MUNICIPI

Piccoli Comuni, un altro taglio

La brutta sorpresa di San Silvestro: la distribuzione del fondo di solidarietà penalizza le amministrazioni sotto i 5mila abitanti, ovvero l'88% degli enti locali. La denuncia di Bussone (Uncem) e l'iniziativa di Fornaro (LeU)

Molti piccoli Comuni rischiano di dover salutare il nuovo anno come quello che porterà loro meno soldi rispetto al precedente e a quelli prima ancora. Astrusi e di fatto incomprensibili calcoli per determinare le assegnazioni del fondo di solidarietà – lo strumento introdotto nel 2013 per assicurare un'equa distribuzione dei soldi agli enti locali svolgendo una funzione di compensazione delle risorse storiche e di perequazione determinata dalla differenza tra fabbisogni e standard e capacità fiscale – hanno portato al paradosso di una serie di tagli per una lunga serie di piccoli Comuni a fronte di un aumento della somma complessiva stanziata per il fondo stesso.

“La Conferenza Stato-Città dell'11 dicembre ha dato il via libera a un sistema di perequazione che doveva prevedere aumenti, agevolare appunto l'equità. Invece incominciamo l'anno con un taglio. Non ci siamo”, dice il presidente di Uncem (l’associazione di rappresentanza dei Comuni e Comunità montane) Marco Bussone. Il piemontese al vertice nazionale di Uncem dal luglio del 2018 quando era subentrato al deputato del Pd Enrico Borghi, la preoccupazione dei sindaci che guidano amministrazioni di comuni con poche migliaia o addirittura centinaia di abitanti e che già faticano a far quadrare i conti l’ha raccolta anche la notte di San Silvestro: “In molti messaggi di auguri che ho ricevuto c’era anche la richiesta di cosa fare di fronte a quei tagli che in non pochi casi rischiano di compromettere il funzionamento degli enti”. Lui ha consigliato agli amministratori locali di “aspettare qualche settimana prima di fare il bilancio preventivo”, per non rischiare di dover rivedere la programmazione. “I conti non quadrano e domani (oggi per chi legge) invierò una nota con richiesta di spiegazioni al Dipartimento finanza locale del ministero dell'Interno". Cosa sia successo nell’elaborazione di quelle ripartizioni inserite nel decreto fiscale di dicembre nessuno pare averlo ancora scoperto, tantomeno capito.

Di certo c’è quella riduzione che in non pochi casi, quando già bisogna fare i conti con risorse scarse e spese che anche un piccolo Comune deve affrontare, può risultare un grosso ostacolo al funzionamento della macchina amministrativa. “La media dei tagli è attorno al 5%”, non poco su bilanci già ridotti all’osso. In Piemonte dove i Comuni con un numero di abitanti sotto i 5mila sono 1045 su 1181 rappresentando oltre l’88% degli enti locali è facile immagine la possibile ripercussione di queste riduzioni.

“Servono chiarimenti urgenti, anche per l'avvio della nuova imposta Imu più Tasi, definita in legge di bilancio – spiega il presidente di Uncem - e rispetto alla necessità urgente di riscrivere le regole della finanza locale, della capacità impositiva, modificando il calcolo dei fabbisogni e delle capacità fiscali, puntando su determinazione e finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni e sulla correzione degli effetti su enti deboli come i piccoli Comuni delle aree interne e montane”.

Quello che ha tutta l’aria di essere un bel (si fa per dire) pasticcio è solo mitigato in parte da una modifica introdotta al Fondo di solidarietà grazie a un emendamento del capogruppo di LeU Federico Fornaro. “I Comuni con fondo negativo avranno un contributo aggiuntivo e potranno trattenere maggiori risorse rispetto al passato”, spiega Bussone citando il caso emblematico di Carrega Ligure che a dispetto dell’aggettivo è in Piemonte, nell’Alessandrino, e con i suoi meno di 90 abitanti “lo scorso anno per effetto di calcoli su Imu e seconde case aveva dovuto versare 36mila euro allo Stato con la nuova normativa potrà tenere in cassa una parte considerevole di quella somma”. Pur con questo correttivo, il problema per un lungo elenco di piccoli comuni resta con tutto il suo peso pronto a riverberarsi sulla gestione per l’anno appena incominciato. “Questi tagli non dovevano esserci – osserva Bussone – invece ci sono. E non si comprende perché. Ecco perché vogliamo capire dal Governo cosa sia successo e come rimediare”.  

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