STATI GENERALI

Appendino leader del M5s
non scalda la base grillina

Solo il 6% degli elettori pentastellati la vorrebbe a capo del Movimento. Eppure, secondo Canestrari, la sindaca di Torino potrebbe essere (assieme a Di Battista) la testa di ponte di Casaleggio per continuare a controllare il partito

Chiara Appendino leader del Movimento 5 stelle? L’ipotesi è accarezzata da molti big, ma non scalda gli elettori pentastellati che in maggioranza vedrebbero bene, invece, il premier Giuseppe Conte. Secondo il sondaggio Swg realizzato per il TgLa7 di Enrico Mentana, il 32% della base grillina punterebbe sull’attuale premier, mentre il 18% propende per Alessandro Di Battista e solo il 14% resta fedele all’ex capo politico Luigi Di Maio. In questa classifica la sindaca di Torino si piazza al quinto posto con un misero 6%, dietro il presidente della Camera Roberto Fico (11%). Sgombrando il campo dalla figura di Conte, gli elettori M5s vorrebbero per la maggior parte Di Maio (29%), poi Di Battista (21%) e infine Appendino (16%).

La prima cittadina, che recentemente ha annunciato la decisione di non ricandidarsi per un secondo mandato, non risulta particolarmente apprezzata neppure tra gli ex elettori del Movimento, quelli cioè che hanno votato Cinque Stelle nel 2018 e che dichiarano di non voler confermare quella preferenza, in buona parte delusi dall’esperienza di Governo. Solo il 5% di questo campione scommetterebbe su Appendino, in uno scenario che preveda la presenza di Conte, mentre si scende al 4% in un contesto senza il presidente del Consiglio. È questa la fotografia scattata a poco più di due settimane dagli Stati Generali, mentre a livello locale iniziano a organizzarsi gli incontri che porteranno all’appuntamento del 7 e 8 novembre a Roma.

Eppure secondo Marco Canestrari, ex braccio destro di Gianroberto Casaleggio e autore di due libri sulla parabola del M5s – Supernova e Sistema Casaleggio – Appendino potrebbe avere un ruolo centrale nel “nuovo” Movimento, quello cioè che uscirà dagli Stati Generali. “È in corso un riposizionamento tattico” in vista del congresso, spiega l’informatico che ha vissuto in prima persona gli albori del MoVimento, per il quale la sindaca sarebbe la “testa di ponte” di Davide Casaleggio almeno quanto Di Battista. Le pedine per consentire all’erede del guru di “mantenere il controllo del partito”. Nel suo podcast settimanale, Canestrari sostiene che entrambi potrebbero entrare nel nuovo organismo collegiale che avrà il compito di guidare il M5s, superando la figura del capo politico: Di Battista sarebbe il frontman ideale nella prospettiva di un Movimento all’opposizione nella prossima legislatura; Appendino, specularmente, “è la più spendibile per trattare con gli alleati” nell’ottica di un partito che resta al Governo. 

Come noto, infatti, Casaleggio è impegnato in un durissimo scontro con buona parte del gruppo parlamentare, che risponde al reggente Vito Crimi, per il tramite di Di Maio. Nella pattuglia degli eletti di Montecitorio e Palazzo Madama c'è, infatti, una diffusa volontà di emanciparsi dalla Casaleggio Associati che tutt'ora gestisce il simbolo e media il rapporto con gli elettori attraverso il Blog delle Stelle, gestendone scelte e processi attraverso la piattaforma Rousseau. Se le indiscrezioni di Canestrari fossero vere indicherebbero una evoluzione nei rapporti tra Appendino e Di Maio, capaci in questi anni di costruire un asse solidissimo. Interpellata sul tema, la sindaca per ora svicola: “Mi occuperò di Torino fino alla fine del mio mandato”.

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