GIUSTIZIA

Corruzione, condannato noto penalista

Il Tribunale ha inflitto una pena di tre anni e quattro mesi all'avvocato Piacentino, legale tra gli atri di Vannoni e Soria. I fatti risalenti al 2015. "Sono stupito e sconvolto. Sentenza che poggia su un teorema vago e traballante"

Tre anni e quattro mesi di reclusione è la condanna inflitta oggi dal tribunale di Torino alll’avvocato, Roberto Piacentino, processato con l’accusa di concorso in corruzione. La vicenda, risalente ai primi mesi del 2015, si inserisce in una inchiesta più vasta che ruotava attorno alla figura di Angelo Moscato, all’epoca cancelliere di Corte d’Appello nel palazzo di giustizia.

Secondo la ricostruzione del pm Gianfranco Colace, Piacentino avrebbe agevolato un accordo corruttivo fra Moscato e un imprenditore edile suo cliente, Alberto Prada. Piacentino ha sempre proclamato la correttezza del proprio comportamento. Il tribunale ha disposto l’interdizione dai pubblici uffici e la trasmissione delle carte al Consiglio dell’Ordine degli avvocati. Nel filone principale della vicenda Moscato era stato condannato nel 2018 in primo grado a sei anni di carcere e in seguito aveva rinunciato al processo d’appello in cambio di una riduzione della pena. Lo scorso 4 novembre è stato portato in carcere. Oggi il tribunale gli ha inflitto due mesi in continuazione con la sentenza precedente.

“Sono stupito e sconvolto” ha dichiarato l’avvocato Piacentino, uno dei penalisti più noti a Torino, che in passato ha difeso il padre di Stamina Davide Vannoni e il patron del Grinzane Cavour Giuliano Soria. “Io sono certo – dice – di non avere commesso quanto, sulla base di un teorema vago e traballante, mi si addebita. Non ho preso soldi, non ne ho dati, non ne ho visti passare”. L’accordo corruttivo era stato stipulato fra il suo cliente e il cancelliere (entrambi giudicati separatamente) prima ancora che Piacentino assumesse l’incarico.

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