INDUSTRIA & LAVORO

Mahle, anzi bene: licenziamenti sospesi. Ma l'assessore dà buca

La multinazionale tedesca sospende per due mesi le procedure che riguardano oltre 450 addetti. Decisivo il lavoro del tavolo al Mise dove la Chiorino non si è neanche presentata. Gribaudo (Pd): "Assenza incomprensibile"

La Mahle, multinazionale tedesca della componentistica dell'auto con sede a Stoccarda, ha sospeso per 60 giorni la procedura di licenziamento che interessa i 453 lavoratori degli stabilimenti di Saluzzo e Torino. È il risultato del tavolo di crisi riunito oggi al ministero dello Sviluppo Economico dove, però, non si è presentata l’assessore regionale al Lavoro Elena Chiorino, neppure sostituita da un altro componente della giunta, limitando la rappresentanza della Regione a un funzionario.

Un’assenza quella dell’assessore “incomprensibile di fronte a una situazione di estrema gravità”, il commento della deputata del Pd Chiara Gribaudo, membro della commissione Lavoro di Montecitorio e tra i presenti al tavolo coordinato dal vicecapo di gabinetto del dicastero Giorgio Sorial. “Il centrodestra al governo del Piemonte non può pensare soltanto di andare a tagliare nastri e fare campagna per i presepi nelle scuole. L’automotive è uno dei settori trainanti dell’economia della nostra regione e non vedere al tavolo l’assessore competente ha dell’incredibile”, attacca la parlamentare dem cuneese. In effetti la mancata partecipazione della Chiorino risulta ancor più incomprensibile dopo la sua piccata reazione per essere stata esclusa da un precedente tavolo ministeriale sempre sul settore dell’auto.

L’incontro di oggi al ministero di fronte al quale sono arrivati circa duecento lavoratori dal Piemonte, comunque, un parziale risultato lo ha potato: "La Mahle - spiegano, in una nota, Michele De Palma, segretario nazionale Fiom e responsabile auto e Vittorio De Martino, numero uno della Fiom Piemonte - ha motivato la decisione di cessare la produzione a Torino e Saluzzo con il trend negativo nel mercato del diesel con conseguenti perdite consistenti di fatturato. La Fiom ha chiesto l'immediato ritiro della procedura di licenziamento quale condizione per poter aprire un negoziato libero tra le parti per garantire l'occupazione anche attraverso ammortizzatori sociali ordinari. L'azienda – riferiscono i sindacalisti - ha accolto parzialmente la richiesta delle organizzazioni sindacali.È un piccolo passo avanti, ottenuto anche grazie al lavoro svolto dal Mise, che disinnesca al momento le tensioni sociali".

La Fiom ha proposto di utilizzare la cassa integrazione ordinaria per trovare gli strumenti straordinari da mettere in campo per affrontare l'emergenza e garantire l'occupazione. I lavoratori coinvolti negli stabilimenti di La Loggia Torino sono 240 e a Saluzzo Cuneo 213. "L'impatto sociale - sottolinea ancora la Fiom - rischia di essere drammatico in una regione già attraversata da una forte crisi industriale e sociale su cui le istituzioni locali devono prestare maggiore attenzione. E' necessario avviare un tavolo sulla crisi strutturale del diesel".

E un tavolo, nei prossimi giorni, dovrà essere convocato proprio dalla Regione per cercare soluzioni che vadano oltre quella tampone del congelamento dei licenziamenti. “Bisogna lavorare tutti insieme al fine di garantire la piena occupazione individuando percorsi industriali adeguati – osserva Gribaudo – Da parte mia la piena disponibilità a collaborare con la Regione e con chiunque possa essere utile per scongiurare ad ogni costo e definitivamente una crisi occupazionale al momento solo congelata”.  

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