OPERE & OMISSIONI

Tav e Terzo valico, "basta annunci"

Il prefetto Palomba designato alla guida dell'Osservatorio sulla Torino-Lione. Ma la nomina deve prima passare da Palazzo Chigi. Cantieri fermi tra Liguria e Piemonte: si attende ancora il commissario promesso. L'assessore Gabusi: "Ora vogliamo atti concreti"

“Non ci basta l’annuncio di un futuribile commissario. Questo vale per l’Osservatorio sulla Tav, come per il Terzo Valico”. Sarebbe sufficiente un telegramma all’assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi per avvertire la ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli che il Piemonte non solo non si fida più dei suoi annunci, ma le chiede di passare una volta per tutte dalle parole ai fatti.

La notizia dell’invio a Palazzo Chigi di una lettera con cui il capo di gabinetto del Mit Alberto Stancanella comunica l’intendimento del ministro di proporre il prefetto di Torino Claudio Palomba alla presidenza dell’Osservatorio sulla Tav è una buona notizia, o meglio lo sarebbe se non ci fosse un precedente pesante e tuttora irrisolto come quello, non a caso citato dall'assessore della giunta di Alberto Cirio, del Terzo Valico. Non il solo, peraltro, nel novero degli annunci della ministra in cui entra a pieno titolo pure l’altrettanto annunciato e ancora atteso piano per la Asti-Cuneo.

Come per l’organismo presieduto da Paolo Foietta e poi smantellato dall’allora ministro grillino Danilo Toninelli, anche per l’opera ferroviaria in costruzione per collegare il porto di Genova con il Piemonte, aprendo un’ulteriore porta dal mare verso l’Europa, il commissario è stato indicato, ma dopo due mesi non ha ancora preso servizio.

C’era voluto un anno di attesa e poi l’intero autunno dalla promessa della ministra di designare presto il sostituto di Iolanda Romano in quel ruolo estremamente importante per la grande opera ferroviaria e il raccordo tra imprese, enti locali e Governo. Finalmente a metà novembre dal Mit è arrivato il nome: quello di Calogero Mauceri, alto dirigente della Presidenza del Consiglio. Ma  nel suo sito ufficiale l’incarico attuale risulta ancora quello di staff nel dipartimento per il coordinamento amministrativo. È lì, perché non è ancora dove dovrebbe essere. “La sua nomina non è ancora operativa, spiaggiata alla Corte dei Conti, dopo un iter biblico", denuncia il deputato della Lega Edoardo Rixi, che della questione si era occupato da viceministro delle Infrastrutture nel Governo gialloverde e prima ancora come assessore della Regione Liguria. “Il ministro De Micheli abbia un guizzo e dia un'accelerata almeno alla piena definizione della nomina del commissario. Il Mit, in mano al Pd – sostiene il parlamentare - è in tilt completo, senza una rotta sulle infrastrutture”.

Parole cui fanno eco, da Torino, quelle non meno morbide, di Gabusi: “Vogliamo in tempi brevi figure in grado di operare al meglio e con piena delega. Purtroppo siamo in una situazione in cui chi nomina poi non fa seguire la piena operatività”. Così anche l’annuncio, arrivato ieri pomeriggio, della scelta caduta sul prefetto di Torino per l’Osservatorio sulla Tav non può che finire nella lista d’attesa.

Nel frattempo sono di soddisfazione le reazioni di chi quell’organismo lo ha presieduto fino al suo smantellamento sull’altare grillino da parte di Toninelli. “Siamo finalmente usciti del limbo”, ha detto Foietta di fronte al fatto che “la procedura governativa per la nomina del nuovo presidente dell'Osservatorio è partita e dopo un lungo periodo di autoconvocazione finalmente si torna ad avere, oltre ai sindaci, anche Rfi e Telt seduti intorno al tavolo”. Per l’ex presidente “ciò vuol dire riprendere una serie di questioni che dall'insediamento del governo precedente erano state accantonate, come quella delle compensazioni". Foietta, inoltre ha auspicato che “la presenza del prefetto convincere chi se n’è andato dal tavolo per motivi strettamente ideologici a tornare”, con un chiaro riferimento al Comune di Torino.

Pronta la risposta del M5s, con la capogruppo regionale Francesca Frediani che ribadendo l’inutilità dell’Osservatorio, “fallito nel suo obiettivo di esercitare un ruolo super partes e di confronto e trasformato in uno strumento di propaganda della lobby Tav”, replica con durezza a Foietta: “Si rassegni, il Tav non è più una sua competenza, ma si ostina ad interessarsi ad una questione su cui non dovrebbe mettere più becco e si permette di scavalcare le istituzioni e fare proclami". Nulla di nuovo sotto le Cinquestelle.

La questione, oggi, non è però quella se mantenere o meno l’organismo, superata dalla decisione del Governo. È, piuttosto, quella di metterlo in condizione di operare appieno e in tempi brevi. Quanto ci vorrà per vedere il prefetto insediato pienamente nel ruolo per cui è stato indicato dal ministero della De Micheli a Palazzo Chigi? E quanto tempo bisognerà ancora aspettare perché il Terzo Valico abbia il suo commissario, sbloccando cantieri in Liguria e assegnando finalmente quei 49 milioni stanziati a favore dei comuni piemontesi attraversati dalla ferrovia? “Con i tempi del ministro e del governo potrebbe volerci anche un anno”, dice sarcastico l’assessore. Col rischio di non andarci troppo lontano.

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