POLITICA & GIUSTIZIA

Corruzione, nuove accuse a Sozzani

Si aggrava la posizione del parlamentare novarese di Forza Italia coinvolto nella maxi inchiesta sulle tangenti in Lombardia. Oltre al finanziamento illecito i pm individuano diverse e ulteriori operazioni indebite. Richiesta di arresto alla Camera

È indagato anche per corruzione il deputato di Forza Italia Diego Sozzani, per il quale i magistrati milanesi hanno già chiesto alla Camera l’autorizzazione all’arresto per finanziamento illecito nella maxi indagine della Dda di Milano. È emerso nell’ambito del procedimento che si sta svolgendo davanti al gip Raffaella Mascarino sull’utilizzabilità o meno di sette intercettazioni che lo riguardano e che, secondo i pm, come scritto negli atti, individuano diverse e ulteriori “operazioni illecite”.

Per Sozzani il gip, nel maxi blitz del 7 maggio che ha portato a 43 misure cautelari, ha già emesso un’ordinanza di arresti domiciliari, poi inoltrata a Montecitorio, per un finanziamento illecito dall’imprenditore Daniele D’Alfonso (in carcere) da 10mila euro per le elezioni politiche del marzo 2018. Gli stessi pm Silvia Bonardi, Luigi Furno e Adriano Scudieri, però, negli atti integrativi, depositati hanno scritto che da quattro intercettazioni, captate tra dicembre e gennaio (a cui ne hanno aggiunte altre tre registrate tra marzo e aprile), “si ricava l'ottenimento da parte dello Studio Tecnico Associato Greenline”, amministrato dal parlamentare e dal fratello Stefano, “di incarichi da parte di società pubbliche sulle quali Caianiello”, presunto “burattinaio” del sistema di tangenti, appalti truccati, nomine pilotate e finanziamenti illeciti, “esercita il suo indiscusso potere di influenza”. Gli inquirenti, in pratica, individuano nelle intercettazioni diverse “operazioni illecite”, come gli “incarichi affidati” allo studio dei fratelli Sozzani dalle società in house Accam e Alfa srl con accordi che, secondo la Dda, avrebbero previsto, poi, la “retrocessione” di parte dei compensi a Gioacchino Caianiello, per tutti Nino.

Secondo l’avvocato Massimo Dinoia, difensore di Sozzani, il quale in quel periodo parlava con Mauro Tolbar, presunto collettore di tangenti, e Caianiello, intercettati anche col sistema “troyan” inoculato nei telefoni, quelle intercettazioni sono “inutilizzabili” (il gip dovrà decidere se mandarle o meno alla Camera), non furono affatto “casuali” e dovevano essere autorizzate.

Nel frattempo, è fissato per venerdì mattina l’interrogatorio in Procura del “grande manovratore” Caianiello, convocato dal pm Scudieri, e in questi giorni sono stati sentiti altri arrestati. Per due volte è stato ascoltato Alberto Bilardo - ex segretario di FI a Gallarate (Varese), nel cda della società pubblica Accam e uno degli uomini più a contatto con Caianiello - che ha riempito oltre 500 pagine di verbali (il primo è di oltre 250). Ieri, infine è stato sentito Beniamino Crescenti, uno dei presunti intermediari di mazzette e che, come già molti altri, avrebbe fatto ammissioni davanti ai pm.

print_icon