SCIUR PADRUN

Governo, Ravanelli teme la paralisi

Non tanto la disattenzione al Nord produttivo quanto l’incompatibilità dei due partner a preoccupare il numero uno di Confindustria Piemonte: "L’unione di due forze antitetiche rischia di replicare un film già visto"

“Lo ammetto, avrei preferito le elezioni piuttosto che assistere alla replica di un matrimonio difficile com’è stato quello tra Lega e Cinque Stelle. Ma ormai queste considerazioni appartengono al passato, il nuovo governo si è formato e gli industriali del Piemonte non hanno una posizione pregiudiziale, giudicheranno i fatti concreti”. Nessun pregiudizio, certo, ma traspare nelle parole di Fabio Ravanelli, presidente di Confindustria Piemonte, la delusione per la nascita di un esecutivo lontano da lui, ex consigliere comunale con la Lega a Novara, e – teme – dagli interessi di un mondo, quello delle imprese, che ancora fatica a risollevarsi dalla crisi.  “Per ora, rilevo solo che nei 26 punti del programma la parola impresa è citata pochissime volte. Eppure, il nostro sistema produttivo negli ultimi anni ha perso ha perso 30 punti di produttività rispetto alla Germania e sostenerlo dovrebbe essere una priorità per l’esecutivo di qualsiasi colore”. Secondo Ravanelli, intervistato dal Foglio, “è chiaro che un governo che avesse scarsa presa sulle zone più produttive sarebbe un problema in qualsiasi paese e penso che sia interesse del governo stesso ascoltare i ceti imprenditoriali”.

Per il vertice degli industriali torinesi “l’unione tra due forze antitetiche come sono Cinque Stelle e Pd rischia di replicare un film già visto. Il paese avrebbe bisogno, invece, di forze di governo allineate su scelte vitali per il futuro del paese” una condizione che già nell’esecutivo passato, con dentro la Lega, non era soddisfatta come dimostra la rottura imposta in estate da Matteo Salvini. Nessun timore, invece, sulla Tav che “si farà. Il tema delle infrastrutture - non solo quelle grandi, anche quelle di minore dimensioni e, pensando al mio territorio, mi viene in mente il completamento dell’autostrada Asti-Cuneo - è centrale per lo sviluppo dell’Italia e in effetti mi auguro che con il nuovo ministro ci potrà essere un dialogo costruttivo”. Il timore è, invece, sull’incompatibilità sulle scelte del nuovo governo che “porterebbe alla paralisi, come del resto è già accaduto”.

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