POTERI FORTI

Profumo in Compagnia... di Casaleggio

C'è anche il presidente della fondazione San Paolo tra i collaboratori del Piano per l'Innovazione della ministra Pisano. E con lui il rettore del Politecnico Saracco e, soprattutto, Mario Calderini. Le trame per strappare la riconferma al vertice di corso Vittorio

Grazie, prego, scusi, tornerò. Dove? Magari in Compagnia, quella di San Paolo, ovviamente. E senza di fatto essersene mai andato. Correndo il rischio di far peccato, ma con la prospettiva di azzeccarci come diceva il Divo Giulio, val la pena di pensare male leggendo un altro nome, oltre a quello di Davide Casaleggio, nei ringraziamenti della ministra Paola Pisano in calce al piano per l’innovazione tecnologica.

L’ex assessora di Chiara Appendino – tra i pentastellati al governo la più vicina storicamente a Casaleggio, assurta al dicastero più idoneo per fare da casa e bottega (la Casaleggio & Associati, per darle un’insegna) aprendo a quello di cui dall’altro ieri opposizioni e pure buona parte della maggioranza, Matteo Renzi in primis, parlano senza giri di parole di conflitto di interessi – ha ringraziato “per il contributo all’elaborazione di questo piano”, anche l’ex rettore e già ministro del governo di Mario Monti, ma soprattutto attuale e prossimo alla scadenza presidente della Compagnia di San Paolo Francesco Profumo.

Sì, proprio lui, il destinatario di quella fatwa della sindaca titolare della golden share per la nomina alla guida della cassaforte di corso Vittorio Emanuele che, adesso, sembra non essere più granitica e rigida come il pollice verso che la prima cittadina aveva esplicitamente mostrato rispetto a un secondo mandato per il professore. L’ex assessora torinese, con quell’ingaggio nella squadra per elaborare il piano, di certo ha smussato parecchi spigoli del tavolo che fino a poco tempo fa vedeva contrapposti Appendino e Profumo e lei con il coltello dalla parte del manico.

Indizi di ammorbidimento? Prove di cambiamento? Chissà. Certo vedere il nome del presidente della Compagnia, tra gli esperti chiamati dalla Pisano, qualcosa oltre alle indiscusse competenze accademiche dell’ex rettore, lo fa pensare. Di certo non sgombra il campo da questi pensieri un altro nome, oltre a quello dell’attuale rettore del Poli Guido Saracco, nell’elenco non lungo dei ringraziati. Già, perché c’è anche Mario Calderini, il docente del Politecnico migrato a Milano ma che all’epoca della giunta di Mercedes Bresso, con Andrea Bairati assessore e Profumo rettore formava la trimurti della tecnocrazia del centrosinistra.

“Non datelo troppo presto per morto” diceva proprio Calderini qualche settimana fa indirizzando il consiglio a chi era pronto a mettere una lapide sul secondo mandato dell’ex ministro al vertice della fondazione. E non erano parole al vento. Calderini, amico di lunga data della ministra, da tempo starebbe infatti svolgendo un ruolo di collegamento, discreto e fattivo, tra Profumo e quel sistema pentastellato in cui il peso della casaleggiana Pisano è tutt’altro che scarso.

Tout se tient direbbero in Francia di fronte a questo scenario tenuto debitamente al riparo dei riflettori. Sono scritti in piccolo i nomi dei destinatari del ringraziamento della ministra. Quello del figlio dell’ideologo e fondatore dei Cinquestelle ha fatto bloccare il decreto. Pesanti rilievi e accuse non certo circoscritti all’opposizione di centrodestra: “È stato redatto con tanto di ringraziamento a Casaleggio. Alla faccia del conflitto di interessi", ha osservato con durezza Renzi.

Tutto si tiene, a quanto pare, anche sotto la Mole con lo sguardo verso corso Vittorio Emanuele. Lì, dove la corsa Licia Mattioli per la presidenza di Confindustria nazionale sembra togliere un’opzione per nulla sgradita alla Appendino, per Profumo sembrerebbe davvero potersi riaprire la porta per un altro giro, trovando sponda in chi, come il suo predecessore Giuseppe Guzzetti, non gradirebbe un troppo rapido cambio alla presidenza dell’Acri cui l’ex ministro è approdato da meno di un anno. Quei due terzi della trimurti chiamati dalla Pisano a lavorare al “piano Casaleggio” difficilmente possono evitare di apparire come un segnale di quella distensione che potrebbe aver già cancellato l’anatema della sindaca.

Un altro segnale che indica come Torino possa riservare sorprese sul fronte pentastellato e nella prospettiva delle comunali del 2021 arriva dall’indiscrezione circa la possibilità che sia proprio il capoluogo piemontese ad ospitare gli Stati Generali del M5s da cui lanciare la carta dei valori del movimento. Sabato nella riunione operativa tra il capo politico Luigi Di Maio e il neonato team del futuro, è nato un gruppo di lavoro coordinato da Danilo Toninelli per attivare il percorso che porterà all'evento in programma in primavera, prima delle regionali di maggio. È li che sarebbe spuntata l’ipotesi di Torino. Insieme alle crescenti presenze in tv e ad altre operazioni di maquillage, significherebbe una ulteriore azione a favore e rafforzamento della sindaca per la quale si profila, comunque, un lungo e pesante inverno giudiziario con il processo per i fatti di Piazza San Carlo e l’altro, per la vicenda Ream. Proprio in quel periodo ci sarà il rinnovo del vertice della Compagnia di San Paolo.

Fino a non molto tempo fa si dava per scontato il niet della Appendino e l’uscita senza ritorno di Profumo. Poi la diplomazia, discretissima e altrettanto alacre, si è messa in moto e per l’ex rettore del Poli la strada verso una possibile riconferma è andata prospettandosi meno ripida. La ministra Pisano, sotto attacco, ha fatto sapere di aver scritto quel piano “di proprio pugno”, che – a dispetto di quanto scritto – “i ringraziamenti erano di tipo personale”. Per cosa? Boh. Comunque, grazie, prego, scusi, tornerò. In Compagnia, grazie alla buona compagnia.

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