SLEGATI

Sardine in piazza il 10 dicembre

Annunciata la data in cui il fronte anti-Salvini si radunerà anche a Torino: "Saremo tantissimi". Appuntamento in piazza Castello all'ora dell'aperitivo. E intanto il gruppo su facebook sta per raggiungere i 60mila iscritti

“Ci siamo! L'attesa è finita”. Con un post via social, finalmente, anche le Sardine torinesi annunciano la data in cui scenderanno in piazza. È il 10 dicembre alle 19, nel giorno in cui Matteo Salvini sarà a Torino per l'udienza del processo in cui è imputato per vilipendio all'ordine giudiziario. “Piazza Castello desidera abbracciare tutte le sardine di Torino, del Piemonte e delle delegazioni d’Italia”. A soli quattro giorni dalla nascita, il gruppo facebook torinese sfiora ormai i 60mila iscritti e la protesta lascia la tastiera per andare nel mare aperto delle piazze.

L’ondata inaugurata a Bologna il 14 novembre scorso intende radunare più persone possibili (“strette come sardine”) in tutta la Penisola. L’obiettivo? Contrapporsi alla proposta politica della Lega di Matteo Salvini, al momento impegnato nella campagna elettorale in Emilia-Romagna. “Nessuna bandiera, nessun partito, nessun insulto”, ma solo cartelli raffiguranti sardine: queste le condizioni per prendere parte a quella che i pionieri bolognesi definiscono ironicamente la “prima rivoluzione ittica della storia”. Visto il successo di Piazza Maggiore, il format “alla bolognese” ha spopolato sui social (e sui media) a una velocità impressionante e, una dopo l'altra, sta contagiando le principali città italiane. Lo schema è sempre lo stesso: prima nasce il gruppo su facebook, raccoglie un numero sufficiente di iscritti, e infine gli organizzatori annunciano la data dell'adunata in piazza. Il “soviet” social di Torino è stato fondato il 18 novembre scorso dal fotografo Paolo Ranzani, e in qualche giorno ha accumulato migliaia di iscrizioni. Con i numeri che crescono, è sempre più difficile mantenere l'unità ed evitare di essere etichettati politicamente. “Qui nessuno dei fondatori appartiene a un partito”, ha precisato Ranzani ribadendo ciò che si legge nel vademecum delle sardine torinesi pubblicato sull'home page del gruppo: “Siamo un fenomeno politico ma apartitico”. Un concetto già espresso dal leader delle sardine bolognesi Mattia Santori a Corrado Formigli, durante la sua ospitata televisiva a Piazza Pulita: “Non siamo un movimento politico, siamo un fenomeno”.

Ciononostante, il “movimento delle sardine” (come lo chiamano già in molti) ha cominciato a ricevere le simpatie di diversi esponenti politici piemontesi, dal segretario regionale dem Paolo Furia, ai pentastellati Viviana Ferrero, Marco Chessa, Daniela Albano e la collega deputata Jessica Costanzo, ma i segnali più calorosi sono arrivati dai rappresentanti della cosiddetta società civile, con in testa le due “madamine” Sì Tav Giovanna Giordano Peretti e Patrizia Ghiazza.  Fra i fiancheggiatori anche alcuni intellettuali come il poeta e performer Guido Catalano e le attrici Margherita Fumero e Francesca Lonardelli. Una benedizione inaspettata è poi giunta da "sorella Banca" suor Giuliana Galli, colonna portante del Cottolengo, ex vicepresidente della Compagnia di San Paolo e fondatrice della Onlus pro-rifugiati “Mamre”, che ha definito il flash mob “un'occasione per condividere buoni principi” e ha già annunciato la propria adesione alla piazza torinese, a patto che non sia una manifestazione “contro qualcuno, ma a favore di qualcosa”. Il dubbio che sia un'iniziativa concepita più per contrastare Salvini che non per proporre realmente qualcosa è piuttosto diffuso anche fra le stesse “sardine”, e in molti già si domandano: “Riempiamo le piazze, ma poi?”. Non è l'unica polemica in corso, poiché diversi iscritti si rifiutano di eleggere il canto partigiano “Bella ciao” a inno ufficiale del movimento, chiedendo invece di mantenere la natura “apolitica” e “silenziosa” del flash mob. Il timore è che la piazza delle sardine venga “sminuita dai soliti noti”, associata cioè a una sola parte politica, prestando così il fianco alle critiche e alle divisioni e rinunciando ad accogliere “sardine” dal diverso orientamento politico. “È una canzone simbolo della resistenza anti fascista – replicano altri –  e noi sardine siamo contro i neo-fascisti”.

Intanto si moltiplicano i focolai ittici per la Penisola, al grido (e all'hashtag) di “L'Italia non si Lega”: dopo Bologna, Modena e Sorrento, questa sera toccherà a Palermo, poi sarà la volta di Perugia, Reggio Emilia, Rimini, il 28 novembre a Genova, il 30 a Napoli, Firenze, Ferrara e Cuneo. L'appuntamento in Piazza Duomo a Milano è invece previsto per il 1 dicembre e verso la metà del mese (o al più tardi sotto Natale) l'ondata dovrebbe raggiungere anche la Capitale. Ma l'Internazionale delle sardine non sembra volersi arrestare e il gruppo Facebook “Sardine vagabonde” sta esportando il flash mob oltreconfine, reclutando “sardine atlantiche” a New York (24 novembre), a Dublino (4 dicembre) e mobilitando banchi di manifestanti belgi e olandesi. L'anno nuovo sembra promettere altrettanto pesce, dal momento che per il 18 gennaio è già stata indetta (sempre su Facebook) una manifestazione unitaria che coinvolga tutti i capoluoghi di regione.

Tuttavia, la controffensiva non si è fatta attendere: il leader della Lega ha dapprima reagito pubblicando sulla sua pagina Facebook una serie di post intitolati “Gattini con Salvini”, un'operazione lanciata per contrastare, specie sui social, l'imprevista valanga ittica. Inoltre, nelle ultime ore, alcuni gruppi di “Pinguini” si stanno mobilitando per dare battaglia alle sardine, definendole “buoniste che si autoproclamano apolitiche” e perciò “strumentali e strumentalizzate”.

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