POLITICA & GIUSTIZIA

Chiusa l’inchiesta sul re dei concerti

L'indagine ruota attorno all'ex patron di Set Up Muttoni. Tra i quaranta indagati anche l'ex senatore Esposito e il vicepresidente del Consiglio comunale di Torino Lavolta, entrambi del Pd

Cinque anni di indagine, 40 indagati e una lunga serie di reati contestati tra cui turbativa d’asta, corruzione, traffico d’influenze illecite, rivelazione del segreto d’ufficio, accesso abusivo al sistema informatico, falso ideologico, corruzzione elettorale. Questi i numeri e le dimensioni della maxi inchiesta condotta dalla Procura di Torino, chiusa oggi con la notifica del 415 bis. Tutto ruota attorno alla figura di Giulio Muttoni, ex patron di Set Up Live, società che per lungo tempo ha organizzato i principali appuntamenti musicali e fieristici della città e che, con Live Nation, ha ereditato la gestione del Parcolimpico di Torino.

Le indagini, condotte dal procuratore aggiunto Enrica Gabetta e dal sostituto Gianfranco Colace, hanno preso le mosse nel 2015, quando i magistrati hanno acceso un faro sui movimenti di Muttoni per far decadere l’interdittiva antimafia emessa nei confronti della sua società dalla Prefettura di Milano a seguito di una serie di accertamenti sui lavori dell’Expo. Ed è proprio in questo ambito di indagine che è coinvolto l’ex senatore del Pd Stefano Esposito, il quale, sempre secondo la tesi dell’accusa, avrebbe cercato di favorire l’amico di vecchia data, anche utilizzando le sue funzioni parlamentari di componente della commissione Antimafia. Secondo i pm, Muttoni avrebbe in qualche modo “ringraziato per l’intervento del senatore offrendo alcuni prestiti a tasso particolarmente vantaggioso”. Prestiti peraltro interamente restituiti attraverso bonifici.

Nel tentativo di evitare l’interdittiva antimafia, secondo la ricostruzione dei pm, Muttoni si sarebbe avvalso inoltre dell’amicizia di un maresciallo della Guardia di Finanza, Michele Alterio, indagato per corruzione. Alterio avrebbe avvertito Muttoni dell’arrivo presso la Dia di Torino dell’interdittiva a carico della sua società, spendendosi poi in prima persona “per cercare di trovare una soluzione favorevole a Set Up Live Srl e quindi far revocare il provvedimento” oltre a offrirsi “di intercedere in Prefettura presso i funzionari incaricati della pratica per garantire loro” sull’assenza “di possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto societario”. Il tutto in cambio di “denaro e altre utilità”, a partire da biglietti per il Festival di Sanremo o altri eventi quali il concerto di Vasco Rossi de Il Volo. Infine il maresciallo Alterio aveva ottenuto “l’interessamento e l’attivazione” di Muttoni “tramite il Sen. Stefano Esposito per consentirgli di ottenere un nuovo incarico o lavoro economicamente per lui più vantaggioso”.  

In un altro filone compare l’ex assessore della giunta Fassino, Enzo Lavolta, al quale è contestato il reato di turbativa d’asta relativamente all’organizzazione del Terzo Forum Mondiale dello sviluppo economico locale, ospitato a Torino nell’ottobre del 2015. Gli inquirenti sospettano che, a partire dall’appalto gestito da Turismo Torino per l’allestimento del tendone in piazza Castello, Lavolta avrebbe favorito Parcolimpico a discapito di Gl Events. Anche in questo frangente è coinvolto Esposito.  

Secondo l’accusa, Lavolta avrebbe fornito a Muttoni – su richiesta di Esposito – le informazioni relative al preventivo del suo concorrente, Gl Events, prima della pubblicazione del bando e della predisposizione del capitolato tecnico, indicando poi come base d’asta (205mila euro) un importo vicino a quello del preventivo redatto dalla società di Parcolimpico (180mila euro) “al fine di agevolare l’aggiudicazione a favore di Parcolimpico” scrive il pm.

Questo è il teorema dell'accusa che dovrà passare prima al vaglio del giudice per l'udienza preliminare e poi la parola nell'eventualità, assai probabile, della celebrazione di un processo alle tesi della difesa.

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