POLITICA & GIUSTIZIA

"Così ho pagato Sozzani"

L'imprenditore D'Alfonso ha confermato ai pm di Milano il presunto finanziamento di 10mila euro versato al parlamentare piemontese di Forza Italia, per il quale la Camera di recente ha negato l'arresto

Il «pagamento avvenne attraverso l’emissione della falsa fattura»e le “modalità di pagamento mi vennero indicate prima»da Nino Caianiello, presunto “burattinaio” del sistema corruttivo, «poi da Sozzani», al secolo Diego Sozzani, deputato piemontese di Forza Italia, «che mi mise in contatto con Mauro Tolbar», presunto collettore delle tangenti. Così l’imprenditore della Ecol service Daniele D’Alfonso ha confermato ai pm di Milano il presunto finanziamento illecito «di 10mila euro»versato al parlamentare, per il quale la Camera di recente ha negato l’arresto. 

D’Alfonso, arrestato nella maxi inchiesta della Dda milanese su un sistema di mazzette, nomine e appalti pilotati e finanziamenti illeciti, che ha portato a 43 misure cautelari il 7 maggio, ha riempito pagine e pagine di verbali, come molti altri indagati, depositate tra le migliaia di atti dopo la chiusura della tranche principale a carico di 71 persone, tra cui lo stesso Sozzani, anche accusato di corruzione in uno stralcio di indagine ancora aperto. Davanti ai pm Silvia Bonardi e Luigi Furno, il 18 giugno scorso, l’imprenditore ha raccontato che il deputato Sozzani «mi venne presentato da Caianiello prima delle politiche del 2018, me lo presentò come referente di Forza Italia a Novara. Mi disse – ha aggiunto – che Sozzani aveva già lavorato con altre aziende che come la mia operavano nel settore delle bonifiche. Mi chiese di incontrarlo in modo tale da poter espandere la mia attività commerciale anche sul Piemonte». E ancora: «Io spiegai a Sozzani l’operatività di Ecol service, Caianiello mi disse però che dovevo dare “una mano a Diego” che in quel momento era impegnato nella campagna elettorale, e fu sempre Caianiello a quantificare in 10mila euro la somma del finanziamento poi erogato».

Sempre D'Alfonso ha ammesso che «è corretta la ricostruzione dell’ordinanza di custodia cautelare»su quel fatto di presunto finanziamento illecito, per il quale i magistrati milanesi avevano chiesto alla Camera di autorizzare la misura cautelare dei domiciliari per il parlamentare. Richiesta respinta con un voto dell’Aula. Fu sempre Sozzani, secondo D'Alfonso, «che mi mise in contatto con Gallina (Andrea, ndr)», ex ad di Acqua Novara Vco, società municipalizzata, «dicendomi che lui era un suo uomo, nel senso che lui era particolarmente vicino nonostante fosse della Lega». L’accordo con Gallina (indagato), ha messo ancora a verbale l’imprenditore, «era di ampio raggio» perché riguardava anche  «altri futuri affidamenti da parte della municipalizzata».

print_icon