GIUSTIZIA

Fermare "Malafede", countdown di Costa

L'ex ministro contro la riforma che blocca la prescrizione: "Mancano 50 giorni allo scoppio della bomba atomica sul processo". Si avvicina pericolosamente l'introduzione nel nostro sistema penale del "processo infinito"

Cinquanta giorni «allo scoppio della “bomba atomica sul processo”». Il deputato piemontese di Forza Italia Enrico Costa fa partire il countdown,  il conto dei giorni che mancano all’entrata in vigore della riforma che blocca la prescrizione a seguito della sentenza di primo grado (sia essa di condanna che di assoluzione). E torna a chiedere al ministro della Giustizia, il grillino Alfonso Bonafede, e alla maggioranza giallorossa di intervenire per evitare «l’esplosione».

«Ci appelliamo a quelle forze politiche che fanno parte della maggioranza di governo, ma che allora si scagliarono contro la riforma della prescrizione: lascino Bonafede solo con le sue sterili minacce e votino la proposta di legge che abbiamo presentato alla Camera che cancella la norma incriminata», dice Costa. Il riferimento è alla proposta di legge presentata ad ottobre proprio da Forza Italia, primo firmatario Costa. La proposta consta di un solo articolo: «Bisogna scongiurare l’entrata in vigore dal 1 gennaio 2020 del “fine processo mai”. Ci batteremo per evitare che norme illiberali scarichino sul cittadino i ritardi del sistema giustizia, che il “ministro delle manette” copra i suoi fallimenti cancellando la prescrizione anziché accorciare i tempi dei processi».

«Da oggi faremo scattare un conto alla rovescia richiamando tutti i deputati alle loro responsabilità – aggiunge l’ex ministro e viceguardasigilli in una nota – Bonafede aveva promesso che la soppressione della prescrizione sarebbe stata preceduta da una riforma della Giustizia penale che accorciasse i tempi dei giudizi. Non si è vista nessuna riforma. Ogni giorno, per i prossimi 50 giorni, presenteremo un’interrogazione al Guardasigilli per chiedere conto delle sue false promesse e per sollecitarlo a cancellare un obbrobrio giuridico».

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