LE REGOLE DEL GIOCO

Legge elettorale, fronte del Nord: "Respingeremo il diktat di Salvini"

Pd e Leu insieme nelle cinque regioni del Nord per impedire l'approvazione entro il 30 settembre del quesito per cancellare la quota proporzionale. Maratona a Palazzo Lascaris. "La proposta non sta in piedi dal punto di vista giuridico e non è ammissibile"

Un fronte del Nord per fermare Matteo Salvini. Il Pd di Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto e Friuli Venezia Giulia definisce un’unità d’azione per impedire al leader della Lega di far approvare entro lunedì 30 settembre nei cinque consigli regionali un quesito referendario parzialmente abrogativo della legge elettorale nazionale, con lo scopo di cancellarne la componente proporzionale e trasformarla in senso totalmente maggioritario.

“Salvini chiedeva i pieni poteri, oggi li esercita sulle Regioni del Nord, costrette da un diktat lanciato domenica scorsa a Pontida a forzare le procedure per approvare in pochi giorni, senza alcun dibattito, un referendum sulla legge elettorale nazionale”, scrivono in una nota i presidenti dei gruppi dem di Piemonte Domenico Ravetti, Liguria Giovanni Lunardon, Lombardia Fabio Pizzul, Veneto Stefano Fracasso e Friuli Venezia Giulia Sergio Bolzonello.

“Le Regioni vengono svilite a meri strumenti di lotta politica al servizio della Lega – continuano gli esponenti Pd –. Peraltro, il quesito che stanno chiedendo di approvare non sta in piedi dal punto di vista giuridico e non ha le condizioni per essere ritenuto ammissibile, ma la strategia politica di Salvini, per i consiglieri regionali della Lega e delle forze politiche alleate, non ammette discussioni e va seguita con fede cieca. Noi abbiamo un altro modo di concepire la democrazia e ci opporremo in tutte le Regioni del nord a questo scempio delle istituzioni”.

Sulla stessa linea anche il capogruppo di Leu a Montecitorio Federico Fornaro: “I consigli regionali di Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto e Friuli hanno risposto obbedisco all’ordine emesso lo scorso 14 settembre da Salvini nel corso dell’assemblea degli amministratori locali della Lega. Senza alcun dibattito preventivo e riflessione sulla portata del quesito referendario per abolire la quota proporzionale del Rosatellum, cinque regioni governate dal centrodestra si stanno muovendo all’unisono al richiamo del leader della Lega non per rispondere ai bisogni dei cittadini del loro territorio, ma per esigenze meramente politiche. Regioni ridotte a cassetta della posta di ordini altrui, con un testo referendario scritto da un partito e non certo coordinato e preventivamente condiviso in riunioni tra le cinque regioni. Autentico svilente oltraggio all’autonomia regionale, per anni esaltata dalla Lega, e uno strumentale snaturamento della nostra Costituzione”.

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