GRANA PADANA

Salvini conta i nuovi iscritti, Molinari ha i giorni contati

Dal boom di tesserati, oltre 100mila, la spinta verso il rinnovo dei vertici regionali della Lega. Nessuno scossone nel partito piemontese, alla sua guida il coordinatore uscente piazza il fido Giglio Vigna. I "consigli" di Calderoli al leader

“Mai così tanti”. Matteo Salvini esulta davanti al superamento dei centomila iscritti. Mai, neppure ai tempi migliori dei lumbard di Umberto Bossi quando la Lega strabordava nel Nord ben in vista nel simbolo, ma Roma era ancora ladrona e un partito nazionale come lo ha trasformato il Capitano era fantapolitica e, quasi, una bestemmia. Adesso Salvini festeggia quel record e, sottolinea il cambiamento, annunciando l’iscrizione nelle ultime settimane di cento amministratori locali, da Nord a Sud, appunto. E lo fa, ieri mattina, davanti a una platea, in presenza e in videocollegamento, protagonista di un altro cambiamento. Parla ai segretari regionali, la stragrande maggioranza dei quali agli sgoccioli del loro mandato. Da qualche mese il leader ha deciso di cambiare i suoi proconsoli nei territori usciti eletti dai congressi quando la Lega era ancora quella vecchia, sia pure già saldamente nelle sue mani e abbondantemente avviata in senso nazionale. 

Un cambio in vista del congresso della Lega Salvini Premier che nessuno sa ancora quando si farà e la domanda resterà senza risposta almeno fino a quando ci sarà di mezzo il Covid. Traghettatori, insomma, di un fiume non si sa quanto largo. Questo saranno i commissari che Salvini nominerà a breve. Ma non proprio solo quello. Il cambio della guardia ai vertici regionali, fuori di dubbio, è anche lo strumento che il segretario coglie opportun(istic)amente per piazzare figure a lui fedeli e ligi interpreti della sua linea, tagliando laddove ci sono fastidiosi legami con un passato talvolta vissuto con fastidio o comunque senza convenienza politica dal Capitano.

Una svolta che proprio per questi motivi rischiava, se compiuta in maniera troppo rapida come nelle intenzioni del capo, di provocare più di un malumore. Ecco perché il saggio Roberto Calderoli, esperto dipanatore d’intricate matasse procedurali formatosi in questo più nella gestione d’aula in Parlamento piuttosto che nelle stanze un tempo fumose di via Bellerio, è arrivato pronto con il provvidenziale consiglio: si aspetti la chiusura del fruttuoso tesseramento e poi si proceda al cambio, con la nomina dei commissari. Dunque a fine anno o nei primi giorni del prossimo.

C’è chi spiega come Salvini avesse già tracciato da sé questa road map, e se pur vero il suggerimento dell’ascoltato senatore non è certo caduto nel vuoto. Così, come spiegano i maggiorenti del partito, non ci sarà nessun rotolamento di teste, giacché il passaggio di testimone e di ruolo (da segretario a commissario) non è da intendersi come qualcosa che assomigli a una giubilazione.

Una versione che, per quanto riguarda il Piemonte, appare ancor più rafforzata visto a raccogliere il testimone da Riccardo Molinari sarà proprio un suo fedelissimo come Alessandro Giglio Vigna, 40 anni, deputato alla sua prima legislatura e uomo forte della Lega nel Canavese. Un avatar del capogruppo alla Camera, nella descrizione di chi rimarca non senza una punta di acidità la vicinanza e la lealtà di Giglio Vigna al “Mol”, come i militanti chiamano il presidente dei deputati leghisti prevedendo che il suo peso in Piemonte non calerà di un grammo anche dopo il passaggio delle consegne. Spingendosi avanti, verso quel congresso che prima o poi si farà, pochi si sentono di escludere che il politico alessandrino non torni a riprendere ufficialmente e con il voto degli iscritti le redini del partito. Nel frattempo toccherà al parlamentare canavesano seguire formalmente una questione importante e non del tutto ancora conclusa come quella della candidatura a sindaco di Torino per il centrodestra, anche se come tutti sanno la partita è ormai nella fase in cui si gioca al tavolo nazionale tra Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni.

La decisione di affidare a Giglio Vigna la guida del partito è ormai certa, anche se manca ancora l’ufficialità. Sfumata dunque, la meteorica ipotesi di una nomina a commissario al giovanissimo Daniele Bertana, social media manager di Giaveno arruolato nella Bestia di Luca Morisi, il cui nome era stato fatto circolare forse per confondere un po’ le acque. Diverso il peso e gli effetti sulla Lega piemontese nel caso al suo vertice, sia pure con una gestione commissariale, fosse stato chiamato il sindaco di Novara Alessandro Canelli. Lui non ha mai nascosto di non puntare affatto a quel ruolo, non certo perché non ambìto piuttosto perché il suo obiettivo è concentrare tutte le sue energie nella ricandidatura per un secondo mandato a Palazzo Cabrino. Recentemente nominato presidente di Ifel, la fondazione che opera in materia finanziaria in seno all’Anci, Canelli è anche l’unico piemontese a far parte della segreteria nazionale, cooptato nell’organismo da Salvini. Che ieri ha festeggiato i centomila iscritti, insieme ai segretari regionali. Quasi tutti con la valigia in mano.

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