EMERGENZA ECONOMICA

Riparti Piemonte, stop di Conte

Il Governo chiede alle Regioni di anticipare una parte dei costi per la Fase 2 e Cirio è costretto a bloccare il suo piano da 800 milioni. Al termine di una serrata trattativa arriva la mediazione: il provvedimento in giunta sabato (forse)

Doveva essere approvato questa mattina in giunta il disegno di legge Riparti Piemonte con la dotazione di 800 milioni di euro, stanziati tra risorse proprie della Regione e Fondi europei, ma per il momento è stato congelato e i tecnici sono al lavoro per rimodulare le varie poste. Una battuta d’arresto dovuta alla richiesta del Governo alle Regioni di contribuire alle misure messe in campo dal premier per la Fase 2, attingendo ai Fesr (Fondi europei per lo sviluppo regionale): “Sarebbero risorse che poi lo Stato restituirebbe nei prossimi anni” fanno sapere da piazza Castello, ma inevitabilmente questa decisione potrebbe creare un problema di liquidità nelle casse regionali, imponendo una immediata rivisitazione del disegno di legge già annunciato dal governatore Alberto Cirio nella conferenza stampa dello scorso 25 aprile. Sul Piemonte le iniziali richieste del Governo cubavano per 185 milioni.

È durata tutta la mattina la contrattazione tra la Conferenza delle Regioni e l’esecutivo, nella personale del ministro per la Coesione territoriale Giuseppe Provenzano, finché non si è arrivati a una mediazione di massima (da confermare) che prevede che Stato e Regioni si facciano carico in egual misura di quell’importo. Così al Piemonte resterebbero da coprire poco più di 90 milioni e potrebbe farlo attingendo al Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc). Si attende solo il via libera ufficiale del Governo e in assenza di ulteriori intoppi “saremo in grado di confermare gli 800 milioni previsti dal ddl Riparti Piemonte” assicura Cirio. Prevista per sabato una nuova giunta in cui il provvedimento dovrebbe ottenere un definitivo semaforo verde.

Intanto dal Pd arriva una proposta per ampliare ulteriormente le misure da dispiegare a favore della Fase 2, già inserita all’interno di una pdl depositata a Palazzo Lascaris: “100 milioni che possono essere attivati subito e ricavati da un lato attraverso la riduzione del capitale sociale di Finpiemonte per misure di rilancio dell’economia e dall’altro attraverso la rimodulazione di fondi europei per il terzo settore e il sostegno alle fragilità” spiegano il capogruppo del Pd Domenico Ravetti e il suo vice Raffaele Gallo.

Va detto che nel ddl Riparti Piemonte, la Regione già va ad attingere 200 milioni dalla sua finanziaria, lasciando un capitale sociale di 156 milioni “che in questo momento non abbiamo intenzione di toccare – spiega l’assessore al Bilancio Andrea Tronzano – perché andremmo a intaccare l’unico polmone finanziario cui potremmo rivolgerci a fronte di eventuali situazioni di emergenza per quest’anno o il prossimo”. Conclude Cirio: “Il mondo non finisce nel 2020, ci aspettano anni duri e non possiamo giocarci oggi tutte le nostre riserve”.

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