SCIUR PADRUN

Si riapre la corsa all'Unione Industriale

Enrico Rosso lancia il guanto di sfida a Marsiaj per la guida degli imprenditori torinesi. Un outsider con poche chance ma in grado di far emergere le contraddizioni tra i sostenitori (più per mancanza di alternative) dell'attuale presidente dell'Amma

Una corsa a due per la presidenza dell’Unione Industriale di Torino. In quella che sembrava ormai una partita chiusa, con Giorgia Marsiaj unico pretendente dopo il ritiro di Giuseppe Lavazza (in realtà mai sceso in campo ufficialmente), arriva a sorpresa un autocandidatura che potrebbe riaprire, almeno sulla carta, i giochi per la successione di Dario Gallina al vertice degli imprenditori di via Fanti.

«Ho maturato la decisione di candidarmi mosso dalla semplice, ma per me decisiva ambizione di portare un contributo di idee in un’associazione, chiamata, come tutte le rappresentanze di categoria, a immaginare un nuovo orizzonte per l’Italia». Enrico Maria Rosso, classe 1968, amministratore delegato della HT&L Fitting Italia, azienda che opera nell'assemblaggio dei pneumatici auto, spiega così la decisione di contendere la carica a Marsiaj, attuale presidente dell’Amma. «A Torino e al Piemonte serve un gioco di squadra, occorrono motivazioni nuove per affrontare un tornante impegnativo della lunga e confusa stagione del globalismo, troppo spesso esaltato nella sola sua dimensione ideologica mentre oggi si impone una riflessione più pratica e correzioni indispensabili», sottolinea Rosso che tempo addietro tentò con scarso successo la scalata dell’associazione Piccola Industria di Confindustria.

Un outsider che sfida uno dei pezzi da novanta della Confindustria più tradizionale, se non altro in termini anagrafici. Marsiaj ha dalla sua parte un pezzo importante dell’establishment industriale ma sconta alcune diffidenze tra coloro che vedrebbero con favore un ricambio nella compagine. «Non sono candidato contro qualcuno – afferma Rosso, per anni rappresentante a Torino della Camera di Commercio americana – e il dottor Marsiaj ha la mia considerazione e la mia stima. Sono persuaso che il ruolo dell’impresa, nella stagione scandita dalla pandemia, debba ritrovare una centralità sociale, abbandonare ogni forma di collateralismo con la politica locale e nazionale per riguadagnare una piena autonomia insieme a una rigorosa interlocuzione con le altre rappresentanze. Indietro non si torna, ma guardare avanti significa cercare nuovi paradigmi. L’Unione deve diventare la “casa dell’impresa”, con radici solide nel territorio, costruire sinergie con tutti i soggetti istituzionali e le associazioni di rappresentanza e i portatori di interessi diffusi».

print_icon