POLITICA & GIUSTIZIA

Tangenti, Sozzani contesta le intercettazioni

Per i legali del deputato novarese di Forza Italia sono "inutilizzabili". Dovrà decidere il gip. Intanto alla Camera pende un'ordinanza di domiciliari per un finanziamento illecito

Sono “inutilizzabili” le sette intercettazioni che riguardano il deputato di Forza Italia Diego Sozzani, effettuate mentre, tra dicembre e aprile scorso, parlava con due degli indagati e poi arrestati nella maxi inchiesta della Dda milanese su un sistema di corruzione e appalti truccati, gestito, secondo l’accusa, da Nino Caianiello. Lo ha sostenuto nell’udienza davanti al gip Raffaella Mascarino l’avvocato Massimo Dinoia, legale del parlamentare, per il quale i pm hanno già chiesto alla Camera l’autorizzazione all’arresto per un presunto finanziamento illecito da 10mila euro. In sostanza, la difesa di Sozzani, che in quel periodo parlava con Mauro Tolbar, presunto collettore di tangenti, e Caianiello, che erano intercettati (anche col sistema troyan inoculato nei telefoni), sostiene che non furono affatto “casuali” quelle intercettazioni e dovevano essere autorizzate. Intercettazioni dalle quali per gli inquirenti emergono altri presunti fatti corruttivi in fase di indagini. Il gip deciderà se inviarle o meno alla Camera, probabilmente entro fine mese.

Per Sozzani il gip ha emesso un’ordinanza di domiciliari, inoltrata a Montecitorio, per un finanziamento illecito dall’imprenditore Daniele D’Alfonso (in carcere) da 10mila euro per le elezioni politiche del marzo 2018. Gli stessi pm, però, negli atti integrativi hanno scritto che da quattro intercettazioni, captate tra dicembre e gennaio (a cui ne hanno aggiunte altre tre registrate tra marzo e aprile), “si ricava l’ottenimento da parte dello Studio Tecnico Associato Greenline”, amministrato dal parlamentare e dal fratello Stefano, “di incarichi da parte di società pubbliche sulle quali Caianiello”, presunto burattinaio del sistema di “stecche” e nomine pilotate, “esercita il suo indiscusso potere di influenza”. In un’intercettazione ambientale del 10 dicembre, ad esempio, Sozzani e Caianiello parlano negli uffici della Econord spa, società dell'imprenditore Claudio Milanese legato, secondo i pm, a Caianiello, il quale, tra l’altro, racconta anche al deputato che Milanese “è amico di Giancarlo Giorgetti”, sottosegretario leghista. Nella conversazione, a cui partecipa anche il socio di Milanese, Sergio Bresciani, si fa riferimento ad una “opera di intermediazione” che dovrebbe svolgere il deputato per Milanese e, come scrive la Dda, alla “necessità di retribuire Sozzani”, ma con la “volontà di camuffare le reali ragioni di tali elargizioni”.

Gli inquirenti individuano nelle intercettazioni diverse “operazioni illecite” come gli “incarichi affidati” allo studio dei fratelli Sozzani dalle società in house Accam e Alfa srl con accordi che, secondo la Dda, prevedrebbero, poi, la “retrocessione” di parte dei compensi a Caianiello. Per la difesa, in sostanza, il vero obiettivo delle intercettazioni era Sozzani. Il gip dovrà decidere sulla pertinenza e utilizzabilità delle intercettazioni a carico del parlamentare e solo se le riterrà utilizzabili le invierà alla Camera, dove già è stata trasmessa l’ordinanza cautelare. Nel frattempo, Sergio Salerno, dipendente e sindacalista di Amsa finito in carcere, ha chiesto la scarcerazione al gip e gli interrogatori, intanto, in Procura proseguono anche oggi.

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