DISCORDIA ISTITUZIONALE

Scontro all'ultimo stadio

Dopo il braccio di ferro (vinto) sulla febbre, il governatore piemontese apre un nuovo fronte contro il governo. "Se non deciderà a riaprire gli impianti al pubblico lo faremo noi". Apripista le ordinanze di Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto

Dopo lo scontro sulla misurazione della temperatura agli studenti, vinta davanti al Tar, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio apre un nuovo fronte contro il Governo sulla riapertura degli stadi. “Se non interviene, faremo noi”, ha minacciato il governatore. “Dopo le dichiarazioni del ministro Spadafora, ci siamo interfacciati con Roma. Il Governo ha assicurato l’emanazione di un provvedimento nazionale nelle prossime ore”, ha dichiarato Cirio. “Ci auguriamo che non sia l’ennesimo annuncio – aggiunge –, in tal caso risolveremo la cosa la prossima settimana a livello regionale”.

Intanto, dopo l’Emilia-Romagna, anche il Veneto e la Lombardia riaprono gli eventi sportivi al pubblico. In Veneto al massimo 1.000 spettatori negli impianti all’aperto e 700 al chiuso. Lo prevede l’ordinanza del presidente della Regione, Luca Zaia. Analoga la disposizione firmata dal presidente della Lombardia Attilio Fontana.

la questione è al centro del confronto convocato dal ministro per le Autonomie Francesco Boccia, una riunione in videoconferenza proprio per discutere della questione della riapertura degli stadi con i ministri Vincenzo Spadafora (sport) e Roberto Speranza (Sanità), oltre al presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini. In serata è arrivato il via libera: da domani anche in Piemonte sarà possibile tornare a giocare il Campionato di Serie A di calcio in presenza di pubblico.

L’Allianz Stadium può dunque riaprire per Juventus-Sampdoria, in programma domenica sera, a mille persone, e nel rispetto dei protocolli di sicurezza. Il Piemonte – precisa il governatore Cirio in una nota – stava già lavorando a una ordinanza per riaprire al pubblico tutti gli eventi sportivi, anche dilettantistici, grazie al lavoro e alla collaborazione con il Comitato Piemonte della Figc-Lnd e le altre Federazioni sportive piemontesi, come volley e basket. Il Governo ha però convocato oggi pomeriggio i governatori per comunicare che, alla luce delle attuali condizioni epidemiologiche del Paese, così come rilevate dal Cts, sia il Ministero della Salute che quello dello Sport erano contrari a dare il via libera ad eventi continuativi in presenza di pubblico, ad eccezione della Serie A di calcio. Il governo – spiega ancora Cirio – ha chiesto quindi alle Regioni di recepire in via sperimentale questa indicazione, per dare uniformità alla situazione del Campionato di calcio a livello nazionale. La Regione ha dunque preso atto dell’indicazione del Governo, dando disposizioni in tal senso”.

Una decisione, quella romana, che non soddisfa appieno il Piemonte. La Regione chiede che vengano tutelate “anche le altre categorie di campionato e le realtà amatoriali e semi professioniste che rappresentano un tessuto sportivo vitale nelle nostre comunità”. Cirio ha proposto di utilizzare dei parametri percentuali tra lo spazio disponibile e il pubblico, sia all'aperto che negli impianti sportivi al chiuso, prevedendo ad esempio un riempimento al 25%. Proposta che il Governo non ha al momento accolto, alla luce del parere contrario del Cts, ma che si è impegnato ad affrontare con il Ministro dello Sport già da lunedì.

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