POTERE & POLTRONE

Profumo batte Cassa

L'ex ministro prepara con un anno di anticipo la sua uscita dalla Compagnia di San Paolo. Appendino non intende rinnovarlo e così dovrà lasciare anche la poltrona al vertice di Acri. Punta alla presidenza di Cdp, Guzzetti volendo (e al Governo piacendo)

Chi salverà il soldato Profumo dall’incerto destino che lo attenderà dopo il niet della sindaca Chiara Appendino alla riconferma, l’anno prossimo, al vertice della Compagnia di San Paolo? L’ex ministro del governo di Mario Monti è approdato nel maggio scorso alla presidenza dell’Acri, ma contrariamente a quello quasi ventennale del suo predecessore Giuseppe Guzzetti, il mandato di Francesco Profumo nell’Associazione tra le Casse di Risparmio e le Fondazioni di origine bancaria si prospetta con una scadenza da yogurt. Alla fine del suo mandato a capo della cassaforte di corso Vittorio Emanuele corrisponderebbe, infatti, la perdita di quella poltrona conservata per quasi quattro lustri dal grande vecchio della finanza bianca lombarda.

Se i volti di coloro che potrebbero correre, con debito anticipo, in soccorso dell’ex rettore del Politecnico da tempo nel mirino della sindaca sono ancora avvolti dalla nebbia e magari da qualche dubbio, appare invece sempre più chiara la exit strategy di Profumo. Alla strategia di uscita (obbligata), nei piani, dovrebbe corrispondere l’entrata dal portone principale in Cassa Depositi e Prestiti.

La favorevole congiuntura di astri nascenti e calanti nella galassia dove la politica incrocia la finanza si presenterebbe per Profumo con l’assai probabile e ormai ripetutamente annunciato abbandono della presidenza di Cdp da parte di Massimo Tononi per il quale sarebbe pronta la poltrona al vertice di Telecom Italia, gruppo di cui la cassaforte del Tesoro detiene una quota che sfiora il 10%.

E al Tesoro, ovvero il Mef, spetta la designazione dell’amministratore delegato di Cdp, mentre la presidenza è di nomina proprio delle 61 Fondazioni di origine bancaria. Non è un caso che prima del suo arrivo all’Acri quello di Profumo era stato un nome fatto circolare come possibile successore di un Tononi già dato in partenza anche se il diretto interessato aveva ripetutamente smentito. Il risiko primaverile prevedeva un ulteriore risvolto piemontese con successore di Guzzetti il presidente della Fondazione Cr Torino, Giovanni Quaglia.

Allora non se ne fece nulla, ma non è detto che quello schema non possa tornare, anzi è proprio di un possibile passaggio di testimone, per meglio dire di poltrone, tra i due presidenti delle altrettante casseforti piemontesi che si potrebbero snodare le strade di entrambi.

Certo due incarichi pesanti ad altrettanti piemontesi sarebbe forse un piatto non digeribile per tutti, anche se il mutato quadro di governo nazionale con la Lega (in questo caso soprattutto quella lombarda e con riferimento l’ex sottosegretario Giancarlo Giorgetti) all’opposizione potrebbe spostare anche solidi schemi ed altrettante rivendicazioni, spianando il possibile percorso all’ex ministro verso Cdp e, magari, quello che porta all’Acri per il già presidente della Provincia di Cuneo riconfermato alla guida della cassaforte di via XX Settembre. Quaglia, peraltro in Cassa Depositi e Prestiti attualmente c’è e ricopre il ruolo di presidente del Comitato di Supporto del quale è membro anche Profumo.

E proprio il dominus di Cr Torino è il promotore del convegno ospitato stamattina alle Ogr sul tema “Il ruolo di Cassa Depositi e Prestiti a supporto del territorio, delle imprese e della pubblica amministrazione", presente l’ad Fabrizio Palermo. Occasione per discutere a latere della figura su cui puntare al momento delle dimissioni di Tononi? Un segnale del peso che Torino e il Piemonte possono avere nella partita? Forse entrambe le cose.

La nomina del suo presidente di Telecom Italia, dopo le dimissioni di Fulvio Conti rappresentante del fondo Elliot, è fissata per il 21 ottobre. Più fonti hanno riferito di una conversazione al telefono dell’amministratore delegato Luigi Gubitosi con Tononi al quale avrebbe prospettato la proposta della presidenza. Se, come pare, si libererà il vertice di Cdp, sarà davvero il caso di dire che una telefonata (quella di Gubitosi a Tonini) allunga la vita nelle stanze del potere per l’ex rettore che Piero Fassino, sindaco per ancora pochi mesi, spostò dalla presidenza di Iren a quella della Compagnia di San Paolo, dove Appendino ha deciso non debba restare per un altro giro.

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