LAVORO & OCCUPAZIONE

Niente lockdown per le tute blu

Sciopero e presidi dei metalmeccanici in tutto il Piemonte dopo l'interruzione delle trattative sul rinnovo del contratto. "Siamo l'unico Paese in Europa che non ha recuperato salario dalla crisi del 2008". Manifestazioni davanti a fabbriche e sedi delle organizzazioni datoriali

I lavoratori metalmeccanici piemontesi – circa 150mila, oltre la metà a Torino – tornano a scioperare nonostante il lockdown imposto dalla pandemia. “Noi scioperiamo domani per il salario, perché siamo l’unico paese in Europa che non ha recuperato salario dalla crisi del 2008. Scioperiamo per l’occupazione, perché è vero che il governo ha prorogato il blocco dei licenziamenti, ma tra gli imprenditori e i lavoratori c’è molta preoccupazione e scioperiamo per la salute, per dire agli imprenditori che non è il momento di abbassare la guardia sulla sicurezza. Ci vuole un contratto fatto di diritti e risposte economiche”. Con queste parole il segretario piemontese della Fiom, Giorgio Airaudo, ha illustrato insieme ai colleghi di Fim e Uilm la protesta dei metalmeccanici piemontesi di domani, che aderiscono allo sciopero nazionale della categoria di 4 ore, dopo l’interruzione della trattativa sul rinnovo del contratto dei metalmeccanici per il 2020-2022. Un settore, quello metalmeccanico, che riguarda in Piemonte 150mila lavoratori, di cui la metà nel torinese. Il presidio principale per le tute blu torinesi sarà a Caselle davanti allo stabilimento Leonardo.

“Non crediamo che il Dpcm sarà una limitazione. perché se c’è il diritto di andare a lavorare c’è anche quello a scioperare, ovviamente nel rispetto delle norme di sicurezza. I lavoratori, insieme alle imprese stanno contribuendo a mantenere aperto il paese e lo vogliono fare in sicurezza. Lo sciopero in Piemonte si articolerà con presidi nelle diverse province della regione , sia davanti alle Unioni Industriali, sia davanti alle fabbriche”, ha spiegato Airaudo. “Non siamo interessati a prove di forza, a fare vedere i muscoli. Vogliamo tornare al tavolo, i lavoratori devono avere il contratto”, ha osservato Gianfranco Verdini della Uilm piemontese. “È un segnale per gli imprenditori che vogliono affossare il contratto. È necessario riprendere il negoziato con presupposti diversi, deve iniziare una trattativa vera”, ha aggiunto Tino Camerano della Fim. Un segnale che arriva ad un anno dalla presentazione della piattaforma per il rinnovo del contratto.

Al presidio unitario torinese, che si terrà davanti alla Leonardo Aircraft Division, in Strada dell’aeroporto, a San Maurizio Canavese, dalle 10 alle 12, parteciperanno i segretari generali di Fim, Fiom e Uilm Torino, Davide Provenzano, Edi Lazzi e Luigi Paone, delegati e lavoratori delle principali aziende metalmeccaniche del territorio. A Vercelli lo sciopero sarà di otto ore con manifestazioni davanti alla Dana Spicer Italcardano di Crescentino, dalle 5,30 alle 8,30, alla Gammastamp di Bianzè dalle 10 alle 11,30 e alla Cerutti dalle 13 alle 15. Ad Alessandria è previsto un presidio unitario davanti all’Unione Industriale dalle 10 alle 12 con un collegamento con i segretari generali di Fim, Fiom e Uilm a Roma. A Novara lo sciopero sarà le ultime quattro ore del turno di lavoro con presidio dalle 15 alle 17 davanti alla Prefettura, a Biella davanti all’Unione Industriale dalle 10 alle 12, mentre a Cuneo i presidi saranno due, davanti alla Confindustria e alla Boma Uno.

print_icon