OPERE & OMISSIONI

Bimbi fuori dal Parco (della Salute). Salizzoni: "Così salta il progetto"

Polemica sulla decisione della giunta di scorporare l'ospedale pediatrico Regina Margherita e la neonatologia del Sant'Anna dalla nuova struttura di Torino. Il re dei trapianti in missione a Roma per chiedere aiuto al ministro Speranza

Per ora i bimbi restano fuori dal Parco (della Salute). E mentre l’assessore alla Sanità Luigi Icardi annuncia di voler elevare il Regina Margherita in un istituto di ricerca pediatrica, escludendolo dal nuovo superospedale di Torino, il professor Mauro Salizzoni, re dei trapianti e vicepresidente del Consiglio regionale mette in guardia: “Modificare in modo così sensibile il progetto del Parco della Salute di Torino vuol dire mettere a rischio una delle più grandi infrastrutture sanitarie, di ricerca e innovazione del nostro Paese”. Più che una polemica il suo è un grido d’allarme. La Regione vuole “tenere fuori il Regina Margherita per salvaguardare la sua specificità” replica Icardi. “Questo ospedale – conclude l’assessore – merita di essere tutelato e garantito nel suo livello” e per questo “stiamo anche lavorando su un progetto integrativo per la ristrutturazione del Regina Margherita”. Intanto le procedure vanno avanti. Nei giorni scorsi è partito il dialogo competitivo con i tre potenziali partner privati con cui i vertici della Città della Salute – stazione appaltante – si stanno interfacciando per individuare il progetto migliore.

Il piano originario, varato nella scorsa legislatura dalla giunta di Sergio Chiamparino, prevede un ospedale moderno da 1.040 posti letto in grado di inglobare tre strutture vetuste e costose come le Molinette, il Regina Margherita e il Sant’Anna. Escludere dal Parco tutto il polo pediatrico, infantile e la neonatologia vorrebbe dire, nei fatti, costruire le nuove Molinette, implementandole con la traumatologia presa dal Cto che verrebbe convertito ad area medica e di chirurgia generale. “Nessuno ha mai messo in discussione l’autonomia funzionale della parte pediatrico-infantile – dice Salizzoni – ma spero che tutti abbiano ben chiaro che fra dieci anni, quando il Parco della Salute sarà realizzato, il Regina Margherita avrà 70 anni, sarà inesorabilmente vecchio, quasi coevo del Ponte Morandi, privo di criteri antisismici”. E ristrutturarlo costerà soldi a una Regione che soldi ne ha sempre meno.  Insomma, “un conto è la campagna elettorale, altro è la dura (e povera) realtà” attacca Salizzoni. Secondo l’esponente del Pd sarebbe piuttosto “il caso di fornire di maternità e di pediatria anche le periferie dimenticate di Torino. Ad esempio potenziando il San Giovanni Bosco anche con nuove strutture e trasferendo lì 1.500 dei 6.500 parti che vengono fatti attualmente al Sant’Anna e dotandolo di un reparto pediatrico. Come possiamo accettare che una partoriente di Barriera di Milano o un bambino che ha la tonsillite debbano attraversare tutta la città per farsi assistere?”.

Di questo e altro Salizzoni, assieme a Chiamparino, ha parlato giovedì scorso con il capo della segreteria del ministro della Sanità Roberto Speranza. Un faccia a faccia per mettere in guardia sui rischi dettati da uno stravolgimento del piano originario, a partire dalla gestione, da un punto di vista finanziario, del Parco della Salute scorporato rispetto al polo infantile. I costi rischiano di lievitare enormemente. Tra le ipotesi allo studio c’è anche quella di trasferire il Regina Margherita e il Sant’Anna in un nuovo ospedale da realizzare su un terreno, già individuato, da 62mila metri quadri di proprietà delle Ferrovie e che costerebbe 30 milioni di euro. Si tratta solo di un’ipotesi che comunque verrebbe vagliata in una fase successiva alla realizzazione del Parco e su cui per ora non c'è neanche un atto.

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