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Piemonte internazionale tra le solite beghe locali

Dopo quattro anni Antonioli lascia la presidenza del Ceip, l'ente che si occupa delle strategie estere del territorio regionale. Per la successione si parla di Mattioli, ma prima va ripensata la mission perché mentre noi parliamo altri portano a casa investimenti

Attrarre investimenti stranieri, offrire soluzioni innovative, sostenere le aziende sui mercati esteri, sviluppare il loro export. Dai convegni alla realtà, dalle fiere a stretegie territoriali: di tutto questo dovrà occuparsi il prossimo presidente di Ceip – il Centro per l'internazionalizzazione del Piemonte – che riceverà il testimone di Pierpaolo Antonioli, presentatosi questa mattina dimissionario (assieme alla consigliera Anna Chiara Invernizzi) all’assemblea dei soci. Una notizia nell’aria da tempo, resa improcrastinabile dopo la recente cessione di General Motors dello stabilimento di Torino, dove venivano progettati i motori diesel del gruppo, alla Punch Corporation. Ora Antonioli dovrà concentrarsi sul rilancio di una delle realtà industriali più dinamiche del capoluogo destreggiandosi tra i meandri di un mercato reso ancor più incerto dagli effetti dell’epidemia.

Lascia tuttavia una realtà che in questi quattro anni ha cercato di sopperire a un progressivo declino del sistema economico e produttivo. D’altra parte è stato proprio l’export a contenere gli effetti di una crisi che ha modificato in profondità i connotati di un territorio per lungo tempo legato alla manifattura tradizionale. Un’azione che Ceip, tra molte difficoltà anche relative ai propri compiti, ha svolto con budget sempre più all'osso. In ultimo, il Coronavirus ha stravolto tutto. E così non potrà più limitarsi ad allestire più o meno prestigiose vetrine, accompagnando le imprese alle grandi fiere mondiali, oggi che quelle fiere non ci sono più. Insomma, la mission va completamente ripensata. Solo per fare un esempio, mentre sotto la Mole ci si riempie la bocca di progetti mirabolanti – Competence e Manufacturing center – per rlanciare l'automotive, altrove, in Emilia, si parte con la Motor valley grazie alla cinese Faw con un investimento di 1,2 miliardi.

Di questo dovrà occuparsi il successore di Antonioli. L’assemblea di oggi ha preso atto della sua volontà e si è aggiornata al 15 settembre, quando avverrà la nomina del nuovo vertice e il formale passaggio di consegne. In pole position c’è l’ex numero uno dell’Unione industriale di Torino Licia Mattioli, fino a qualche settimana fa vicepresidente di Confindustria con delega all'Internazionalizzazione. Lasciato Viale dell'Astronomia dopo aver perso il duello con Carlo Bonomi, di lei si parla anche per la guida di Turismo Torino. Ma guai a dare la designazione per certa: le doti della Mattioli sono ben note, così come le liti, le invidie e le schermaglie dell'establishment subalpino. Se da una parte, infatti, Mattioli può contare sull’amicizia di Dario Gallina, suo successore in via Fanti e ora a capo della Camera di Commercio di Torino, dovrà guardarsi le spalle da altri pretendenti, primo fra tutti Beppe Gherzi, direttore generale uscente dell’Unione industriale di Torino, che avrebbe già manifestato l’interesse di chiudere la sua carriera al Ceip, dove raggiungerebbe il cognato Giuliano Lengo, praticamente direttore a vita del Centro (è in sella dal 1999 ancor priam della fusione con Itp avvenura nel 2007).

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