PALAZZO LASCARIS

Bilancio di solidarietà regionale

Pd e Movimento 5 stelle offrono piena collaborazione al centrodestra nel nome della coesione politica in questo momento di emergenza. Ma dalla maggioranza pochi riconoscimenti. Un maxi-emendamento per gli ultimi ritocchi, poi il via libera "virtuale"

Mutuando una formula di epoche passate si potrebbe parlare di “solidarietà regionale”. E se non ad ardite “convergenze parallele” almeno a “larghe intese” politiche pare ispirarsi l’attuale confronto politico a Palazzo Lascaris. Con il governatore Alberto Cirio ancora in isolamento e nel bel mezzo dell’emergenza sanitaria, piomberà martedì in un’aula virtuale del Consiglio regionale del Piemonte il primo bilancio firmato dalla nuova amministrazione di centrodestra. La seduta, per l’occasione, si svolgerà in videoconferenza: ogni consigliere interverrà davanti al proprio pc. Nei prossimi giorni ci saranno alcune simulazioni per verificare il funzionamento tecnico della piattaforma messa a punto dai tecnici.

Poche sorprese attese da una discussione in cui neanche le opposizioni hanno intenzione di scatenare battaglie di schieramento. Ieri il Pd ha “offerto” alla maggioranza la propria collaborazione, proponendo un bilancio “di unità”. Ne ha ricavato qualche briciola, poco più dell’onore delle armi, ma comunque non andrà oltre un voto contrario (forse addirittura un’astensione). Nei confronti riservati con i compagni di partito, il capogruppo Mimmo Ravetti non ha mai neanche preso in considerazione l’ipotesi di alzare il tiro su alcuni provvedimenti, nei fatti sotterrando l’ascia di guerra: in questo momento ogni schermaglia politica sarebbe incomprensibile e del tutto fuori luogo. Senso di responsabilità guidicato persino eccessivo da qualche esponente che, per segnare quella che potrebbe apparire arrendevolezza, cita la vicenda dei 5 milioni per i cosiddetti “extra Lea”, gli assegni di cura per i non autosufficienti. L’assessore Chiara Caucino li ha spostati dal fondo per le fragilità, collegato con i servizi di Torino, a quello della legge 10 in cui quel tesoretto viene ripartito anche con le altre province della Regione. Secondo Caucino un modo per garantire parità di trattamento al capoluogo e al resto del territorio, per buona parte di Palazzo Lascaris – non solo le opposizioni – uno sgarbo a Torino, dove la domanda è altissima e già si fanno i salti mortali per garantire le cure ai richiedenti.

L’assessore al Bilancio Andrea Tronzano ha assicurato che nel maxi emendamento che presenterà martedì questi 5 milioni verranno reintegrati ma il Pd non ha fatto in tempo a cantare vittoria che a intestarsi il successo è arrivato il capogruppo di Forza Italia Paolo Ruzzola: “Abbiamo presentato un emendamento per destinare la metà delle risorse individuate per l’esenzione del bollo auto a chi acquisterà una nuova vettura nel 2020, proprio agli extra Lea di Torino”. Un’operazione da 3 milioni di euro, grazia alla quale, spiega Ruzzola “portiamo il fondo complessivo, tra extra Lea e assistenza domiciliare, a quasi il 10% in più dell’anno scorso”. Un provvedimento che ha ottenuto il plauso pure del M5s, che annuncia la piena disponibilità "a collaborare per approvare in tempi brevi, e comunque entro la seduta della prossima settimana, il bilancio di previsione – si legge in una nota del gruppo pentastellato –. I cittadini piemontesi, in questo momento, hanno bisogno della massima coesione e non certo di scontro politico". Insomma, semaforo verde (o quasi) al centrodestra. Anche sui 10-15 milioni da stanziare a favore delle famiglie – tra i punti caratterizzanti le proposte del Pd – gli azzurri ci mettono il proprio cappello: “Stiamo studiando misure in grado di coprire gli ovvi buchi che ha lasciato il ventaglio di misure nazionali” dice Ruzzola.

Insomma, al povero Pd resta poco o nulla da rivendicare, tenendo conto che le altre misure proposte per ora non sono state prese in considerazione (a partire dall’utilizzo dei fondi per il bollo auto per cancellare l’Irpef alle imprese). E il gelo è calato anche sulla proposta dei dem di istituire un tavolo congiunto per mettere mano insieme al Piano Competitività da 600 milioni che, giocoforza, dovrà essere rivisto radicalmente dopo la bufera Covid. Difficile che Cirio possa accettare di sedersi attorno a un tavolo con le opposizioni per un progetto che ritiene la principale leva di rilancio del Piemonte e sul quale vuole caratterizzare il proprio mandato.    

Intanto la giunta ha varato un pacchetto straordinario di stanziamenti per fronteggiare l’emergenza economica derivante dal Coronavirus. Ha disposto immediati pagamenti per 200 milioni di euro nei confronti dei fornitori per garantire una iniziazione di liquidità ai Comuni e associazioni. Ha lanciato una moratoria delle rate per 110 milioni alle imprese fruitrici di finanziamenti da parte di Finpiemonte. Altri 54 milioni sono stati destinati al fondo di garanzia con lo scopo di favorire l’accesso al credito delle micro-piccole-medie imprese, oltre a una misura che potrà coprire fino all’80% degli interessi passivi per le aziende che dovessero ottenere un finanziamento di durata fino a 36 mesi. E 90 milioni sono stati destinati sul fondo unico: partito il 18 febbraio, il finanziamento agevolato e contributo a fondo perduto per progetti di investimento e sviluppo.

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