TRAVAGLI DEMOCRATICI

Sinistra Pd in campo per Saracco

L'ex assessore regionale Pentenero boccia le primarie e strizza l'occhio al rettore del Politecnico. Scaricato il compagno di corrente Lavolta. Ma nel partito restano fortissime resistenze. Altolà del segretario Carretta: "Le decisioni si prendono nelle sedi opportune"

In una corsa fatta di continui stop and go, l’ennesimo tentativo di accelerazione è da attribuire alla sinistra del Pd in campo – almeno una parte – a sostegno di Guido Saracco in vista delle elezioni di Torino del prossimo anno. A uscire allo scoperto è l’ex assessore regionale Gianna Pentenero che con un ampolloso documento e una conferenza stampa snobbata dai più prova a mettere una pietra tombale sulle primarie (“è il caso di individuare un’altra strada”) e un cappello sulla testa del rettore del Politecnico: “Se un percorso di confronto dovesse portare a individuare nella figura di Saracco la persona che permetta di raggiungere l’obiettivo, sarebbe da irresponsabili non accettare questo ragionamento”. Un endorsement? Non proprio, ma qualcosa di molto simile.

Insomma, basta indugi. L’iniziativa sembra inserirsi nel solco di una frase sfuggita qualche giorno fa al deputato torinese Andrea Giorgis, secondo cui “è ora che il Pd vada in delegazione dal rettore per chiedergli ufficialmente di candidarsi”. Parole che magari l’onorevole smentirà così come tempo addietro smentì un incontro proprio con Saracco che sarebbe dovuto rimanere segreto e invece divenne pubblico; fatto sta che ormai quell’area del partito sembra decisa a superare l’impasse e accorciare i tempi.

Le resistenze, però, non mancano. Innanzitutto nella sinistra dem, componente nella quale milita il vicepresidente della Sala Rossa Enzo Lavolta che nei giorni scorsi ha formalizzato la sua candidatura alle primarie. A questo punto sembra essere stato definitivamente scaricato dalla sua corrente che sembra voler trattare invece per Pentenero un posticino di rincalzo. A lei, dopotutto, “in svariate occasioni” è stato chiesto “perché non ti candidi a sindaco di Torino?” ha registrato sul documento che ha diffuso in queste ore. E per senso di responsabilità e sacrificio, dice “metto a disposizione me stessa, la mia storia, le mie esperienze e competenze, ma anche le riflessioni fatte con tante persone,associazioni, gruppi di cittadini, donne e uomini delle istituzioni, che ci hanno portato a immaginare una Torino Nuova”. Grazie, Gianna. Del resto, agli albori della sua carriera politica lei è già stata sindaco, della minuscola Casalborgone nel Chivassese, un comunello di meno di 2mila anime nel quale è residente.

Al di là delle ambizioni dell’ex assessore, però, resta lo sforzo dei supporter di Saracco di bruciare le tappe. Il rettore è sempre più infastidito dallo stallo che lo circonda, l’attesa lo sta logorando e se davvero alla fine dovesse defilarsi per la gauche torinese sarebbe un problema. I messaggi per tranquillizzarlo stanno arrivando da più fronti. Nei giorni scorsi Carlo Bongiovanni, storico braccio destro di Sergio Chiamparino che a sua volta è tra i principali sponsor del professore, scriveva su facebook, a proposito della possibile candidatura di Paolo Damilano per il centrodestra: “Tra qualche settimana avremo anche il nome dello sfidante del centrosinistra”. Qualche settimana? E chi lo sceglierà?

Come detto, nel partito (e pure nella coalizione) la candidatura di Saracco non sfonda. Il senatore Mauro Laus sembra lontano dal garantire il suo placet e così anche deputato Stefano Lepri, che ha lanciato nella mischia Luca Jahier. Lepri, fatto non marginale, siede nella segreteria nazionale del Pd e attraverso la vicesegretaria Monica Canalis ha un peso rilevante nel partito piemontese. Lo stesso Piero Fassino non si sbilancia e anzi le parole pronunciate recentemente dal suo referente in terra subalpina, il capogruppo in Regione Raffaele Gallo – “a una candidatura civica sarebbe preferibile una politica” – sembrano ammiccare all’altro candidato forte alla successione di Chiara Appendino, il capogruppo Pd in Sala Rossa, Stefano Lo Russo.

Intanto, il tentativo di fuga di Pentenero e soprattutto il richiamo alla “responsabilità” rivolto ai segretari torinese e piemontese del Pd, con la richiesta di rinunciare alle primarie vista la grave emergenza sanitaria in corso, ha già prodotto la prima reazione, quella di uno stizzito Mimmo Carretta, numero uno della Federazione di Torino: “Sono uomo di partito, abituato a condividere ragionamenti e a tirare conclusioni nelle sedi opportune. La responsabilità, specie in un momento tanto grave e serio come l’attuale, non può essere usata strumentalmente, per rispetto non solo della direzione del Pd e dei suoi iscritti, ma anche per i partiti della coalizione. Infatti, nell’ultimo incontro della coalizione abbiamo tutti insieme deciso di ri-aggiornarci al 24 novembre per valutare la situazione e condividere, insieme, la migliore soluzione per presentarci uniti e competitivi all’appuntamento elettorale”.

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