CORONAVIRUS & POLITICA

Il Piemonte riapre i confini

Il contagio è in regresso, i dati infondono fiducia e dal 3 giugno cadono le limitazioni di circolazione con le altre regioni. Il bollettino odierno riporta 21 nuovi casi positivi e 9 decessi, di cui uno solo registrato al momento nella giornata

“Il Piemonte è una regione in salute” e, quindi annuncia Alberto Cirio “da dopodomani si riapre al resto dell’Italia e da metà giugno anche al resto dell’Europa”. Gli ultimi dati – 21 casi positivi, 9 decessi e 54 terapie intensive – spiega il governatore, attestano “parametri ottimi, decisamente superiori alle soglie minime stabilite dal ministero”. Ma quei numeri – dai posti delle terapie intensive, alla capacità di individuare casi e procedere entro non più di tre giorni all’isolamento – “sono anche l’indice del grande lavoro fatto”.

In merito a quanto detto ieri dal primario del San Raffaele, Alberto Zangrillo, l’ex ministro della Sanità Ferruccio Fazio, capo della task force piemontese esprime una valutazione positiva: “Lo studio a cui si riferisce, di grande interesse, indica una minore concentrazione del virus stesso nei tamponi. Sono dati preliminari, ma se verificati ci danno grande speranza, perché potrebbe voler dire che la temuta seconda ondata di ottobre non ci sarà”. Della stessa opinione di Fazio si è detto il professor Paolo Vineis, supervisore del monitoraggio epidemiologico in Piemonte: “Sono totalmente d’accordo con Fazio”, dice lo scienziato albese in forze all’Imperial College di Londra.

Quello che si proseguirà a fare, con l’Unità di Crisi che resta sia pure con orari ridotti e pronta a riallertarsi al primo allarme e le task force è il lavoro “di una macchina diversa da quella con cui siamo partiti ad affrontare l’emergenza”, per usare le parole dell’assessore alla sanità Luigi Icardi. “Sono state rafforzate le Usca e i Sisp, con un migliorato rapporto di comunicazione con la Regione”. Dal titolare della sanità l’annuncio della richiesta al ministero di abbassare a 60 anni l’età per poter avere il vaccino antinfluenzale gratuito in maniera tale da evitare comorbilità in caso di una nuova ondata di Coronavirus e rendere meno complicata la sua identificazione dai primi sintomi.

Proiettando su un altro vaccino, quello che ancora non c’è e si spera arrivi per il Covid, Cirio fa una corsa in avanti e assicura: “Quando e se ci sarà, sarà completamente a carico del servizio sanitario regionale, per i cittadini non ci sarà alcun costo”. E se alla mezzanotte di domani finirà l’obbligo della mascherina anche all’esterno sul territorio piemontese, il governatore spiega che “dal 3 giugno torneranno a valere le nome del Dpcm firmato dal presidente Giuseppe Conte. Ma ricordo a tutti – aggiunge Cirio – che la regola è quella dell'obbligatorietà della mascherina ovunque non sia possibile garantire il rispetto del distanziamento interpersonale. La regola specifica adottata in Piemonte per questo lungo ponte del 2 giugno è stata una scelta giusta, i controlli sono stati svolti in maniera intelligente e ci sono state, finora, poche contravvenzioni. Con la riapertura del 3 torniamo alle norme previste dal Dpcm pronti però a nuovi interventi se si verificassero delle storture".

Un Piemonte che riparte, ma che prosegue anche con il rafforzamento della rete dei laboratori per l’esecuzione dei test sierologici e dei temponi. “Quello dell’Arpa sarà di livello sicurezza 3, quello di Wuhan è di livello 4 – spiega Matteo Marnati – e ci consentirà quindi di studiare il Covid 19, ma anche altri eventuali virus”. Sempre su questo fronte è in arrivo un laboratorio mobile dal Belgio che verrà utilizzato soprattutto per lo screening di alcune categorie di lavoratori.

Anticipata al 3 giugno anche l’apertura della balneazione nei laghi inizialmente fissata alla metà del mese. Dove, invece, bisognerà ancora aspettare è nelle Rsa. Le visite agli ospiti da parte dei parenti “è questione molto delicata e stiamo studiando percorsi protetti per evitare il rischio di riportare il virus in queste strutture” spiega Fazio. Una certezza, per il momento, l’ex ministro la fornisce: “Non è ancora il momento di consentire agli ospiti delle Rsa di uscire, anche solo per fare una passeggiata in paese”.

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