GLORIE NOSTRANE

Politico trombato ora è direttore (grazie agli amici del M5s)

Il caso del cuneese Campo, consigliere regionale dal 2014 al 2019. Non eletto, ottiene un posto apicale nell'agenzia Formez, grazie ai buoni uffici della ministra Dadone, sua sodale e conterranea. Così fan tutti, anche i grillini

Nella sua carriera di attivista aveva raccolto firme a favore della campagna “Rifiuti Zero”, ora si ritrova a essere uno dei tanti riciclati della politica, trombati alle elezioni e ripescati con qualche nomina di sottogoverno. Mauro Willem Campo è appena stato designato a capo di Formez Pa, società in house sotto la Presidenza del Consiglio dei ministri, su cui esercita un controllo il ministero per la Pubblica amministrazione. Non è un caso che, almeno secondo le voci che si rincorrono nei corridoi di Montecitorio, sia stata proprio la ministra Fabiana Dadone, grillina e di origini cuneesi proprio come Campo, a perorarne la causa, fino a imporne il nome, individuato senza alcun bando pubblico.

Campo ha 51 anni e si è laureato in Ingegneria Nucleare al Politecnico di Torino. È nato a Cuneo e vive a Peveragno, piccolo centro della Granda. Nel 2014 è stato eletto in Consiglio regionale con il Movimento 5 stelle grazie ai 652 voti di preferenza conquistati alle elezioni, ma cinque anni dopo non è riuscito a essere confermato, battuto, sul suo territorio, da Ivano Martinetti. Di qui la necessità di trovare una nuova sistemazione e la ministra Dadone, sua amica e sodale sin dai primi meet up, non si è dimenticata di lui.

“Il mio obiettivo - ha dichiarato il neo direttore Campo all'indomani della nomina - è di portare Formez a essere un'eccellenza e un punto di riferimento nazionale nello snellimento e nel processo di digitalizzazione di tutte le procedure concorsuali in capo al Dipartimento della Funzione Pubblica e alle amministrazioni associate, nei corsi di formazione per tutti i livelli della Pa e nel supporto ed affiancamento alle amministrazioni pubbliche di tutta Italia. Per una Pa moderna, agile ed efficace”. E chi più di un ingegnere nucleare (!) può avere le competenze per portare a casa questi obiettivi?

Formez è un centro servizi che si occupa di formazione e di sistemi per rendere più moderna ed efficaci la pubblica amministrazione, negli ultimi tempi però appare più che altro come un cimitero degli elefanti, rifugio per i politici che perdono il posto. Insomma uno dei tanti carrozzoni nascosti che stanno lì e non si capisce bene a cosa servano. Il presidente è Alberto Bonisoli, remember? Ex ministro della Cultura nel governo giallo-verde. Bocconiano, 58 anni, un profilo manageriale fra moda, design e formazione, Bonisoli era stato direttore della Nuova Accademia delle Belle Arti di Milano. Originario di Mantova ma residente a Castelletto Ticino, il suo nome era già nella squadra di governo presentata da Luigi Di Maio in campagna elettorale, proprio per il Mibact. Alle elezioni del 4 marzo, però, è rimasto fuori dal Parlamento, battuto da Bruno Tabacci nel collegio uninominale di Milano dove non è andato oltre il 13,8% dei voti. Con la fine del governo giallo-verde, Bonisoli è stato sacrificato sull’altare della nuova alleanza col Pd, ma non avendo il paracadute parlamentare è stato necessario riciclarlo attraverso un posto di sottogoverno.

Così fan tutti e tutti han sempre fatto. E il M5s, almeno in questo, ha imparato in fretta.

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