POLITICA & GIUSTIZIA

Rimborsopoli, si apre il carcere per i politici condannati

Dopo la sentenza di ieri della Cassazione finiscono in cella gli ex consiglieri Motta e Giovine. E nel pomeriggi li segue pure Mastrullo. Effetto della legge "Spazzacorrotti" per chi ha pene definitive superiori ai due anni

È il primo consigliere regionale piemontese a finire in carcere per effetto della cosiddetta legge “Spazzacorrotti”, voluta dal governo gialloverde. Massimiliano Motta, 54 anni, tra i banchi di Palazzo Lascaris nella IX legislatura con le insegne del Pdl, è stato arrestato ieri sera a poche ore dalla pubblicazione della sentenza della Cassazione relativa alla cosiddetta Rimborsopoli. L’ordine è partito dall’ufficio esecuzioni penali della Procura di Torino. Motta deve scontare una pena definitiva a 2 anni e 2 mesi per peculato e, secondo la nuova normativa, per questo tipo di contestazione, equiparata a reati gravissimi come l’omicidio o l’associazione mafiosa, non può chiedere di scontarla ai domiciliari o in modo alternativo.

Stessa sorte è toccata nelle scorse ore anche al collega Michele Giovine, 46 anni, esponente dei Pensionati, condannato in via definitiva a 4 anni e sei mesi. Pensava di scamparla, invece, l'ex consigliere del Pdl Angiolino Mastrullo, 70 anni, che pur avendo concordato in Appello un anno e sei mesi di reclusione deve scontare otto mesi di una precedente condanna risalente a una ventina di anni fa. A evitargli le manette doveva essere l'articolo 323 bis dello Spazzacorrotti, cui lui può appellarsi avendo risarcito otto volte il danno accertato (gli erano stati contestati 69.500 euro, poi in primo grado ne sono stati accertati 9.000, ma lui ha scelto di restituire l'intero ammontare contestato). Attenuanti che evidentemente non sono state ritenute valide: nel pomeriggio è stato infatti tradotto alle Vallette..  

L’annullamento di alcuni capi d’imputazione e la conseguente rideterminazione della pena, dovrebbe evitare le manette, invece, ad Angelo Burzi, figura di spicco di Forza Italia, a lungo consigliere e assessore: in appello era stato condannato a 2 anni e 4 mesi.

Contro la norma che impone la carcerazione in casi del genere, comunque, sono state sollevate delle questioni di legittimità costituzionale. L’udienza alla Consulta è in programma il 26 febbraio.

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