SINFONIA DEGLI ADDII

Regio, Forza Italia salva Appendino

La maggioranza grillina balla sul commissariamento dell'ente lirico. La votazione sulla mozione delle opposizioni finisce pari grazie all'azzurro Napoli che si schiera con il M5s. Almeno tre dissidenti tra i pentastellati. La sindaca: "I numeri parlano chiaro"

Sul commissariamento del Teatro Regio balla la maggioranza di Chiara Appendino. Le opposizioni gliele cantano ma a salvare la sindaca è, a sorpresa, il capogruppo di Forza Italia Osvaldo Napoli. Dopo una lunga discussione in Sala Rossa la mozione per evitare l’extrema ratio sull’ente lirico – presentata da Eleonora Artesio (Torino in Comune) – non passa per un solo voto: 19 i favorevoli (tra cui anche le due consigliere grilline Viviana Ferrero e Daniela Albano, con la non partecipazione al voto di Maura Paoli) e 19 contrari, tra i quali spicca proprio l’esponente azzurro che ha così evitato alla prima cittadina di andare sotto. “Basta dire che con il commissario sarebbero a rischio i posti di lavoro perché non è così e io sarei contento se si adottasse questa soluzione” ha chiarito Napoli.

Il provvedimento gemello di Chiara Foglietta del Pd viene invece respinto per un voto quando ormai era chiaro che non c’erano i numeri per lo sgambetto. Nel suo intervento Appendino ha ribadito le sue ragioni: “I numeri parlano chiaro e parlano di un ente che è strutturalmente in crisi da dieci anni” ha detto. I Cinquestelle hanno definito strumentali le iniziative della minoranza, ricordando che solo un anno fa due deputate del Pd, Silvia Fregolent, poi passata a Italia Viva e Chiara Gribaudo - chiedevano il commissariamento. Decisiva anche l’assenza in aula del capogruppo leghista Fabrizio Ricca che ha reso inutile un’altra assenza – secondo alcuni strategica – del grillino Damiano Carretto.  

Una votazione molto temuta dal Movimento 5 stelle, che ha prestato il fianco agli avversari su uno dei temi più caldi di questo scampolo di amministrazione. Per questo sin dalla trattazione dei primi atti la sensazione è stata di un velato ostruzionismo, cui si sono prestati consiglieri e assessori per allungare il brodo e favorire l’allontanamento di qualche consigliere che aveva già annunciato di avere altri impegni (leggi Silvio Magliano dei Moderati che aveva un incontro pubblico a Moncalieri dove ha presentato il candidato sindaco ma ha fatto in tempo a ri-collegarsi per votare).

La sindaca aveva annunciato l’intenzione di chiedere al ministro della Cultura Dario Franceschini di commissariare il Regio all’indomani dell’avviso di garanzia recapitato all’ex sovrintendente William Graziosi – imposto da Appendino contro il parere di tutti, o quasi – e al corista e attivista pentastellato Roberto Guenno. La questione, a detta della sindaca sta più o meno in questi termini: i conti dell’ente lirico sono in profondo rosso e, a differenza di quanto accaduto in passato, nessuno dei soci questa volta ha deciso di mettere mano al portafoglio per ripianare le perdite. Il disavanzo nel 2019 si è attestato a 2,5 milioni di euro, i debiti nei confronti dei fornitori sono passati nell’ultimo anno da 8,7 milioni a 10,4) nonostante i crediti dai soci si siano ridotti da 14,4  a 8,5 milioni. Anche i debiti finanziari sono rimasti molto alti, nonostante una riduzione da 32 a 28 milioni. Tanto è bastato per portare Appendino a gettare la spugna e a confermare la sua scelta nonostante le proteste dei lavoratori del Regio che hanno organizzato due sit-in sotto Palazzo Civico per convincerla a cambiare idea.

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