LA GRANDE INCOMPIUTA

"Asti-Cuneo ferma, Cirio immobile"

Persino Conte ha ammesso che sul lodo Toninelli l'Europa storce il naso e minaccia procedure d'infrazione. Sui tavoli di Bruxelles c'è ancora l'ipotesi Delrio. A questo punto "De Micheli e il governatore prendano una decisione". L'affondo della deputata Pd Gribaudo

  “Se avessimo avuto una soluzione per ogni foto spot di Alberto Cirio da quando è governatore del Piemonte, allora l’Asti-Cuneo sarebbe finita da un pezzo”. È un attacco a testa bassa e, viste le eccessivamente trionfalistiche esternazioni del presidente della Regione (e della Lega) l’estate scorsa dopo l’incontro con l’allora ministro Danilo Toninelli, un colpire facile il bersaglio grosso quello della deputata cuneese del Pd Chiara Gribaudo.

A dire il vero, la parlamentare dem, non fa neppure troppi sconti alla ministra del suo partito, Paola De Michelli, tentennante da oltre un mese sulla questione, alla quale chiede di “tenere un occhio attento anche a cosa sta facendo l’Anas in Piemonte” di fronte a ritardi pure su altri interventi oltre che sulla storica incompiuta. E poi il nodo dell’alleanza con i Cinquestelle e quel “fare i conti con chi ha complicato le cose”, presentando il nuovo schema per il completamento dell’Asti-Cuneo come ha fatto Toninelli, paradossalmente senza togliere dal tavolo della Commissione Europea il precedente e già validato sistema che porta la firma di Graziano Delrio.

L’attesa di una decisione da parte del Governo su quale dei due scegliere è stata riconfermata ancora ieri dall’ambasciatore Michele Quaroni della Rappresentanza permanente italiana presso l’Unione Europea a un Cirio tornato assai più allarmato e per nulla sereno come aveva mostrato, con eccessivo ottimismo, di essere pochi mesi fa quando aveva auspicato la riapertura dei cantieri entro l’estate. “Non hanno ancora detto a Bruxelles quale è la strada che vogliono seguire - afferma sconsolato Cirio - È un problema politico. Sulla Asti-Cuneo abbiamo avuto la delibera del Cipe, ma il cambio di Governo di agosto ci ha creato una difficoltà”.

E proprio con il governatore se la prende Gribaudo: “Cirio stavolta ha spostato la sua passerella dalle sagre e dai cantieri della Granda direttamente a Bruxelles, città della quale ha evidentemente nostalgia visto che sfrutta ogni occasione per tornare a farci un giro. Atterra a Torino e – osserva la perfida piddina - viene a raccontarci frottole sulle risposte dell’Europa, quando è stato proprio il presidente Giuseppe Conte, pochi giorni fa, a dichiarare che la soluzione Toninelli potrebbe essere considerata dalla Commissione un aiuto di Stato al Gruppo Gavio”.

Inevitabile la stoccata riferita agli squilli di tromba estivi, non solo del governatore ma anche dello stato maggiore del Carroccio: “Una grande vittoria della Lega e del territorio, conquistata dopo oltre dieci anni di attese e rinvii: i lavori sono pronti a partire” proclamava Matteo Salvini, mentre il segretario piemontese Riccardo Molinari, un poco più cauto: “Confidiamo che i cantieri vengano avviati nel più breve tempo possibile per dare quella risposta di viabilità, necessaria per fare uscire dall'isolamento la provincia Granda”. Tanto basta per far dire, oggi, a Gribaudo: “Forse qualcuno doveva evitare di applaudire Toninelli come il salvatore, mentre il Pd denunciava questo rischio?”.

Tutto ciò, ovviamente, non solleva di un millimetro l’attuale ministro dalla responsabilità di decidere e in fretta cosa fare: proseguire con lo schema Toninelli con i rischi che comporta, o rischiare l’incidente con i Cinquestelle ma tirare dritto con il piano Delrio già avvallato da Bruxelles?

“Sono in continuo contatto con il ministro che è al Mit da 48 giorni e sta lavorando per sciogliere la situazione di incertezza lasciata dal suo predecessore” spiega la deputata cuneese per quale la scelta, dipendesse da lei, sarebbe scontata e rapida: “La scelta naturale, più semplice e lineare sarebbe quella di tornare alla proposta di Delrio, ma dobbiamo obbligatoriamente confrontarci con chi aveva scelto di complicare le cose. La soluzione migliore per la collettività non è quella di chi urla di più, ma quella che a conti fatti costa meno ai cittadini. Non so che tipo di resistenze culturali o di altro tipo ci siano a comprenderlo, ma anche per questo alla ministra cuneese della Pubblica Amministrazione (Fabiana Dadone, che aveva riferito dell’intenzione della De Micheli di procedere con lo schema Toninelli, ndr) direi di evitare certe uscite fuori luogo sul tema, meglio che si occupi di sbloccare le graduatorie dei concorsi pubblici per dare una mano ai nostri comuni”.

E sembra quasi un avviso alla navigante ferma in rada De Micheli, quella richiesta che Gribaudo avanza per altre opere. “Alla ministra sto chiedendo anche di tenere un occhio attento su cosa sta facendo Anas in Piemonte, perché l’operato dei dirigenti cambiati da Toninelli lo scorso anno mi preoccupa non poco. I nuovi ritardi nella ripresa dei lavori al Tenda Bis fanno il paio con lo stop alla circonvallazione di Demonte. Ma che sta facendo Anas? Possibile che le burocrazie non si parlino fra loro? La politica ha trovato i soldi per queste due opere ma oggi registriamo ancora una volta sul Tenda una forte disattenzione nell’assegnazione degli appalti, con società che spariscono e lasciano le terre di scavo dove sono, mentre la vicenda di Demonte è così grottesca da far pensare che si sia andati avanti con i pareri senza nemmeno consultarsi fra uffici per risolverla”.

L’affondo è un avvertimento: “Anas non si faccia passare per la testa di ritardare queste opere per dirottare i fondi altrove. Anche in mezzo a questo caos il presidente Cirio riesce a farsi poco più di qualche foto. È inaccettabile che si stiano gestendo le opere necessarie alla Granda con questa superficialità e come occasione per l’ennesimo spot personalistico”. Intanto a Bruxelles, come a Torino e a Cuneo, dopo stonati squilli di tromba, si aspetta che la De Micheli batta un colpo.   

print_icon