PALAZZO LASCARIS

Cirio "assenteista" in Consiglio, bigia oltre metà delle sedute

Quasi tutti presenti, ieri, al rientro in Aula. Mancava il governatore che si è concesso qualche giorno di riposo. Ma la sua "vacanza" dall'emiciclo di via Alfieri è ormai abituale. Come buona parte dei suoi assessori che non si perdono una sagra o un taglio di nastro

Il ritorno dall’aula virtuale a quella reale, archiviando immagini di consiglieri in tinello e assessori nell’abitacolo della propria auto, ieri ha riportato il Consiglio regionale nella sua sede istituzionalmente propria sia pure con tempi che oggettivamente sarebbero potuti essere più rapidi. Dunque non un evento da celebrare, ma da registrare. Così come l’assenza del governatore.

Un sacrosanto diritto a qualche giorno di stacco dagli impegni di Palazzo non è cosa affatto riprovevole e, dunque, il non vedere nello scranno a lui riservato nell’emiciclo Alberto Cirio sarebbe da annoverare nella normalità estiva anche se la mancata presenza coincide con un evento – il ritorno della politica in via Alfieri – che ha in sé qualcosa di simbolicamente rilevante. Tuttavia, quella poltrona vuota, ieri, ha suscitato più di un commento perché rischia di rappresentare una regola, anziché l’eccezione a sua conferma. Detta in maniera più diretta: ad oggi Cirio è il presidente meno presente in aula rispetto a tutti i suoi predecessori, da quando cambiò il sistema elettorale e il vertice dell’esecutivo passò a essere eletto direttamente dai cittadinii.

Insomma da Enzo Ghigo a Mercedes Bresso, passando per Roberto Cota e arrivando a Sergio Chiamparino, nessuno di loro ha bigiato quanto in un solo anno è riuscito a fare l’ex europarlamentare di Alba, rischiando di rioprodurre in via Alfieri il brutto andazzo di molti suoi ex colleghi di Strasburgo. Cirio ha davanti ancora quattro anni per rimediare ed evitare quel non invidiabile primato, confermando nei fatti le parole con cui ad ogni piè sospinto e un po’ di ipocrita retorica si descrive il consiglio come cuore dell’azione politica regionale.

I numeri, si sa, sono impietosi quando raccontano ciò che le parole possono dipingere altrimenti. Delle 85 sedute dell’assemblea di Palazzo Lascaris convocate da luglio dello scorso anno a fine giugno, solo 39 hanno visto la presenza del presidente. Meno della metà. È vero che impegni istituzionali portano spesso il governatore altrove e che non avendo il dono dell’ubiquità si trova costretto a scelte obbligate da concomitanti appuntamenti. Eppure, proprio da chi lo ha preceduto potrebbe prendere esempio, magari con una migliore gestione dell’agenda. Di certo, il governatore è in buona, anzi in cattiva compagnia, giacché anche i componenti della giunta non brillano certo per presenzialismo.

Piuttosto sparute le apparizioni in aula di Marco Gabusi, l’uomo politicamente più vicino al governatore così come nella classifica delle assenze. Con 24 presenze, l’assessore ai Trasporti è il Malabrocca, la maglia nera, di un Giro appena iniziato dove il capitano arrivato promettendo al Piemonte un’altra velocità, spesso di fa attendere in via Alfieri come un volo cancellato. Si dirà: il presidente esplica il suo ruolo nella giunta, è l’esecutivo e la sua presenza nella sede legislativa può anche essere sostituita. In effetti sempre più spesso è ciò che accade e, non solo per Cirio la cui “latitanza” dall’emiciclo sta suscitando un certo fastidio non solo nelle minoranze prive del bersaglio grosso comunque del principale interlocutore, ma pure tra alcuni esponenti della maggioranza che preferirebbero averlo più spesso in quella sede. Una situazione cui cerca di porre rimedio Maurizio Marrone che, da quando ha indossato i panni di assessore delegato a tenere i rapporti con il Consiglio, non ha mai fatto mancare la sua presenza. Ma il suo è una sorta di dovere d’ufficio.

Detto che la giunta deve essere presente ai lavori d’aula e che basta anche un suo solo membro, in quest’anno di legislatura in più di un caso le opposizioni hanno rimarcato l’impossibilità di interloquire con l’assessore che ha in capo la materia di cui si discute. È il caso, non il solo, del titolare della Sanità, Luigi Icardi che nel periodo preso in esame è risultato in aula solo in 43 sedute. Il record di presenze va al leghista responsabile dell’Agricoltura Marco Protopapa con 74, incalzato dall’azzurro Andrea Tronzano (71) e seguito a breve distanza dal vicepresidente Fabio Carosso (64). Il gruppo che sta appena davanti al governatore, chi più chi meno, ha messo piede in consiglio la metà delle volte: 56 Chiara Caucino, 47 Fabrizio Ricca, 43 Elena Chiorino, 42 Matteo Marnati e assai meno presente l’assessora alla Cultura, la leghista Vittoria Poggio, avvistata in via Alfieri appena 32 volte in un anno. Appena sei volte più di lei s’è visto Cirio, la cui avarizia di partecipazione ai lavori d’aula difficilmente può essere spiegata con il dilemma morettiano, mi si nota di più se vado o se non vado?

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