OPERE & OMISSIONI

Asti-Cuneo, ancora un rinvio. L'Authority rimanda all'Europa

Smentito il ministro Toninelli secondo cui il percorso era ormai avviato e Bruxelles si sarebbe espressa, eventualmente, a cose fatte. Nel parere dell'Art osservazioni e prescrizioni. Rimandato l'ok del Cipe - DOCUMENTO

Se le buone notizie annunciate dal ministro Danilo Toninelli nei giorni scorsi, e corroborate da forse eccessivo ottimismo del presidente del Piemonte Alberto Cirio, sono quelle contenute nel parere dell'Autorità dei Trasporti, sull'Asti-Cuneo c'è poco da stere allegri. Una sfilza di criticità cui mettere mano, rivedendo il piano predisposto dal ministro pentastellato, prescrizioni ineludibili e da attuare prima di pensare ad aprire i cantieri "entro l'estate" come promesso; e poi, non ultima, quella sconfessione della tesi di Toninelli secondo cui per procedere con gli appalti non serve il via libera dell'Unione Europea: “Si prende atto della segnalata interlocuzione con la Direzione Generale competente della Commissione europea - scrive l'Authority - con la quale dovrà essere preventivamente condiviso il nuovo scenario di riferimento anche sotto il profilo della disciplina della concorrenza”.

Ma questa non è l'unica prescrizione dell'organo di regolazione presieduto da Andrea Camanzi, riunitosi ieri e il cui parere è approdato stamane al Cipe, senza peraltro venire discusso. Adesso, quando il testo è stato reso noto a Borsa chiusa per non influenzare i mercati, si comprende meglio quanto successo stamattina a Palazzo Chigi. L’Asti-Cuneo era all’ordine e l’ennesimo rinvio è dovuto al contenuto del parere dell’Art, piombato sul tavolo del Comitato per la programmazione economica.

Il documento che secondo il ministro e il governatore sarebbe stato poco più di un proforma, non certo in grado di bloccare l'annunciato percorso veloce con l'immediata approvazione del piano da parte del Cipe, è risultato un masso che imgombra tutta la strada. E per spostarlo, aderendo alle varie  prescrizioni, servirà altro tempo. Come ampiamente previsto, il nodo più importante da sciogliere resta quel diritto di subentro, ovvero la somma che il nuovo concessionario della Torino-Milano dovrebbe versare all’uscente, ovvero al Gruppo Gavio. Che poi è quello che chiede anche l’Unione Europea, dalla quale nei mesi scorsi sono arrivati segnali e indicazioni chiari sul punto: tenere un diritto di subentro troppo oneroso lede il diritto alla libera concorrenza, frenando o addirittura impedendo la partecipazione di altri concessionari alla gara quando sarà bandita nel 2026.

Ma l’aumento del diritto di subentro è anche la soluzione trovata dallo stesso Toninelli per sopperire alle misure contenute nel piano predisposto dal suo predecessore Graziano Delrio e cestinato dal Governo Lega-Cinquestelle. Delrio, a cavallo tra il 2017 e il 2018, aveva ottenuto l’ok della società Autostrade Asti-Cuneo, ovvero dal Gruppo Gavio che ne detiene il 65%, così come dalla commissione Europea al “cross-financing”: a Gavio sarebbero stati concessi 4 anni di proroga per la Torino-Piacenza, gestita attraverso Satap, aumenti tariffari annuali pari al massimo dell’inflazione più lo 0,5 per cento, e in cambio l’obbligo a finanziare i 350 milioni mancanti per la Asti-Cuneo, senza toccare il diritto di subentro. Aumento che, invece, è l’aspetto più eclatante del piano di Toninelli, ma anche la questione più complicata per passare il vaglio europeo o comunque evitare successive procedure di infrazione.

Il parere arrivato dall’Autorità dei Trasporti rimette sul tavolo più di un questione. E rimanda al confronto con l'Europa. Forse l'Autorità ha fatto i suoi rilievi anche tenendo conto di quanto Bruxelles non ha mancato di segnalare attraverso la Direzione generale per il mercato interno. Per attendere il documento dell’Authority, Cirio aveva concordato con Toninelli lo spostamento di un paio di giorni in avanti della già fissata riunione del Cipe, in maniera tale da non doverne aspettare una successiva per l’agognata e tanto annunciata riapertura dei cantieri. Il parere è arrivato in tempo, ma è rimasto dentro la cartelletta. Le trombe di Toninelli pronte a squillare per annunciare il risultato promesso sono rimaste mute.

Leggi il parere dell'Autorità dei Trasporti

Da piazza Castello riferiscono che di fronte a questa ulteriore impasse Cirio non ha mostrato eccessiva preoccupazione, essendo il governatore fiducioso se non addirittura certo che tutto si sistemerà in temi brevi. “Oggi è stato fatto un altro passo avanti importante – afferma facendo buon viso a cattivo gioco –. Il Cipe ha finalmente trattato l’Asti-Cuneo durante la seduta di stamattina e il premier Conte ha preso atto della trasmissione del parere dell’Autorità di regolamentazione dei trasporti, chiedendo al ministro Toninelli di confrontarsi immediatamente con il concessionario. Ho sentito personalmente la società Asti-Cuneo, che sta già analizzando il parere dell’Art e lavorando per adeguare il piano finanziario alle prescrizioni evidenziate. Continuerò a vigilare affinché questo possa avvenire in tempi brevissimi, perché ho ricevuto dal ministro Toninelli la disponibilità a convocare una nuova riunione del Cipe già la prossima settimana, in modo da procedere con l’approvazione e la ripartenza dei cantieri entro l’estate. È tempo di mettere la parola fine a una tragicommedia che dura ormai da 30 anni”.

La realtà dei fatti, contenuta nelle pagine del parere, lascia un po' meno spazio all'ottimismo. E ricondurre la mancata discussione al Cipe alla necessità di verificare la disponibilità del Gruppo Gavio ad accettare la riduzione del diritto di subentro - tesi sostenuta da piazza Castello - sembra a dir poco riduttivo rispetto agli altri adempimenti, a partire dal via libera da ottenere da Bruxelles, richiamati nel documento. Non era mancata, quando ancora non si conosceva il contenuto del testo dell'Authority, la reazione del Pd che con la deputata cuneese Chiara Gribaudo: “mentre il ministro ripeteva giorni fa che per l'Asti-Cuneo erano in arrivo buone notizie, siamo ancora di fronte a un nulla di fatto”.

Di certo i tempi promessi da Toninelli e dallo stesso premier Giuseppe Conte fn dallo scorsa primavera, per la riapertura dei cantieri cozzano con quanto richiesto dall'Autorità dei Trasporti. Nel lungo documento si sottolinea , infatti, come quella del valore di subentro sia "questione rilevante anche in considerazione del fatto che le criticità già segnalate dagli Uffici dell’Autorità risultano ora accentuate, in ragione del considerevole incremento del valore di subentro".

L'organismo sottolinea come "l’Autorità  che la Commissione europea hanno evidenziato le problematiche di contendibilità relative ai riaffidamenti delle concessioni con valori di subentro molto elevati". Ma per Toninelli era tutto a posto e quel parere dell'Autorità dei Trasporti, poco più che una formalità da sbrigare rapidamente e rapidamente al Cipe sbloccare i cantieri. "Riapriranno entro l'esate". A questo punto non è esagerato chiedere di che anno.

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