POLITICA & GIUSTIZIA

Prescrizione, non c'è Bonafede. Renziani sulla linea di Costa

Missione piemontese per Giachetti. Italia Viva sostiene le tesi dell'ex ministro di Mondovì contro la riforma del Guardasigilli grillino: "Peggio che inutile, è dannosa, renderà i processi infiniti"

La pezza che hanno pensato di mettere è peggio del buco. Se questa è la proposta per rimediare ai danni dell’abolizione della prescrizione non vedo le condizioni per cui potremmo cambiare idea sul voto a favore del testo presentato da Enrico Costa”.

Che dal vertice di maggioranza di ieri sera i renziani fossero i soli ad uscire senza indulgere al seppur minimo ottimismo e, al contrario, ancor più carichi di perplessità rispetto a quando erano entrati a Palazzo Chigi lo si era già capito dalle parole del capogruppo al Senato Davide Faraone che aveva espresso tutta l’insoddisfazione. Assai più esplicito e diretto, sulla questione, Roberto Giachetti che, mentre sta per arrivare in Piemonte dove questo pomeriggio sarà a Tortona per un incontro pubblico al teatro e domani ad Arona, conferma di fatto e salvo assai improbabili svolte sostanziali, Italia Viva darà il suo voto al testo del parlamentare ed ex ministro di Forza Italia per abolire lo stop alla prescrizione.

Onorevole Giachetti, quasi tre ore di vertice ieri per vedere la montagna partorire il topolino. E voi, lì pronti come il gatto a dargli la zampata. Una soluzione inutile, insomma, quella emersa ieri?
“Peggio che inutile: dannosa. L’abolizione della prescrizione renderà i processi infiniti, quindi si va contro la norma costituzionale che indica la giusta durata del processo. Se poi a questo aggiungono un’altra soluzione ancor più incostituzionale, con la distinzione tra condannati e assolti in primo grado che cozza palesemente contro la Costituzione che dice che si è innocenti fino a condanna definitiva, che dire? Una distinzione quella proposta che è ancor più allucinante dell’abolizione della prescrizione”.

Costa l’ha definito un obbrobrio incostituzionale e un altro parlamentare di Forza Italia, Francesco Paolo Sisto parla del lodo Conte come di una bestialità giuridica. Lei pure indica con nettezza i profili di incostituzionalità di quello che dovrebbe essere un rimedio all’abolizione della prescrizione.
“Certamente. Intanto diciamo che tutto è ancora molto confuso e si parla di aria fritta. Ma da quel poco che emerge di contenuti mi pare si carichi ulteriormente di incostituzionalità un provvedimento che di per sé è già incostituzionale”.

Come la spiega?
C'è la linea Davigo: la persona è sostanzialmente colpevole. Chi è fuori è perché non è ancora stato messo dentro”.

Voi di Italia Viva avete detto da tempo di essere pronti a votare il testo Costa, rimanete dell’opinione anche o soprattutto dopo l’incontro di ieri?
Di fronte a quello che appare è difficile cambiare opinione. La verità è che non si è indicata una soluzione al fatto che i processi non possono essere infiniti e le persone non possono essere considerate colpevoli prima di una sentenza definitiva che lo attesti”.

Il testo dell’ex viceministro della Giustizia del Governo Renzi ormai è in dirittura di arrivo.
“È così, c’è anche un aspetto cronologico. In commissione ormai è arrivato alla fine dell’iter il testo sul quale ci sono emendamenti dei Cinquestelle per bocciarlo, ma pure da altri compreso il Pd, quindi di fronte alla fumosità emersa ieri e al fatto che la proposta Costa arriva in aula e se non frattempo non ci saranno, come credo, norme e proposte convincenti mi pare complicato che noi si possa cambiare una posizione che abbiamo sempre espresso e mantenuto”.

Il Pd pare non intenda votarla.
“Credo che anche il Pd avrà dei problemi a mettersi contro il testo di Forza Italia che, tra l’altro, dice esattamente quello chiesto e sostenuto in passato dallo stesso Partito Democratico”.

Comunque sia, quello della giustizia resta uno dei nodi per questa maggioranza. Si riuscirà a sciogliere?
“Una premessa: l’origine di questa norma voluta dalla Lega e dai Cinquestelle era chiaramente condizionata, come tutti sanno, a una riforma del processo penale che consentisse l’effettiva accelerazione dei processi. Riforma che era condizione imprescindibile dell’abolizione della prescrizione. Tutto questo non c’è e non è neppure all’orizzonte”.

Il ministro Alfonso Bonafede dice che è pronto a portare in Consiglio dei ministri la riforma.
“Vogliamo dire che è serio portare una riforma solo perché c’è una controproposta, quella di Forza Italia, ormai arrivata alla fine del percorso? Una riforma del processo penale, con tutto quel che comporta, fatta in quarantott’ore soltanto per evitare quella roba lì? Purtroppo i guasti del sistema giustizia del nostro Paese sono sotto gli occhi di tutti, ci manca soltanto che si faccia una riforma complessiva in due giorni”.

Il Pd ha presentato una sua proposta di legge, non è un segnale?
“Quella proposta aveva tutta l’aria di essere lo strumento per fare un po’ di movimento ma non certo l’intenzione decisa di intervenire su questo tema”.

Torniamo al nodo di cui si diceva, questa maggioranza se l’è trovata in eredità dalla precedente, ma le eredità si possono anche non accettare, invece i Cinquestelle tengono il punto. Come se ne esce?
“Verissimo, il tema giustizia questa maggioranza ce l’ha perché glielo ha lasciato quella precedente. Per quanto ci riguarda già noi cerchiamo di aggiustare le cose prodotte dall’attuale maggioranza che ci sembrano sbagliate, ma che addirittura dobbiamo ingoiare quello che ha fatto quella precedente mi sembra esagerato. Se ne esce mettendo fine alla serie di battaglie identitarie: dal taglio dei parlamentari bocciato per tre volte poi inghiottito perché era una battagli identitaria dei Cinquestelle, poi la questione autostrade, poi ancora. Come noi abbiamo mediato su altre questioni, su questa i Cinquestelle si devono rassegnare”.

Il suo ex partito, il Pd, è difficile voti la proposta di Costa, esce dal vertice di ieri con dichiarazioni improntate all’ottimismo, ma continua a ribadire che così com’è l’abolizione del prescrizione non va bene, che posizione è?
“È il classico vorrei ma non posso. Se, come abbiamo tenuto noi, il Pd avesse avuto una posizione chiara fin dall’inizio oggi non ci troveremmo in questa condizione. Poi non capisco l’entusiasmo o anche solo il giudizio positivo rispetto all’incontro di ieri che nel meglio non ha prodotto nulla, nel peggio ha prodotto una soluzione che è più incostituzionale della norma che dovrebbe modificare”.

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