TRAVAGLI DEMOCRATICI

Referendum, Furia dice No
(e difende Zingaretti)

Il segretario del Pd piemontese voterà contro la riforma costituzionale voluta dal M5s e in direzione nazionale sosterrà la formula pilatesca della libertà di coscienza. Contraria al taglio dei parlamentari la deputata ofiniana Gribaudo

Il segretario del Pd piemontese Paolo Furia voterà No al referendum sul taglio dei parlamentari. Mentre tutti (o quasi) i big del partito scelgono il silenzio in attesa della direzione di lunedì 7 settembre, il numero uno regionale confessa la sua decisione su facebook in un commento a un post pubblicato nel primo pomeriggio scritto con l’intento di porre un freno alle polemiche interne sulla gestione di Nicola Zingaretti. “Non associamo neppure il destino della leadership del nostro partito all’esito di un referendum relativo ad una riforma nemmeno voluta da noi”. Nei commenti, come detto, è poi arrivata la confessione. Con lui sul No, anche la deputata orfiniana Chiara Gribaudo che segue così l’ex presidente del partito. E gli altri? “Aspettiamo la direzione” dicono i più, in attesa di conoscere la linea indicata dal numero uno del Nazareno, il quale finora cerca di barcamenarsi con sempre più evidente imbarazzo. Da una parte ci sono le tre votazioni contrarie del Pd in Parlamento alla riforma voluta dal Movimento 5 stelle e che riduce di un terzo il numero di deputati e senatori, dall’altra la necessità di tenere fede a un’alleanza di governo che scricchiola.

“Considero con orrore l’idea che qualcuno non aspetti altro che riaprire la partita interna immaginando che la cosa non abbia ripercussioni sul mantenimento della legislatura – afferma Furia –. Non va bene la linea di mediazione coi 5 stelle? Bene, voto anticipato”. Allo Spiffero il segretario specifica che in direzione “sosterrò la tesi della libertà di coscienza”, non a caso la stessa che starebbe valutando Zingaretti. Insomma, questa volta vince Ponzio Pilato, mentre cresce tra attivisti e amministratori locali la posizione contraria incarnata anche nel Comitato per il No presieduto dal dem Fabio Malagnino che via social si rallegra per l’ammissione sfuggita al suo segretario. “Quello che dico – conclude Furia – è che non vedo oggi spazio per trasformare ogni discussione politica in un referendum sulla leadership con l’attesa delle elezioni per partire con il solito tiro al piccione. E a chi sostiene che dobbiamo tranciare quest’alleanza chiedo: siamo pronti per il voto anticipato?”.

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