EMERGENZA SANITARIA

"Lasciateci prescrivere i tamponi", appello dei medici di famiglia

Troppi ritardi e inefficienze nel servizio affidato al Sisp. Venesia (Fimmg): "Con i contagi in aumento serve ridurre i tempi e dare risposte rapide a chi fa il test". La proposta trova d'accordo Cirio

Erano il collo di bottiglia dove si fermavano richieste ed esiti dei tamponi, quando non andavano addirittura perduti. Sette mesi dopo e dopo un’estate in cui si sarebbero dovute trovare soluzioni efficaci, i Sisp continuano ad essere la strozzatura, il buco nero, dove il tempo si ferma e con esso quel flusso di informazioni cruciale per individuare e arginare i contagi. In molti casi gli organici dei Servizi di igiene e sanità pubblica incardinati in ciascuna Asl sono stati aumentati, ma il risultato atteso non è arrivato. Al contrario, quello temuto si è verificato: tempi di attesa ancora lunghi, persone che aspettano giorni per fare il tampone e giorni per averne l’esito. In mezzo, i medici di famiglia da un lato naturalmente pressati di pazienti per avere l’esame o conoscerne il risultato nella non invidiabile condizione di isolamento e dall’altro in lotta quotidiana con un sistema troppo lento e farraginoso che, a questo punto, nessun incremento di personale sembra poter far funzionare a dovere.

“Non è con più addetti che la macchina potrà colmare i ritardi”, osserva “molto preoccupato di fronte all’aumento di casi, di malati e di ricoveri”, Roberto Venesia, segretario regionale della Fimmg, il maggior sindacato dei medici di medicina generale. “È il sistema stesso che va rivisto, rendendolo più agile e abbreviando tempi che oggi sono troppo lunghi. A Torino si stanno processando pratiche di giorni fa, quando tutto dovrebbe essere il più rapido possibile”. E un possibile rimedio il vertice della Fimmg piemontese ce l’ha: “Si lasci che siano i medici di medicina generale a chiedere direttamente il tampone per i loro pazienti”, senza passare per quelle forche caudine dei Sisp dove dopo la segnalazione del medico di famiglia tutto viene preso in carico da una struttura che oggi, così come nel pieno dell’emergenza della primavera scorsa, mostra di non essere in grado di reggere al compito assegnato.

La proposta pare destinata ad essere accolta in Regione, visto che lo stesso presidente Alberto Cirio appena concluso l’incontro con i direttori generali delle Asl, l’altro ieri, ha ricavato ulteriore conferma della necessità di mettere dover mettere mano alla procedura eliminando proprio quel passaggio attraverso il Sisp. Le rassicurazioni e il quadro un po’ troppo tranquillizzante dato da più di un vertice aziendale non ha convinto affatto il governatore, consapevole che ritardi e i disservizi sul fronte dei tamponi non sono più giustificabili, come in parte lo sono stati nel pieno dell’emergenza che aveva colto un po’ tutti impreparati.

Basterebbe scorrere i messaggi di una delle innumerevoli chat di medici di famiglia per comprendere come le versioni troppo e troppo spesso edulcorate delle Asl stridano con una realtà in cui anche solo segnalare un caso per un tampone diventa un’impresa. Lo stesso vale per ottenere la risposta dopo aver fatto il tampone. “Noi medici di famiglia passiamo molto tempo a rispondere ai pazienti che giustamente vogliono conoscere l’esito del test, verificare sulla piattaforma se è stato inserito. Sarebbe molto più rapido – spiega Venesia – comunicare il risultato oltre che al medico, anche a chi il tampone lo ha fatto, con una mail o con un messaggio con eventuale indicazione di contattare il medico in caso di positività”.

Modifiche e aggiustamenti, tutto sommato semplici, che ridurrebbero i tempi di attesa, evitando ai medici di famiglia di passare parte della giornata a verificare a che punto sia l’iter del test e fornendo una risposta più rapida a chi aspetta l’esito del test. Per il Piemonte si tratterebbe di applicare un metodo già in uso in altre regioni, tra le quali la Lombardia e il Veneto.

Una recente indagine del centro studi di Fimmg nazionale attesta che nelle province in cui i medici prescrivono direttamente il tampone inviando il paziente al drive in oppure chiedendo l’intervento delle Usca (le Unità speciali di continuità assistenziale) i tempi si accorciano di molto, spesso vengono dimezzati rispetto ai territori dove, come il Piemonte, il medico segnala, ma poi tutto dipende dai Sisp. “Noi siamo disponibili – ribadisce il segretario regionale della Fimmg – così come siamo pronti a farlo anche effettuando, con tutti i protocolli di sicurezza, i test rapidi, utili per un’azione di screening e ridurre in parte il ricorso al tampone”.

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