GLORIE NOSTRANE

Appendino, Elkann e Iren: ecco i nuovi amici di Farinetti

Anche la città di Torino avrà uno spazio nel nuovo concept store del patron di Eataly. Lo stand è gratis ma il Comune dovrà farsi carico dei costi di allestimento, circa 100mila euro. Con Palazzo Civico anche la multiutility energetica e Fca: tutti pazzi per l'ex renziano

Come un camaleonte si adatta all’ambiente circostante, cambia colore (politico) per assecondare lo spirito del tempo e il suo fiuto per gli affari raramente lo tradisce. Classe 1954, langhetto di Alba, Oscar Farinetti ha brandito la fiaccola olimpica con Sergio Chiamparino, affiancato Matteo Renzi negli anni della Rottamazione e ora, a braccetto con Chiara Appendino, si tuffa in una nuova impresa: Green Pea, il super store della sostenibilità ambientale che sorgerà al Lingotto proprio accanto a Eataly, suo fratello maggiore. Sono “10.500 metri quadri dedicati, in particolare, alla produzione di energia, al trasporto, all’abbigliamento e ai mobili; ci sarà, inoltre, uno spazio per il leisure, con zona ristorazione e una zona relax, dal concept innovativo, il FreeTime PeaClub, che costituirà un elemento identitario per Green Pea con vari e ampi spazi dove fermarsi a pensare, parlare, degustare, avere cura del proprio corpo, divertirsi, leggere, imparare, progettare”. Sembra una brochure pubblicitaria e invece è la delibera con cui il 28 aprile scorso il Comune di Torino ha stabilito una partnership con Farinetti, esprimendo “interesse alla realizzazione di uno spazio  di  promozione  e  di  accoglienza” all’interno del suo Verde Pisello.

La concessione del locale, a scopo promozionale, è gratuita; per l’allestimento l’amministrazione avrebbe valutato una spesa di circa 100mila euro. Accanto a quello del Comune è previsto anche uno spazio gestito da Fca e uno da Iren. Ambiente, energia verde, mobilità sostenibile: tutto si tiene nella narrazione del patron di Eataly, pronto per l’ennesima impresa, tra affari e quella mole di retorica con cui spesso li condisce. I rapporti con Appendino sono stati fin dall’inizio improntati alla cordialità. “Voglio bene a Piero Fassino, si è dato molto da fare in questi cinque anni, tuttavia adesso c’è questa sindaca, stiamole vicino e diamole una mano a che funzioni tutto bene” aveva già iniziato a cambiar colore il camaleonte, all’indomani della presa di Palazzo Civico da parte del Movimento 5 stelle.   

La speranza è che non arranchi come Fico Eataly World, il grande parco agro-alimentare sorto due anni orsono alla periferia di Bologna, che ha fatto tremare le gambe a un pezzo del potente mondo cooperativo emiliano che ci ha messo quattrini in quantità, mentre la Regione addirittura aveva speso 4 milioni per dei mega autobus che avrebbero dovuto trasportare orde di cittadini e turisti dalla stazione di Bologna: la media è stata di quattro a corsa. Stando ai bene informati l’imprenditore albese non può permettersi nuovi passi falsi dopo aver chiuso il 2018 con un rosso di oltre 17 milioni, debiti verso le banche superiori ai 96 milioni e una forte esposizione verso i fornitori.

Il nuovo progetto Green Pea “vede la presenza di aziende tra le più green e innovative italiane e straniere con un’aspettativa di circa 3 milioni di visitatori l’anno” si legge ancora in una delibera che da grigio atto burocratico spicca il volo e contagia d’entusiasmo l’intera giunta, con l’assessore Alberto Sacco, estensore del provvedimento in versione groupie. Certo anche chi puntò su Fico s’aspettava 6 milioni di visitatori l’anno, poi si è accontentato di 5 (in due di anni). In fondo l’entusiasmo di Sacco è comprensibile: l’assessore globetrotter di Appendino aveva già presenziato all’inaugurazione dell’Eataly Marais di Parigi, un annetto fa, per poi ritornarci alla fine di gennaio, in occasione delle celebrazioni di Torino Città del Cinema 2020, qualche giorno prima dell’inizio della pandemia.   

Il Comune di Torino, però, ha deciso di puntare senza indugio sull’operazione: “La possibilità di avere uno spazio di accoglienza e promozione, insieme ad alcune società qualificate e partecipate della Città, in cui coniugare turismo, qualità e rispetto dell’ambiente, dove poter raccontare e promuovere la Torino green attraverso le sue eccellenze, rappresenta per la Città un’opportunità molto interessante in un tempo cui i mutamenti climatici, il tema della cultura e tutela ambientale sono al centro del dibattito politico e culturale a livello mondiale”. E dunque via libera a un’area che “può rappresentare oltre che uno spazio privilegiato per la promozione della Città anche l’occasione per sensibilizzare i cittadini e i turisti ai temi dello sviluppo sostenibile, al fine di migliorare la qualità della vita nel rispetto degli altri, dell’ambiente e del territorio”. 

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