EMERGENZA SANITARIA

Sarà un Natale in giallo

Cirio fa gli scongiuri ma inizia a delineare l'uscita della regione dalla zona rossa. Se i dati sull'andamento dei contagi confermeranno il trend di questi giorni a metà dicembre riapriranno negozi, bar e ristoranti. Il Governo potrebbe addirittura anticipare

Il Covid cambia anche il calendario e al tradizionale conto dei giorni che mancano al Natale aggiunge date che cambieranno il modo di celebrare e trascorrere le prossime festività. Nell’agenda di Alberto Cirio, convinto di poter portare il Piemonte entro la prima quindicina di dicembre in zona gialla, passando per quella arancione dove secondo i dati la regione già di fatto c’è, è naturalmente segnato il prossimo 27 novembre. È quello il giorno in cui verrà depositato il report settimanale relativo ai famosi 21 parametri (andamento dei contagi, occupazione dei posti negli ospedali, livello di utilizzo della terapie intensive e altri) sulla base dei quali sabato 29 novembre il Comitato tecnico scientifico farà le sue valutazioni che trasmetterà al Governo. Il 3 dicembre è la data fissata come termine per l’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza, ma anche quella che il governatore individua per l’attestazione della discesa nella scala di gravità. Con un indice Rt a 1,1 e la pressione sugli ospedali in calo costante, in Regione sono certi che in zona arancione di fatto si è già dallo scorso 13 novembre, situazione ulteriormente confermata dai numeri di venerdì. Una tappa verso il raggiungimento del livello ancor meno grave che Cirio fissa alla metà di dicembre. O anche prima se, come pare, il Governo derogherà da quel vincolo di permanenza di 14 giorni colorando pressoché tutta l’Italia di giallo. In quel caso con l’annunciato Dpcm Natale, il Piemonte si avvicinerà alle festività in una situazione molto diversa da quella attuale.

Tra le ipotesi che si fanno sul prossimo decreto del presidente del consiglio, c’è quella di una zona gialla a tempo per l’intero Paese con le relative regole più leggere a cominciare dal coprifuoco posticipato, la riapertura di bar e ristoranti, oltre che dei negozi finora costretti a tenere la saracinesca abbassata. Da una parte un probabile coprifuoco con inizio spostato in avanti, probabilmente a mezzanotte, dall’altra una stretta per evitare assembramenti come la limitazione di quattro-sei persone per ogni tavolo al ristorante. Orari prolungati anche per i negozi in maniera tale da permettere, sempre con ingressi contingentati e rispetto della distanze, lo shopping prenatalizio. Misure che puntano a dare un po’ di respiro agli esercizi, incentivando i consumi (anche attraverso l’introduzione del cashback) in un periodo particolarmente cruciale per il settore.

Per scoprire se queste ipotesi si tradurranno in atti da parte del Governo, bisognerà innanzitutto vedere se i numeri dei contagi e gli altri parametri consentiranno di attuarle e, soprattutto, se prevarrà questa linea nell’esecutivo con il necessario avallo del Cts e dell’Istituto Superiore di Sanità, magari subordinandola ad un’eventuale stretta da attuare subito dopo Natale e prima di Capodanno.

Sempre guardando alla prossime festività e a una stagione invernale che rischia di avere pesantissime ripercussioni sulle stazioni sciistiche, oggi le Regioni in teleconferenza affronteranno questo tema per stendere delle linee guida da proporre al Governo al fine di poter consentire, con le dovute misure per evitare affollamenti, un’attività che nel caso del Piemonte è di vitale importanza per l’economia e l’occupazione. Quello pensato dalle Regioni è un piano articolato per permettere la partenza della stagione sciistica ma senza mettere a rischio la salute delle persone, per questo motivo viene deciso che solamente nelle Regioni della zona arancione o gialla sarà possibile aprire gli impianti, mentre in quelle dell’area rossa bisognerà aspettare tempi migliori. Nel dettaglio, nel documento denominato “Proposta di linee guida per l’utilizzo degli impianti di risalita nelle stazioni e nei comprensori sciistici da parte degli sciatori amatoriali” vengono suggerite una serie di regole: l’imposizione di un numero massimo di presenze giornaliere, l’obbligo di indossare le mascherine e mantenere le distanze, il dimezzamento della portata degli impianti. 

Il Piemonte, insomma, intraprende con grande cautela la strada verso l’allentamento delle misure più rigide imposte dalla zona rossa con l’obiettivo di cambiare il colore in giallo, ma come ripete il governatore “un percorso virtuoso che dobbiamo guadagnarci giorno per giorno con rigore, prudenza e grande senso di responsabilità“. Tra una decina di giorni si scoprirà se in Piemonte questo percorso è stato compiuto nella maniera migliore e consentirà di avvicinarsi di più a una normalità senza troppi rischi.

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