ECONOMIA DOMESTICA

Non si Cura così l'economia

Anche i commercianti criticano il decreto del governo. Un decalogo di misure a favore di professionisti e piccoli imprenditori: bonus di mille euro per tre mesi, flat tax, cancellazione di Imu e tributi, azzeramento delle commissioni bancarie. Concordano gli industriali: "Non basta"

Un pannicello caldo mentre l’epidemia in corso minaccia di estendersi anche al tessuto economico del Paese, provocando danni incalcolabili. Questo secondo Confcommercio è il decreto Cura Italia del Governo. Troppo poco in un periodo storico in cui due negozi su tre sono chiusi e lo rimarranno probabilmente anche per tutto il mese di aprile. Di qui l’iniziativa “Io sono impresa”, un grande appello collettivo pubblicato in rete (Clicca Qui) “affinché la voce delle imprese possa arrivare a tutte le istituzioni forte e chiara con la richiesta di nuove e significative misure di sostegno che dovranno essere adottate subito” dice la presidente di Confcommercio Piemonte Maria Luisa Coppa.

L’organizzazione individua dieci punti, dieci misure indifferibili che il governo deve approvare “subito”. Innanzitutto “il bonus di 600 euro una tantum è una misura talmente insufficiente da risultare inesistente: occorrono almeno 1.000 euro per un periodo minimo di tre mesi”, secondo “va introdotta per il 2020 una flat tax per tutte le aziende dei settori maggiormente colpiti e per tutte quelle sotto i 2 milioni di fatturato”, terzo “Iva e contributi di marzo, aprile e maggio non vanno prorogati, ma cancellati e abolito il limite dei 2 milioni”, quarto “non ci devono essere limitazioni di risorse per l’utilizzo della cassa in deroga”, quinto “tutti i settori commerciali vanno ricompresi nelle misure di sostegno”, sesto e settimo “vanno sospesi tutti i tributi locali e, per almeno tre mesi, le bollette di tutte le utenze”, ottavo “per le locazioni commerciali credito d’imposta al 100% per almeno tre mesi e tassazione zero per i proprietari se riducono il canone di più del 50%”, nono “tutti i professionisti devono beneficiare degli aiuti” e infine, decimo “azzeramento delle commissioni bancarie su operazioni di anticipo fatture”.

“Le piccole e medie imprese sono la spina dorsale del Piemonte e del nostro paese – dichiara Coppa –. Il negozio di vicinato rappresenta il punto di riferimento per tutta una comunità. Chiediamo a tutti cittadini e imprenditori di esprimere il loro sostegno alla nostra mobilitazione. Il rischio è che migliaia di imprese, botteghe, negozi, pubblici esercizi e ambulanti, chiudano per sempre, una vera sciagura per l’Italia intera”.

Seppure si tratti di un “importante primo passo nel percorso per sostenere la nostra economia, le imprese e i posti di lavoro”, anche a giudizio degli imprenditori torinesi il provvedimento del governo “non basta”. Soprattutto, alla luce della situazione attuale e del concreto rischio di una dilatazione dei tempi verso la normalizzazione. Lo afferma il presidente dell’Unione Industriale di Torino, Dario Gallina, che si aspetta “provvedimenti shock che diano nuovo slancio all’economia nel momento della ripresa”. Si tratta di un provvedimento, “che recependo le istanze del mondo produttivo – spiega – è intervenuto sui capitoli più rilevanti e sulle maggiori criticità emerse con l’emergenza. In primo luogo, per quanto riguarda la fondamentale necessità di ampliare il raggio di applicabilità degli ammortizzatori sociali. Proprio in queste ore, a tal proposito, stiamo assistendo a un’impennata delle richieste da parte delle nostre aziende associate: al momento sono state inviate 150 procedure, che interesseranno oltre 14mila lavoratori, appartenenti per lo più al settore metalmeccanico, manifatturiero e dei servizi”. In secondo luogo, prosegue l’inquilino di via Fanti, “con l’adozione di alcune norme per il supporto alla liquidità delle imprese: articoli che sono frutto dell’incessante opera di presidio svolta dal sistema confindustriale negli ultimi giorni”. Secondo Gallina, “le misure assunte vanno attuate velocemente, ma soprattutto dovranno essere migliorate e integrate. Innanzitutto, con provvedimenti a supporti delle medie imprese, che sono il traino della macchina manifatturiera del Paese, a capo di filiere importanti, che nei contenuti del decreto sono state estremamente trascurate”.

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