Punta tutto sul Pinerolese, invece, il vice-capogruppo Elvio Rostagno, su cui è confluito un pezzo (marginale) dell’area Gariglio.  

La sinistra del partito si divide sostanzialmente in tre: l’uscente Andrea Appiano, il sindaco di Beinasco Maurizio Piazza e l’ex deputato e primo cittadino di Collegno Umberto D’Ottavio. I tre si ritrovano a pescare anche sulla stessa area geografica, quell’hinterland a Sud-Ovest del capoluogo in cui già imperversano anche altri candidati, e il rischio che si annullino a vicenda è particolarmente alto, visto anche che Gianna Pentenero si stia spendendo per Manuela Olia, vicesindaco di Chieri.   

Tra le possibili sorprese, infine, compare certamente Diego Sarno: assessore a Nichelino, che può contare sulla pacificazione delle anime democratiche nella sua città, grazie all’accordo con l’ex deputato Salvatore Buglio. Circoli e social: la sua è una campagna spumeggiante in cui può contare anche sul sindaco di Moncalieri Paolo Montagna e su una serie di amministratori della zona Sud, oltre alla rete di Libera attivata da Davide Mattiello.

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