Bene comune a gestione privata

Qualche giorno fa ha preso fuoco la Cavallerizza e non è il primo incendio che colpisce lo storico complesso patrimonio dell’Unesco. L’edificio è vittima ormai da anni di una occupazione abusiva che sicuramente avrà avuto il suo peso sulle condizioni di manutenzione e di sicurezza. La politica fa finta di niente, perché al solito, la legge si applica ai nemici e si interpreta per gli amici. Cosa assurda di questo tipo di gestione è l’invocazione da parte degli abusivi e delle forze politiche che le appoggiano del no alla privatizzazione in nome del famigerato “bene comune”, che non si capisce cosa sia. Ci si aspetterebbe che alle dichiarazioni seguano i fatti, ma la realtà è completamente diversa. La situazione reale è quella di un immobile di proprietà comunale e che pertanto dovrebbe rientrare nella definizione di bene comune, che è nei fatti un bene ad uso esclusivo degli occupanti abusivi, costituendo una privatizzazione di fatto, senza pertanto passare da una pubblica procedura di assegnazione; come i feudi che gli antichi monarchi assegnavano a chi ritenevano opportuno. Questa è la realtà dei beni comuni: una gestione privatistica senza regole di cui ne beneficiano i protetti della politica. Come abbiamo già detto in un nostro vecchio articolo la gestione di un bene pubblico e un tipo di gestione “più privata” di quella privata, perché politici e burocrati la gestiscono come meglio credono potendo riscrivere le regole a loro uso e consumo, contrariamente al privato che deve rispettare leggi, regolamenti e le regole di buon vicinato. Un esempio è proprio quello della Cavallerizza: se l’immobile fosse stato assegnato a un privato avrebbe dovuto rispettare i regolamenti edilizi e antincendio e stipulare una polizza che in caso di incendio come è successo ora, avrebbe ripagato i danni. O molto probabilmente non sarebbe mai scoppiato un incendio, perché sarebbero stati presenti sistemi antincendio.

Il privato essendo costretto a leggi, regolamenti e alle regole di buon vicinato, contribuisce in maniera maggiore al bene comune rispetto ad un bene di proprietà comunale occupato abusivamente, perché fa lavorare varie ditte per la manutenzione, i sistemi antincendio, l’assicurazione, eccetera e riparando e abbellendo il bene arricchisce i vicini che godono del ritrovato ordine e della rinnovata estetica.

Cosa veramente irritante è che persone che gestiscono in maniera privatistica un bene di proprietà comunale, ovvero teoricamente di tutti i cittadini, senza rispettare regole, incamerando profitti e scaricando sulla cittadinanza costi e danni vengano a parlare di bene comune. Avete avuto la fortuna o l’abilità di godere in maniera privata di un bene comunale grazie alla protezione politica, potreste avere almeno la decenza di non prendere in giro i cittadini con le amenità sui beni comuni.

print_icon