REGIONE

Sicurezza non è Far West,
altolà allo sceriffo Ricca

L'assessore leghista costretto a modificare la sua delibera. Arriva il controllo di vicinato, ma il coordinatore dovrà appartenere alle forze dell'ordine. Bodycam ai vigili urbani e contributo ai tassisti per installare le telecamere a bordo dell'auto

Al termine di un lungo braccio di ferro, lo “sceriffo” Fabrizio Ricca è costretto a mettere nel cassetto la fondina. Il Piano strategico sulla Sicurezza partorito dall'esponente leghista viene sì approvato, ma sul coordinatore del controllo di vicinato, figura istituita proprio da questo provvedimento, l’assessore deve fare un passo indietro, di fronte alla minaccia neppure troppo velata da parte della sua stessa maggioranza di non votare la delibera. «Il “Controllo del Vicinato” – si legge nel testo – è strumento di prevenzione della criminalità, che presuppone la partecipazione attiva dei cittadini residenti in una determinata zona e la collaborazione di questi ultimi con le Forze di polizia statali e locali. Fondamentale per la buona riuscita degli scopi del “Controllo del Vicinato” è il ruolo del “Coordinatore” che è l’anello di congiunzione tra il “Gruppo” e le Forze di Polizia». Nonostante che per questa figura la delibera preveda un «supporto formativo» a molti non è sfuggito il rischio di trasformare privati cittadini in giustizieri e rendere zone delle città polveriere. Insomma, la giustizia fai da te non è parsa a nessuno una soluzione accettabile.

Una china che ha preoccupato persino quelle frange della destra tradizionalmente inclini a soluzioni law & order. Maurizio Marrone, assessore di Fratelli d’Italia, da tempo in posizione “dialettica” con il collega di giunta, questa volta ha convinto la maggioranza a emendare uno dei passaggi più controversi della delibera. Secondo l’impostazione di Ricca, infatti, anche un privato cittadino avrebbe potuto ricoprire il ruolo di coordinatore di vicinato, mentre l'atto dei tre capigruppo di maggioranza – Paolo Bongioanni (FdI), Alberto Preioni (Lega), Paolo Ruzzola (Forza Italia) – ha imposto che sia “da individuarsi auspicabilmente all’interno delle forze dell’ordine competenti per territorio”. Un modo per andare incontro anche alle indicazioni dei sindacati di polizia, particolarmente preoccupati per la piega che questo provvedimento avrebbe potuto prendere.

“Nessun Far West in Piemonte, grazie all'emendamento di Fratelli d’Italia le forze dell’ordine manterranno il loro ruolo esclusivo nel garantire la sicurezza dei cittadini” esulta Marrone che se da un lato è stato in passato promotore di passeggiate notturne con altri privati cittadini, per “segnalare  eventuali fenomeni di delinquenza”, dall’altro rivendica il ruolo esclusivo delle forze di polizia per quanto riguarda tutte le “azioni di contrasto alla criminalità”. Un compromesso giunto al termine di giorni di tensione in maggioranza culminati con l’aut aut di Fratelli d’Italia che oggi ha minacciato di non votare il provvedimento in assenza di modifiche sostanziali su questo aspetto. Il fastidio di Ricca per l’epilogo si palesa anche con il suo abbandono (temporaneo) dell’aula virtuale prima di ripresentarsi durante le votazioni.

Con una spesa totale di 1 milione e 800 mila euro prevede  l’incremento della videosorveglianza sul territorio e la dotazione sperimentale di bodycam alla polizia locale degli otto capoluoghi di provincia e alcuni interventi di inclusione sociale: progetti contro la devianza e il disagio giovanile per il miglioramento delle zone degradate delle periferie delle città, che però sono stati ritenuti insufficienti da molti consiglieri di opposizione ripetutamente intervenuti nel corso della discussione. Altri fondi sono previsti per pagare gli straordinari alla polizia locale in seguito all'emergenza Covid e per l'installazione di videocamere sui taxi e sui servizi di trasporto pubblico locale. “La Sicurezza – ha detto il capogruppo della Lega in aula Preioni – non è un tema ideologico ma molto concreto. Cosa c’è di meglio di una telecamera per chiarire questioni di responsabilità, a tutela delle vittime in caso di processo? Nessuna deriva estremista, ma solo un aiuto per fare chiarezza sugli episodi poco chiari”. Le opposizioni sono intervenute in particolare criticando la scarsità di risorse per la formazione professionale degli agenti (sono previsti 100 mila euro) e la mancanza di concrete misure che si riferiscano all'inclusione sociale, enunciata nel provvedimento di Giunta ma non specificata nelle sue azioni puntuali

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