EMERGENZA SANITARIA

Molinette, toccata e fuga di Falco

Nel giorno più nero per l'ospedale torinese ieri è ricomparso il dg dimissionario per le ultime incombenze. L'interim assegnato al direttore amministrativo Alpe. Le ambizioni (s)frenate di La Valle e le falle nella sicurezza. Il San Luigi secondo Covid-Hospital della regione

Dimissionario eppure ancora sulla tolda di comando. Silvio Falco ha lasciato la direzione generale delle Molinette di Torino il 21 febbraio scorso, proprio alla vigilia della grande emergenza sanitaria. Ieri è però tornato a farsi vedere negli uffici del più grande ospedale del Piemonte. Richiamato in servizio proprio nel giorno più difficile? No, semplice procedure burocratica: le sue dimissioni sono state formalmente accettate solo ieri da parte della giunta regionale. Insomma, nessun ripensamento né da parte del manager né dal vertice amministrativo che, anzi, avevano giudicato piuttosto severamente la sua decisione (“un colpo di testa inspiegabile”).

La presenza di Falco non è passata inosservata nel giorno più nero del nosocomio torinese, quello nel quale la Procura ha aperto un fascicolo sul caso dei due pazienti, marito e moglie, positivi al Coronavirus e ricoverati in medicina generale, come avessero una banale influenza. Risultato: medici e infermieri in quarantena, degenti trasferiti, l’intero reparto chiuso per quasi 24 ore, fino al tardo pomeriggio di ieri, e panico in una struttura da giorni sotto stress.  

In un primo tempo il dito è stato puntato sui due poveri anziani: entrambi infatti avrebbero omesso di comunicare che il loro figlio lavorava a Lodi, nel cuore della zona rossa lombarda. Ma qualcuno glielo ha chiesto? Nel modulo che viene distribuito al pre-triage delle Molinette, infatti, viene domandato ai pazienti se abbiano fatto viaggi in Cina, Lombardia, Veneto o Emilia Romagna, se abbiano avuto contatti con probabili o accertati casi positivi o se abbiano prestato soccorso a qualche infetto. Ma come potevano sapere i due che il loro figlio, pur non avendo sintomi, aveva trasmesso loro il Covid-19, contratto a Lodi, dove lavorava? Che si annidi proprio nelle mancanze di quel modulo la falla che qualcuno oggi sta cercando nella macchina operativa della Città della Salute di Torino?

intanto, in attesa che la Regione designi il commissario cui affidare la guida per un anno della Città della Salute, l’interim è stato assunto da Walter Alpe, direttore amministrativo dell’azienda. Il tutto mentre il direttore sanitario Giovanni La Valle, che ieri si attendeva la nomina a commissario – che pure era all’ordine del giorno della giunta regionale – si è  ritrovato senza l’agognato incarico a parare i colpi di chi più o meno esplicitamente lo indicava tra i responsabili del pasticcio. “La macchina organizzativa ha funzionato: siamo intervenuti prontamente e tutte le procedure necessarie sono state messe in campo” ha replicato lui, spalleggiato dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi. Nella serata di ieri il reparto di Medicina generale è stato riaperto e intanto sono state assunte alcune importanti decisioni per i prossimi giorni, come quella di istituire all’ospedale San Luigi di Orbassano il presidio dedicato al Covid-19 per la provincia di Torino.

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