POLITICA & GIUSTIZIA

Rimborsopoli bis, la procura salva Cirio

C'è anche il neo governatore tra i 28 ex consiglieri regionali dell'era Bresso di cui i pm chiedono l'archiviazione. Ma l'ultima parola spetta al gup. Rinvio a giudizio per 18 con l'accusa di peculato

La procura di Torino ha chiesto l’archiviazione per 28 ex consiglieri regionali del Piemonte, in carica dal 2008 al 2010, che erano stati indagati con l’accusa di peculato per rimborsi illeciti. Tra loro anche l’attuale presidente del Piemonte, Alberto Cirio, eletto il 26 maggio. Con lui, i pm chiedono di non procedere anche nei confronti di tre parlamentari del Pd: i deputati Stefano Lepri e Davide Gariglio e il senatore Mauro Laus. L’indagine riguardava l’utilizzo irregolare di fondi assegnati per il funzionamento dei gruppi consiliari di Palazzo Lascaris: gli ex consiglieri erano accusati di aver ottenuto rimborsi illeciti dal gennaio 2008 fino alla fine della legislatura di Mercedes Bresso nel 2010. Lo scorso febbraio erano stati 18 gli ex consiglieri che non avevano ricevuto il 415 bis e per i quali si prospettava la richiesta di archiviazione, nel frattempo altri se ne sono aggiunti.

Oltre alle 28 archiviazioni richieste, su cui avrà l’ultima parola il gup Silvia Salvadori, la procura ha formalizzato anche la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di 18 ex consiglieri regionali del Piemonte che, in carica tra il 2008 e il 2010, avrebbero ottenuto rimborsi illeciti. Tra i loro nomi compaiono quelli di Michele Giovine (Pensionati), Maurizio Lupi (Verdi Verdi) e Angelo Burzi (ex FI), condannati dalla Corte d’appello di Torino al termine dell’inchiesta sulle “spese pazze” dell’era della giunta del leghista Roberto Cota (2010-2014), e ora in attesa del pronunciamento della Cassazione. Le contestazioni più alte sono quelle a Roberto Boniperti (ex An) e Giuliano Manolino (Moderati): al primo, già condannato in primo grado per la prima Rimborsopoli, vengono contestati rimborsi illeciti per 261mila euro. Al secondo, invece, è contestato un peculato da 168mila euro. Quattro ex consiglieri, invece, hanno proposto di patteggiare. Richiesta di rinvio a giudizio anche per Renato Dutto, Tino Rossi, Luca Caramella, Maria Cristina Spinosa, Mariangela Cotto, Pietro Francesco Toselli, Giovanni Pizzale, Marco Botta, William Casoni, Riccardo Nicotra, Luca Robotti, Giovanni Caracciolo, Franco Guida. L’inchiesta della polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza è stata coordinata dal sostituto procuratore Giovanni Caspani e dall’aggiunto Enrica Gabetta.

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