TRASPORTI

Tagli alle linee ad alta velocità, "Torino rischia l'isolamento"

La protesta bipartisan dei parlamentari piemontesi di fronte alla riduzione dei collegamenti ferroviari tra il capoluogo e Venezia. Giacometto (FI): "Intervenga il ministro De Micheli". Gariglio (Pd): "Una scelta unilaterale e inaccettabile di Trenitalia"

È arrivata anche la conferma ufficiale di Ferrovie dello Stato: con l’entrata in vigore dell’orario invernale, ci sarà una drastica riduzione dei collegamenti tra Torino e Venezia. Questo vuol dire che dal 7 dicembre Trenitalia passerà dalle attuali 10 coppie di Frecce a 4 (tre delle quali già ufficializzate e prenotabili) penalizzando, di fatto, le due aree. La politica piemontese, in modo bipartisan, protesta: “Non è accettabile che una città come Torino, la stessa città che si è mobilitata in modo imponente poco più di un anno fa a favore della Tav, adesso venga penalizzata rispetto a tutti gli altri capoluoghi del Nord” afferma il deputato di Forza Italia Carlo Giacometto. Mentre per Davide Gariglio è una scelta “incomprensibile e controproducente per il sistema della mobilità del Nord Italia” e per questo “chiederemo conto ai vertici dell’azienda”. A confermare il taglio è stato l’amministratore delegato di Rfi – la società di Fs che gestisce la rete – Maurizio Gentile, che durante l’audizione odierna in Commissione Trasporti a Montecitorio ha lasciato poche speranze di una mediazione ai suoi interlocutori. Domani sarà la volta dei vertici di Trenitalia.

Torino teme di rimanere isolata e soprattutto rischia di vedere vanificati gli sforzi per ottenere il collegamento ad alta velocità con la Francia e con il resto d’Europa. Questo taglio, infatti, rischia di compromettere non solo i collegamenti interni, ma anche un pezzo della cosiddetta rete Ten-T, ovvero quel sistema di corridoi ferroviari europei che hanno il compito di collegare con binari veloci il vecchio continente. A cosa serve la Tav Torino-Lione se poi chi viene dall’Est Europa fatica a raggiungere Torino attraverso la porta principale, Venezia appunto? “Già la scorsa settimana ho presentato un’interrogazione parlamentare urgente, proprio su questo argomento, al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola de Micheli, ma non ho ancora ricevuto nessun riscontro” si lamenta Giacometto.

In Commissione Trasporti, Gentile ha puntualizzato che non sussisterebbero limiti per aumentare la frequenza dei treni nel tratto Torino-Venezia a patto che venga utilizzata la stazione di Milano Porta Garibaldi, “quindi è chiaro – conclude Gariglio – che la soppressione dei collegamenti è una imposizione unilaterale di Trenitalia che non possiamo accettare”.

Dalla Camera al Consiglio regionale la questione è pronta a deflagrare. “Ora che è chiaro che la scelta di ridurre i collegamenti dei Frecciarossa nella tratta Torino-Venezia è di Trenitalia, che cosa intende fare la Regione?” chiede Alberto Avetta del Pd in un’Interpellanza rivolta all’assessore ai Trasporti Marco Gabusi.  “Qualche giorno fa avevo già presentato analoga richiesta per sapere quali azioni intendesse adottare la Regione per ristabilire i collegamenti ad alta velocità soppressi tra Torino e le altre principali città italiane”. Di fronte a quanto emerso oggi che fa la Regione?

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