REGIONE

Cirio "commissaria" Icardi

Il governatore fa il punto sulla seconda ondata di Covid davanti ai consiglieri regionali mentre l'assessore alla Sanità siede al suo fianco in silenzio. Sposta la plancia di comando al Dirmei, di fatto esautorando corso Regina Margherita

Prima chiede di anticipare la commissione Sanità, poi, davanti ai consiglieri, Alberto Cirio parla per più di un’ora facendo il punto della situazione e difendendo il sistema sanitario piemontese, ma non cita neppure una volta, neppure per sbaglio, chi a livello politico di quel sistema (per ora) è a capo. Luigi Icardi è anch’egli in aula, ma interviene solo nel pomeriggio alla ripresa dei lavori per relazionare sui protocolli farmacologici, altra grana – a cominciare dal mancato riconoscimento del Plaquenil da parte di Aifa – di questa conclamata seconda ondata che vede il Piemonte affrontarla con il suo presidente ai ferri cortissimi con l’assessore.

Il governatore che, di fronte ai consiglieri della IV Commissione, dà l’impressione di voler prendere in mano egli stesso e direttamente la gestione della Sanità. È stato chiaro nel momento in cui, come anticipato dallo Spiffero, Cirio ha deciso di andare in aula, precedendo l’intervento dell’inquilino di corso Regina Margherita. Ancora più chiaro quando, dopo aver snocciolato dati su tamponi e terapie intensive, anticipando la convocazione a breve dei capigruppo per valutare ulteriori provvedimenti restrittivi, ha proposto alla commissione stessa di svolgere le prossime riunioni nella sede del Dirmei, il Dipartimento da pochissimo passato dalla guida di Carlo Picco a quella del rianimatore del Maria Vittoria, Emilpaolo Manno.

“Ci aspetta una pandemia diversa: meno terapie intensive e più ricoveri ordinari – ha detto Cirio –. A marzo non avevamo un dipartimento trasversale sulle epidemie, avevamo solo la maxiemergenza della protezione civile. Oggi abbiamo il Dirmei e riaperto ventiquattro ore su ventiquattro l’Unità di crisi”. Di qui la proposta di svolgere la prossima Commissione Sanità proprio nel quartier generale del dipartimento interaziendale, in via Silvio Pellico, per avere la situazione aggiornata su dpi, tamponi, personale e posti letto. Riguardo alle terapie intensive il governatore spiega che “siamo passati da 327 a 614 posti” più quelli legati alla querelle con il commissario Domenico Arcuri. Di questi, a oggi, sono 58 quelli occupati da pazienti Covid. Il Piemonte può inoltre contare su una dotazione di 41 milioni di pezzi riguardo ai dispositivi di protezione individuale, di cui 5 acquistati dal Dirmei  con un contratto di approvvigionamento per quattro mesi. Per tenere sotto controllo le scuole, le Asl hanno ingaggiato 276 risorse che fungono da interfaccia per i responsabili Covid, mentre riguardo alle Rsa è attiva una convenzione con cui la Regione paga dei consulenti medici a supporto delle strutture.

Cirio parla come se Icardi non ci fosse, come era capitato venerdì scorso quando il governatore aveva visto tradita la sua attesa di Icardi, ancora in viaggio di nozze, per incontrare i direttori generali delle aziende sanitarie. Una situazione riassunta dal capogruppo di Luv Marco Grimaldi: “Cirio si tiene in mano le deleghe della Sanità e ci dice che l’assessorato di corso Regina si è spostato presso il Dirmei che ormai ha in mano il coordinamento dell’emergenza. L’assessore incassa e resta in panchina”.

Oggi se qualcuno si aspettava un mezzogiorno di fuoco, s’è trovato il gelo tra governatore e assessore senza ricavare una risposta certa alla domanda su quali saranno le attese decisioni di Cirio circa la poltrona più importante, dopo la sua, del governo regionale. La Lega, dalla quale Icardi ha detto di aver ricevuto ampia solidarietà e appoggio, non proferisce parola. Dal capogruppo Alberto Preioni, solitamente prodigo di note, non un rigo sulla vicenda. Nulla arriva neppure dal segretario regionale Riccardo Molinari che, più prima che poi, dovrà affrontare con il governatore la questione.

Nel merito, la relazione di Cirio oggi non ha soddisfatto la minoranza. “Il presidente ci ha rappresentato un quadro della situazione che non corrisponde alla realtà – attacca il piddino Daniele Valle –. Ha dichiarato che non c’è preoccupazione sulle terapie intensive, eppure in Piemonte la crescita dei ricoverati in rianimazione nelle ultime tre settimane è: +3, +11, +31: non ci vuole molto a intuire cosa ci aspetta nelle prossime settimane. I posti in terapia intensiva disponibili sono solo teorici e ricavati sacrificando sale operatorie e altre attività. Possiamo permetterci di bloccare nuovamente tutte le nostre sale operatorie? E che dire del balletto sui posti nelle Ogr e nell’ospedale Oftalmico?”. Neppure sui tamponi, il governatore ha convinto l’opposizione: “Non ci sono risposte sul costante ritardo del Piemonte rispetto alle altre regioni”. “Senza considerare – aggiungono il capogruppo Pd Raffaele Gallo e il vicepresidente della Commissione Sanità Domenico Rossi – che ancora una volta nulla ci è stato comunicato sul potenziamento degli spazi drive in e degli hotspot ad accesso libero in cui recarsi per sottoporsi al tampone”.

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