CONTABILITA' POLITICA

Sanità, la Regione non investe più

L'allarme della Corte dei Conti nel giorno della parifica del bilancio 2018. Nel complesso giudizio sostanzialmente positivo sull'azione di risanamento intrapresa dalla precedente giunta e un incoraggiamento a quella nuova di proseguire con la politica del rigore

È un giudizio tra luci e ombre quello con cui i giudici contabili parificano, assegnando di fatto il proprio semaforo verde, il Rendiconto 2018 della Regione Piemonte. E tra le principali criticità riscontrate dalla Corte dei Conti ci sono gli investimenti in campo sanitario: troppo pochi e spesso usati male. Negli ultimi tre anni si è passati dai 24 milioni del 2016 ai 21 dell’anno successivo per chiudere con appena 7,7 milioni nel 2018. Insomma nell’ultimo anno la spesa per investimenti sanitari della Regione ha assorbito appena l’1,84 per cento della spesa complessiva in ambito sanitario. Briciole. E se poi si tiene conto di come spesso vengono (mal) utilizzate il quadro diventa ancor più allarmante. La Sezione di Controllo evidenzia criticità “sullo stato di realizzazione delle opere nel settore dell’edilizia sanitaria” dove “è emersa una particolare lentezza sia sotto il profilo della programmazione e dell’approntamento delle risorse che in relazione al completamento dei lavori”. Il numero uno della Procura contabile Giancarlo Astegiano – in procinto di lasciare l’incarico per trasferirsi a Roma, sezione d’Appello – cita l’incompiuta di Valle Belbo, nell’Astigiano e i ritardi emersi nell’ospedale di Verduno, nel Cuneese, che doveva essere pronto a giugno (l’accordo di programma risale al 2003). Se a ciò si aggiungono le incognite legate alle due Città della Salute, di Torino e Novara, ecco che le preoccupazioni sono più che giustificate. Tra i problemi, sempre in ambito sanitario, è stata sottolineata la cosiddetta mobilità passiva, che nel 2017 ha fatto registrare un saldo negativo di 4.653 pazienti, a fronte dei saldi positivi delle Regioni limitrofe.

Il giudizio riguardo alla gestione dei conti della passata legislatura è sostanzialmente positivo: “L’auspicio è che l’amministrazione regionale prosegua nella linea di rigore che ha consentito alla precedente amministrazione di passare da un disavanzo superiore a 7,5 miliardi del 2016 ai 6,6 miliardi del 2018, cercando nelle pieghe del proprio bilancio la possibilità di interventi indirizzati a potenziare gli investimenti” afferma la presidente della sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, Maria Teresa Polito. Anche il debito scende leggermente: da 9,8 a 9,6 miliardi mentre la spesa, che nel 2014 era 12,5 miliardi, ora è 11,4 miliardi per larga parte assorbita dalla sanità, che copre 8,5 miliardi.

Bene ma non benissimo. Anche nei prossimi cinque anni la politica si troverà a camminare su una fune, cercando di mantenere un difficile equilibrio tra il dovere del rigore e quello altrettanto importante di garantire ai cittadini servizi adeguati. “La Sezione – ha detto Polito – ha ben chiare le difficoltà con cui la gestione contabile regionale si è trovata a operare, anche per le complesse situazioni debitorie risalenti nel tempo. Ma è animata dalla convinzione che il rigore finanziario è essenziale per consentire nel tempo lo svolgimento delle missioni a cui la Regione è chiamata”.

È stato un lungo e complesso lavoro di collaborazione quello che ha portato, solo nel 2015, e dopo una serie di mancate parifiche, all’emersione di tutte le passività dell’ente. Condizione indispensabile per attuare un piano di risanamento cui si è dedicato l’ex vicepresidente Aldo Reschigna. Sempre nel settore sanitario migliorano i tempi dei pagamenti mentre viene giudicata positivamente la sforbiciata alle partecipazioni, dalle 76 del 2012 alle attuali 52, con uno incoraggiamento a proseguire su questa strada a partire dal rapporto tra Finpiemonte e la controllata Finpiemonte Partecipazioni che dovrebbero prima o poi convolare a nozze.

“La volontà del nuovo governo regionale è quella di garantire il rigore della spesa pubblica e proseguire l’attività di risanamento messa in campo dal mio predecessore Sergio Chiamparino – ha affermato nel suo intervento Alberto Cirio –. Faremo tesoro delle segnalazioni pervenute dalla Corte dei Conti siamo disponibili a momenti di confronto anche nel corso dell’anno per arrivare al giudizio di parifica che auspichiamo di poter ottenere anche in futuro, magari con meno criticità di oggi”. “Continueremo nel lavoro che opportunamente è stato fatto da chi mi ha preceduto per ridurre i costi della politica - ha proseguito Cirio -. So che è un’operazione che non salva il bilancio della Regione, ma salva la credibilità dell'istituzione, fatto che il ritengo altrettanto importante”. In ambito sanitario, secondo il neo presidente “ci sono sempre state forti resistenze nella comunicazione fra Regione e aziende. Dovremmo superarle, perché i problemi nei bilanci della aziende sanitarie vanno poi a confluire nel bilancio regionale, che fa da cappello. Per cui è meglio che vengano analizzati in corso d'anno, piuttosto che non rendersene conto solo a consuntivo, come in passato”.

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