CENTRODESTRA

Toti è pronto (aspetta Salvini)

Il governatore ligure presenta il simbolo della nuova formazione e preme per andare presto alle urne. Ma se il Capitano, che pare piuttosto confuso, non ottiene le elezioni sono guai. Berlusconi ora vuole la sua testa e, dicono, pure la poltrona in Regione

Nell’azzurro berlusconiano si apre lo sbrego arancione di Giovanni Toti. “Ecco il simbolo di Cambiamo, realizzato grazie ai vostri suggerimenti, che potrete scegliere alle prossime elezioni per cambiare insieme a noi. Prima si vota meglio è!”. È lo stesso governatore della Liguria a presentare su facebook il logo della sua nuova forza politica: un cerchio metà azzurro, metà arancione, con dentro un tricolore stilizzato e la scritta “Cambiamo con Toti”. Caratteri cubitali su un blu più intenso e un arancio che fa sempre molto moderato, un accenno di bandiera italiana, il suo nome a occupare quasi la metà del marchio. “Contro gli accordi al ribasso per salvare qualche poltrona, al fianco di chi vuole costruire un paese fatto di merito e di Sì!”, Toticerca di intercettare gli elettori di centrodestra disamorati di Silvio Berlusconi e promette più cantieri, più soldi nelle buste paga, più consumi, più esportazioni, più occupazione, più formazione professionale, più ricerca e più merito. Ma anche meno burocrazia, meno leggi e regolamenti, meno codici blocca-appalti, meno nepotismo, meno tasse. L’altra metà del cielo azzurro, Forza Italia, guarda a un nuovo esecutivo di centrodestra con rapporti interni tutti da rivedere (e senza “traditori”). Un eventuale Governo dell’uomo solo al comando è da escludere per Renato Brunetta, che aspira a una coalizione “forte, responsabile e vincente, perché il Paese ha bisogno di questo”. Una alleanza solida insomma e che sia anche europeista. Quindi promette: “Non ci presteremo a nessun avventurismo estremista di destra, sovranista e populista”.

Alla vigilia della partenza del tour – prima tappa Matera il 2 settembre – Toti sta facendo il censimento di quanti dirigenti ed eletti di Forza Italia abbiano già deciso di seguirlo e, soprattutto, di come incentivare quelli che, ancora timorosi, stanno alla finestra. La campagna di proselitismo è solo agli inizi ma, a detta dei totiani promette bene.

In Piemonte il riferimento è il senatore tortonese Massimo Berutti, in questi giorni ferragostani impegnato a dar vita ai circoli sul territorio e a dare risposta al primo drappello di amministratori locali che hanno varcato il Rubicone. Ancora tra color che son sospesi i deputati di Giaveno Daniela Ruffino, ultimamente pare decisamente propensa a rientrare nei ranghi dell’ortodossia, e Osvaldo Napoli, piuttosto combattuto sul da farsi.

Intanto, per cercare di rispondere all’editto di Arcore, a quella fatwa lanciata su di lui e i suoi seguaci, Toti ha incassato mercoledì scorso, al termine della cerimonia di commemorazione della tragedia del Ponte Morandi, la visita di Matteo Salvini. Il leader della Lega, scortato dall’ex viceministro Edoardo Rixi, dalla vicepresidente della Regione Sonia Viale, e dalla totianissima assessore alla Cultura, Ilaria Cavo, ha voluto anche plasticamente rifiutare ogni sorta di veto nei confronti di Toti. Quale sarà la collocazione, se nel listone con la Lega (ma senza Forza Italia, che ha respinto l’ipotesi) oppure in formazione autonoma questo si vedrà al momento del voto che Toti, al pari di Salvini, si augura arrivi al più presto. Per il momento, va evidenziato che nonostante la risoluzione presa dal coordinamento nazionale nessun totiano ha ricevuto diffide o comunicazioni di espulsione. Questione di giorni, fanno sapere da Palazzo Grazioli.

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