LA NUOVA REGIONE

Giunta Cirio, il vice è Carosso

Piccolo colpo di scena alla firma dei decreti di nomina. La Lega mette il consigliere astigiano e non la Poggio ad affiancare il governatore. Una decisione presa da Molinari su suggerimento del deputato (e compagno di vacanza) Giaccone

Smentendo le indiscrezioni (e, forse, i desideri dello stesso neo governatore), il vice di Alberto Cirio non è una donna. Sarà infatti l’astigiano Fabio Carosso a condividere con il presidente albese la guida del governo del Piemonte. A decidere di piazzare sulla poltrona cui fino a ieri pareva destinata l’alessandrina Vittoria Poggio è stato il numero uno del Carroccio piemontese Riccardo Molinari, accogliendo il suggerimento di Andrea Giaccone, segretario della Lega di Asti, deputato eletto alle scorse politiche, ma soprattutto amico col quale trascorre spesso le vacanze. A lui anche le deleghe all’Urbanistica, Enti locali, Montagna e Parchi.

Carosso è stato sindaco di Coazzolo, piccolo centro nell’Astigiano sulle colline del Moscato e presidente del Consiglio della Comunità Collinare “Tra Langhe e Monferrato”. È stato eletto grazie alle oltre 4.500 preferenze conquistate nel suo collegio. Classe 1972, coniugato e padre di due figli, ha svolto varie attività imprenditoriali (prima come titolare di un’azienda agricola e, dal 2003, a capo della società “L’Isola Blu”, fondata negli anni ‘70 dal padre, operante nel settore piscine e wellness a Castagnole delle Lanze), ricoprendo dal 2009 anche l’incarico di sindaco di Coazzolo e di presidente del Consiglio della Comunità Collinare “Tra Langhe e Monferrato”.

Per il resto la composizione della giunta è quella ampiamente anticipata: la Poggio a Commercio, Turismo e Cultura, che con le sue 67 primavere è la più anziana della squadra; il novarese Marco Marnati a Ricerca, Innovazione, Energia e Ambiente; l’alessandrino Marco Protopapa a Agricoltura, Cibo, Caccia e Pesca. Alla Sanità il cuneese Luigi Genesio Icardi. A Fabrizio Ricca, capogruppo in Comune a Torino, 33 anni il più giovane, vanno le deleghe a Internazionalizzazioni, Partecipate, Giovani, Immigrazione, Sport, Opere post olimpiche, Sicurezza e Polizia locale. Alla biellese Chiara Caucino, che sarà nominata il primo luglio, avrà le deleghe a Famiglia, Bambini, Casa, Politiche sociali e Pari opportunità. Per Fratelli d’Italia, Elena Chiorino a Scuola, Formazione professionale, Lavoro e Università; Roberto Rosso le deleghe per occuparsi di Semplificazione, Delegificazione, Affari legali, Rapporti con il Consiglio regionale, Emigrazione e Diritti civili. Gli assessori azzurri sono Marco Gabusi con Trasporti e Infrastrutture, Protezione civile e Organizzazione, e Andrea Tronzano con Attività produttive, Piccole e medie imprese, Bilancio e Patrimonio.

Cirio, ha firmato i decreti di nomina di dieci nuovi assessori regionali. A questi se ne aggiungerà una undicesima, che per l’insediamento deve attendere la proclamazione, dopo la surroga con un altro consigliere (Caucino con Michele Mosca). Sette assessorati vanno alla Lega, che ha anche la vicepresidenza della Regione con Carosso. Due vanno a Forza Italia e due a Fratelli d’Italia. Il governatore ha tenuto le deleghe a Europa, Affari istituzionali, Grandi eventi, Autonomia.

La prima riunione della giunta è convocata per lunedì alle 12. “In una settimana abbiamo composto la squadra in anticipo sui tempi previsti che fissano in dieci giorni i temi per definire la giunta – dichiara Cirio –. Sono molto contento di essere riuscito a trovare una situazione di ottimo equilibrio per rappresentare geograficamente in modo equilibrato Torino e le province, garantire il requisito di novità con le deleghe gestionali affidate a persone nuove. A tre donne di grande valore sono state affidate alcune delle deleghe più importanti e su cui si gioca il bene futuro della nostra regione. Una Giunta che rappresenta in modo capillare le nostre province, accanto al capoluogo, Torino, presente con assessori che si occuperanno in particolare di impresa e attività produttive, perché proprio qui si è fatta più critica e forte l’emergenza lavoro. Molti sono sindaci di piccoli comuni a testimonianza del rispetto che dobbiamo ai nostri oltre 1.200 piccoli comuni”. 

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