OPERE & OMISSIONI

Ultima beffa di Toninelli, l'Asti-Cuneo non riparte

L'estate sta (quasi) finendo e di cantieri non c'è manco l'ombra. Dopo l'annuncio trionfale di inizio agosto anche Cirio torna con i piedi per terra e ora fa gli scongiuri. Gribaudo (Pd): "Hanno festeggiato sul niente, tutto è fermo al vaglio del Mef"

Gli squilli di tromba che annunciavano la riapertura dei cantieri per l’Asti-Cuneo, oggi sembrano una musica da requiem. Il dossier, tutt’altro che completato, è fermo al Mef dove il ministro Giovanni Tria che sulla questione già era andato con piedi di piombo adesso, con la crisi di governo più pazza e imprevedibile mai vista, calza gli scarponi da palombaro.

Cambio rapido dello spartito anche per Alberto Cirio. Il governatore, forse fidandosi troppo del ministro Danilo Toninelli e del coro governativo con gli acuti leghisti, lo scorso 1° agosto non aveva atteso tempo e risparmiato entusiasmo affermando che “questa è una giornata storica. Ora possono finalmente ripartire i cantieri per completare un'opera che il nostro territorio aspetta da 30 anni”. Adesso, quando lo scenario si spoglia dal fondale costruito dal governo gialloverde lasciando intravvedere tutti gli intoppi che stanno dietro, lo stesso presidente della Regione, pur dicendosi “convinto che per l’Asti-Cuneo non cambierà nulla” si acconcia a “cane da guardia pronto a mordere chi non rispetterà le esigenze del Piemonte”.

Assai meno “sereno” di quanto non dica di essere (probabilmente facendo gli scongiuri davanti alla foto di Enrico Letta) Cirio, è il suo compagno di partito Lucio Malan: “Ci sono tutti i presupposti per una bocciatura da parte della Commissione Europea” ha avvertito il senatore azzurro, riferendosi alla questione del diritto di subentro da versare al concessionario uscente, trovandosi di fatto in linea con le critiche mosse dal Partito Democratico al nuovo schema adottato dal Governo al posto di quello dell’ex ministro Graziano Delrio già avvallato da Bruxelles.

I timori che serpeggiano in Piemonte, guardando all’opera incompiuta di cui il Governo Lega-Cinquestelle ha annunciato la ripresa dei lavori entro l’estate, sono per nulla ingiustificati. Ancor più, ma non solo, nell’attuale quadro politico. Proprio la Lega, che si era intestato il merito di aver sbloccato la situazione, ha inserito l’Asti-Cuneo nell’elenco delle opere bloccate da Toninelli. “Ritardata di un anno e non definitivamente sbloccata”, scrive il partito di Matteo Salvini nel documento di accusa nei confronti dell’ex alleato, finendo con lo smentire se non tutto almeno in parte gli esultanti annunci fatti dallo stesso Carroccio appena un mese fa quando il Cipe approvò, con una seri di prescrizioni, il piano di Toninelli.

La verità è che “la delibera del Cipe su Asti-Cuneo non è valida fino a quando non sarà pubblicata in Gazzetta. E per questo deve essere vagliata dal ministero dell'Economia e dalla Corte dei Conti”, spiega Chiara Gribaudo. La deputata cuneese del Pd, che da subito aveva denunciato le conseguenze negative della cancellazione del provvedimento Delrio, osserva come “il Mef già fortemente preoccupato per la possibile e assai probabile apertura della procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea, ora che il Governo è caduto userà ancora molta più cautela. Con buona pace di chi un mese fa festeggiava sul niente".

Se anche l’assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi ammette che la promessa di riaprire i cantieri entro il 23 settembre sembra impossibile da mantenere, l’uomo delle infrastrutture nella squadra di Cirio paventa piuttosto un possibile ulteriore cambio dello schema o un ritorno al precedente nel caso di un governo Pd-Cinquestelle.

“Mi auguro che il prossimo governo confermi la riapertura dei cantieri per completare l’opera, sistemando i problemi autorizzativi ancora in sospeso”, dice il sindaco e presidente della Provincia di Cuneo, Federico Borgna. Pure lui un po’ troppo rapido a stappare la bottiglia, subito rimessa in frigo quando Delrio aveva smentito in tempo reale il suo successore così come Matteo Salvini e il segretario regionale Riccardo Molinari che avevano definito il via libera del Cipe “una grande vittoria della Lega”.

L’ex ministro, oggi capogruppo del Pd alla Camera era stato netto: “Toninelli non sbloccherà un bel niente perché, dopo un anno perso a fermare tutto, porta al Cipe una delibera illegittima”. Il Cipe aveva imposto una serie di prescrizioni. “Continuiamo a realizzare le opere che servono ai cittadini, per questo sono molto contenta dell'approvazione da parte del Cipe”, commentava Laura Castelli, la pentastellata viceministro al Mef. Proprio il ministero dove l’iter, tutt’altro che completato, dell’Asti-Cuneo è fermo. Come lo resteranno i cantieri.   

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